La storia di fedeltà a Cristo dei Martiri di Otranto -VII

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Entriamo nel cuore del motivo di questo mio scritto: in che tempi viviamo? La risposta è semplicissima e sotto lo sguardo di chiunque, in realtà, per chi sta attento ai segni e il segno di questi ultimi due secoli sicuramente è la continua presenza di Maria che entra nella storia con le sue apparizioni riconosciute dalla Chiesa. Nessuno può sapere il tempo e l’ora della fine del mondo e non è di questo che sto parlando, infatti, ma abbiamo sicuramente la conferma che la venuta di Maria, o meglio, il suo palesarsi nella storia, è di sicuro il segno che la Parusìa si fa sempre più vicina e sarebbe da stolti ignorare i continui appelli della Vergine Maria che non viene per confortare o dare pacche sulle spalle al business del pellegrinaggio religioso. Maria è la Donna vestita di Sole che compare nell’ Apocalisse e che viene attaccata dal Drago, il quale dichiara guerra a Lei e a tutti coloro che restano fedeli a Gesù Cristo. Già gli scritti di san Luigi Grignion de Montfort profetizzano l’esercito di Maria pronto a resistere agli assalti del nemico, nel celebre Trattato della vera devozione.

Se per noi mortali la difficoltà maggiore nel credere sul serio è data dallo scandalo della Croce, scandalo degli scandali per coloro che non credono, occorre dire che, secondo molti dei Padri della Chiesa, quello che fece letteralmente impazzire di gelosia, furore e ribellione Lucifero, il più bello di tutti gli angeli, fu l’incarnazione del Figlio Unigenito. Davanti alla prospettiva di dover adorare un Dio che si sarebbe diminuito fino alla condizione creaturale per poi essere glorificato come vero Dio e vero uomo, Lucifero non accettò, si rifiutò e, più ancora gli risultò obbrobrioso che una donna, una comune mortale, non solo generasse in un uomo anche il vero Dio da adorare, ma che per i meriti acquisiti sarebbe persino diventata Regina degli Angeli e dei Santi, ovvero, Superiora, alla quale inchinarsi. Il furore di Lucifero verso Maria Santissima è davvero inimmaginabile.

Lo scontro finale fra la stirpe della Donna e il Drago è Parola di Dio, dunque non va minimizzata nemmeno in un singolo iota, tuttavia è evidente che il terreno di scontro della lotta e della battaglia sono le anime degli uomini: il demonio ne vuole portare via a Dio il più possibile. È dunque nell’anima di ciascuno che avviene la battaglia, una battaglia in cui la cultura di oggi sta potenziando a dismisura le armi luciferine, specie negli ultimi due secoli di “progresso”, ecco perché ci viene in soccorso Colei che schiaccerà la testa al serpente. Maria non viene inutilmente, in quanto lo scontro è tra potenze soprannaturali e persino le bombe nucleari farebbero ridere i demoni. Le armi di Maria sono poche, ma difficili: piccolezza, umiltà, nascondimento, preghiera, tanta preghiera, conversione dei cuori, vita sacramentale e in grazia di Dio, riparazione mistica dei peccati attraverso la devozione al suo Cuore Immacolato e quella al Sacro Cuore di Gesù, accettazione di ogni sofferenza che Dio decide di mandarci come offerta di espiazione vicaria. L’ espiazione vicaria non è altro che una offerta di sé al Padre, come fece Gesù, solo che noi lo facciamo da maculati, da peccatori, che comunque si offrono in sacrificio per la salvezza di anime, le quali si perdono anche perché, a detta della Vergine Maria a Fatima, non vi sono cristiani che preghino e soffrano per amore (ecco la carità perfetta) delle anime più indurite e peccatrici. In breve, la Vergine sta venendo da più di due secoli per formare un esercito di martiri che si uniscano sotto la sua potentissima guida per la salvezza delle anime. Vi pare una cosetta da nulla? A me no, francamente. E se la Madonna lascia la beatitudine eterna che vive con e nel Figlio per preoccuparsi di cercare e trovare uomini e donne generose che si arruolino nel più grande martirio non cruento della storia, significa che la situazione nel mondo è, come minimo, grave. Già Padre Pio disse, riferendosi all’epoca in cui viveva: «i diavoli sono talmente tanti che se potessero assumere il corpo piccolo quanto un granello di sabbia, oscurerebbero il sole» ( P. Pio a Cleonice Morcaldi) e ancora: «Porto sulle spalle tutta l’umanità. Porto la croce per tutti» ( La casa sollievo della sofferenza) e: «quando il Signore mi chiamerà, resterò alla porta del Paradiso e gli dirò: “Signore non entro se prima non vedo entrare tutti i miei figli” ( C. Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio). Padre Pio fu un ottimo soldato di Maria!

La condottiera della Santa Battaglia è una donna, anzi, LA DONNA VESTITA DI SOLE in cui Dio si è compiaciuto, subito dopo il Suo Figliolo consustanziale. Possiamo non essere d’accordo con i piani e le preferenze di Dio, ma le cose andranno esattamente come Egli vorrà.

Ecco perché ogni martirio, che lo si sappia o no, ha come Maestro e Redentore Nostro Signore Gesù Cristo, ma per Generale assoluto del suo corpo d’armata Dio ha scelto Maria Santissima. Un dettaglio che ho scoperto nella storia del martirio di Otranto è la continua e costante presenza discretissima, ma potentissima della Regina dei Martiri, che non è Regina honoris causa, ma lo è per quel dolore che patì sotto la croce, un dolore secondo soltanto a quello del Figlio perché non saremo mai in grado di percepire le umane prove dolorose di chi è l’innocenza totale, nel caso della Vergine, e l’innocenza divina Assoluta nel caso di Gesù Cristo. Come la Santa Vergine, per il singolare privilegio di essere l’Immacolata Concezione fu ricolmata di ogni tipo di Grazia, nel modo più alto possibile per una creatura umana, così nessuno come Lei ha potuto partecipare al dolore del sacrificio della Redenzione compiuta dal Figlio di Dio crocifisso per noi. Nemmeno tutti i santi stigmatizzati della storia messi insieme hanno partecipato come Maria.

I corpi dei martiri otrantini conobbero, come sappiamo, anche un’altra onta: rimasero per ben 13 mesi insepolti e la loro definitiva traslazione solenne nella Cattedrale, quando Otranto fu liberata dall’ assedio dei Turchi, avvenne il 13 ottobre 1481. Il 13 ottobre del 1917, nell’ultima apparizione di Maria a Fatima (nome di origine musulmana), ci fu il famoso miracolo del sole, mentre 500 anni prima, sopra il colle della Minerva si accendevano luci e persino la Cattedrale si illuminava come in pieno giorno, nel cuore della notte. Coincidenze? «La casualità è soltanto il travestimento assunto da Dio che vuole passeggiare in incognito per le strade del mondo», disse il cardinale Giacomo Biffi. Credere alle coincidenze è pur sempre un atto di fede, ma nel caos. Non credo alle coincidenze, credo in Dio e nel Suo progetto preciso fino all’infinitesimo dettaglio, che ovviamente non conosciamo; ma Dio ci precede in tutto, sempre.

Mi si obietterà che le apparizioni mariane appartengono alla sfera dell’adesione personale e privata e che non sono articoli di fede, il che è verissimo. Tuttavia, oso ricordare che, secondo i criteri dell’esegesi esclusivamente storica, non è dato verificare sempre tutto, né oggi, né lo sarà mai.

Il Vangelo si apre e si chiude con due apparizioni: dell’angelo a Maria, con cui si ebbe l’Incarnazione di Cristo, e la prima apparizione da Risorto a Maria di Magdala. Gesù diede ascolto alla richiesta di Maria a Cana, che non ha giammai una volontà diversa da quella del Figlio; non vedo, dunque, perché noi comuni mortali non dovremmo dare ascolto alla Santa Vergine nelle sue apparizioni, per altro riconosciute dalla Chiesa. La Madonna è venuta e ha parlato, ha chiesto e chiede, da due secoli a questa parte, di prepararsi alla grande battaglia finale, che non è finale nel senso banale del termine temporale ma dei fini ultimi, del fine ultimo: la salvezza delle anime.

La venuta di Maria è, dunque, esclusivamente di tipo escatologico e viene come mediatrice di tutte le grazie che Dio ci vuole mandare affinché si realizzi il Suo progetto: riempire il Paradiso, il banchetto nuziale. Ricordate la parabola degli invitati al banchetto di nozze? Molti trovano scuse o impedimenti vari per rifiutare l’invito di Dio e non si conclude molto bene la cosa. Ma Dio non vuole la morte eterna del peccatore e allora che fa? Manda Lei, la Mamma, che intercede e chiama, esorta i figli suoi a seguirla per andare… a nozze con il Cristo. Maria è il volto femminile, senza possibilità di giudizio, della Giustizia e della Misericordia di Dio Padre. Rifiutare Maria è da folli o da amici di Lucifero.

Ma è proprio necessario partecipare a questa battaglia? Non si potrebbe fare come la Svizzera, restando neutrali? La risposta è no, non è possibile, anzi, anche la neutralità è già un rifiuto, un disertare la battaglia, dove o si vince o si perde, o si è salvi (santi) o si è dannati, tertium non datur.

In fin dei conti, i nostri genitori ci hanno battezzato proprio per “iscriverci” immediatamente nella lista dei soldati del Vincitore: Gesù Cristo. Il sacramento della Confermazione altro non è che indossare la divisa, prendere le armi sante e partire per un viaggio che non sarà mai né senza dolore, né senza tribolazione, né senza sconforto, scoraggiamento e persino cadute e cadute peccaminose! Non importa! Non è nemmeno importante preoccuparsi troppo della debolezza che a causa della nostra natura ci farà cascare in qualche trappola del Maligno, il quale è astuto e non dorme mai. Si cade, si cadrà, ci si vergognerà e si chiederà perdono a Dio in confessionale, per poi tornare a cavallo e riprendere la lotta fino al sangue, fino al martirio, fisico o interiore che sia, questo lo stabilirà Dio, ma con il risultato, se esiste la volontò  di appartenere agli «uomini di buona volontà» è certo perché Gesù ha già vinto il mondo, il male e il peccato.

Perdere tempo in tante altre questioni non è la cosa propriamente più intelligente da farsi, allora! Prendiamo l’esempio della stessa Vergine Santa: all’ annuncio dell’angelo, che le diceva che sarebbe diventata la Madre di Dio, non prese tempo per riflettere, per fare i suoi conti, per meditare i pro e i contro della proposta; il suo FIAT fu istantaneo. Questa è la FEDE!

Gesù stesso ce lo conferma nel Vangelo: «Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: “Ti seguirò dovunque tu vada”. E Gesù gli rispose:”«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. A un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose: “Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. Gli replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio”. Un altro disse: “Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia”. Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio”» (Lc 9, 57-62).

 

(7-continua)

 

 

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