Polittico dell’Agnello Mistico

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Gent è una meravigliosa cittadina medievale belga, sorprendente sotto il profilo architettonico per l’intricata serie di canali, ponti e monumenti dove il gotico trionfa in un panorama di guglie appuntite.

Questa perla delle Fiandre custodisce uno dei più celeberrimi capolavori della storia dell’arte: il Polittico dell’Agnello Mistico (o polittico di Gent), dei fratelli Van Eyck, iniziato da Hubert nel 1426 e concluso da Jan nel 1432, ancora oggi esposto nella sua sede originaria, la Cattedrale di San Bavone.

Dürer descrisse l’opera come «immensamente preziosa e stupendamente bella», entusiasmo

unanimemente condiviso. Il fascino di questo capolavoro assoluto, infatti, non può lasciare indifferenti  per l’importanza che riveste nella Storia dell’arte ma più in generale per la sua indiscussa Bellezza che lo rende una tappa obbligata per ogni artista che vuole comprendere (vedendola dal vivo però) a cosa l’Arte Sacra deve aspirare.

Colpisce la sua monumentalità, il polittico è apribile, composto da 12 pannelli di legno di quercia, otto dei quali dipinti anche dietro, che si potevano ammirare solo chiudendolo. Misura cm 375 x 258, ci si sente inizialmente sovrastati dalla sua grandezza e intensità, eppure la magia di Jan Van Eyck (del fratello Hubert non sono state analizzate che poche tracce) è la potenza espressiva esaltata non solo nella grande scala, ma anche e soprattutto nella miniatura. La nitidezza assoluta di tutti i dettagli è sorprendente, manifestata sia nelle figure avvolte dalla geometria astratta delle pieghe degli abiti, che nella più piccola piantina del giardino dell’Eden; inoltre la tecnica ad olio, perfezionata proprio da Van Eyck, raggiunge qui la sua massima espressione di luminosità e lucentezza.

Nel corso di 600 anni la storia di questo capolavoro ammirato da sempre è stata travagliatissima, a più riprese montato e smontato, alcune sue componenti (Adamo ed Eva) erano state ritenute troppo sensuali, alcuni pannelli furono venduti, altri rubati (il pannello dei Giudici, esposto in copia, non è stato mai più ritrovato) e nel 1942 Hitler lo trafugò  e lo nascose in una miniera di sale con l’intenzione di esporlo nel  suo museo di Linz che non vide mai la luce, ma fu fortunatamente ritrovato  e restituito al Belgio.

Da quel momento in poi è stato oggetto di un lungo e accurato percorso di restauro che è partito con il progetto di togliere le copiose ridipinture (quasi il 70% della superficie) della metà del XVI secolo che hanno celato la vera mano dell’autore per quasi 500 anni!

Oggi questa grande pala d’altare, completamente restaurata, è ricollocata nella sua Cattedrale, nella Cappella del Sacramento, in una grande teca, che garantendo le ottimali condizioni di conservazione, permette di tenerla sempre aperta, così da poterla ammirare sia davanti che dietro.

La Cappella che la ospita è un luogo intimo e denso di quella grande suggestione che solo le cappelle delle cattedrali gotiche sanno donare, così che questo capolavoro, esaltato dalla luce filtrata dalle enormi vetrate e dalla penombra circostante, brilla di luce propria, a colloquio infinito con i fedeli di ogni tempo.

 

 

 

 

 

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