Le vetrate dei profeti nella cattedrale di Augsburg (Augusta)

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La cattedrale della Visitazione della Beata Vergine, chiamata anche duomo di Augusta, si trova nella graziosa città tedesca in Baviera di fondazione romana.

Questo luogo sacro sorge proprio sui resti di una chiesa protocristiana datati verosimilmente intorno al V secolo, ma con certezza sappiamo che nel 1065 fu consacrata la nuova chiesa, e che fu portata a compimento (compreso l’innalzamento dei due campanili) nell’arco di 220 anni.

Il corpo centrale della chiesa verrà più volte rimodernato e ampliato secondo i gusti architettonici del momento, così che alla primitiva costruzione romanica dell’XI secolo furono aggiunti elementi in stile gotico nel XIV secolo, e così via fino al barocco e ai giorni nostri.

Come spesso accade questa cattedrale tiene insieme più stili architettonici, ma le grandi vetrate dei finestroni gotici donano un’atmosfera di misticismo e contemplazione tale da armonizzare bene il tutto.

Oltre le vetrate più tarde del IV secolo, il duomo conserva da quasi mille anni, ancora al suo posto nel cleristorio, cinque preziose vetrate intitolate ai profeti (David, Giona, Daniele, Mosè, Osea), databili intorno al 1130, non molti anni dopo la consacrazione del primo corpo della chiesa.

Sono tra le vetrate più antiche ancora in situ in Germania e fra le prime in Europa.

Siamo agli albori di questa forma d’arte, che diverrà rigogliosa da lì a qualche secolo con risultati artistici impareggiabili.

Proprio per il loro carattere primitivo queste prime opere offrono uno sguardo privilegiato sul gusto artistico intorno all’anno mille. La tavolozza usata tende ai colori chiari con modesti interventi di pittura chiaroscurale: solo velature e tratti grafici, tali da rendere le figure monumentali, essenziali, riconoscibili.

È indubbio l’influsso dei colori e delle iconografie sintetiche e a volte deformate, degli smalti cloisonnè carolingi e ottoniani.

La Germania conserverà più a lungo questo rapporto stretto con il gusto artistico dell’arte orafa medievale, che la differenzierà dalla Francia, dove l’influenza dall’arte della miniatura porterà dapprima ad altri risultati.

Tuttavia il gusto evolverà presto in tutto il nord Europa verso la summa di questa forma d’arte: le vetrate della cattedrale di Chartres, costruite tra il 1200 e il 1236, costituiranno il massimo monumento della pittura su vetro medievale, assumendo il caratteristico ritmo narrativo ad episodi circoscritti in forme geometriche susseguenti.

Le vetrate dei profeti del duomo di Augusta nella loro “semplicità” però sono come un ponte, il primo esperimento di un nuovo linguaggio che già contiene in nuce tutta l’espressione di forza, potenza e brillantezza del vetro colorato esposto alla luce del sole, già pienamente congruo per la sacralità di una chiesa che detiene a pieno titolo la definizione di «Arte sacra».

 

 

 

 

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