Articoli precedenti:
Primo: La tolleranza religiosa – I
Secondo: La tolleranza religiosa – II
Terzo: La tolleranza religiosa – III
La questione della tolleranza nei confronti dei seguaci del Giudaismo e, più in generale, dei rapporti della Chiesa con loro è complessa e delicata, in quanto comprende sia questioni di principio che problematiche storiche.
Dal punto di vista religioso, l’inconciliabilità è immediatamente evidente e palese, toccando il cuore della Fede. Il Cristianesimo, come testimoniato dal suo stesso nome[1], si basa sull’Incarnazione della Seconda Persona della Santissima Trinità in Gesù, che è, al tempo stesso, Dio ed il Messia atteso dal popolo ebraico. La spaccatura, all’interno del popolo ebraico, è tra chi riconosce in Gesù il Messia e, quindi, la Sua divinità, poiché ha più volte affermato la Sua uguaglianza ontologica con il Padre, e chi, rifiutando di riconoscerlo, Lo ha ritenuto un bestemmiatore reo di morte: «abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio»[2].
Entrambe le parti rivendicano di essere il vero Israele e, conseguentemente, di essere gli eredi delle Scritture vetero-testamentarie. I seguaci del Giudaismo, forti del fatto che la maggioranza degli ebrei non ha riconosciuto Nostro Signore Gesù Cristo, sostengono che non sia avvenuto alcunché, se non la comparsa di uno dei tanti “falsi Messia”, e che la vita del popolo ebraico continua come prima. Le cose, però, non stanno così, perché il Giudaismo ha accenti marcatamente anti-cristiani, tanto nella prassi quanto nei testi; si pensi, ad esempio, ai durissimi attacchi, anche personali, a Nostro Signore Gesù Cristo ed a Maria Santissima (vere e proprie bestemmie) contenuti nel Talmud.
Il Giudaismo non è la prosecuzione dell’Ebraismo vetero-testamentario, come se l’Incarnazione non fosse mai avvenuta, ma una religione nuova. Le principali caratteristiche di novità riguardano l’assenza del Tempio, distrutto dai Romani nel 70 d.C., con la relativa impossibilità di compiere sacrifici e la conseguente fine del sacerdozio, e l’approccio anti-cristiano, a cui si deve, tra l’altro, l’abbandono della Bibbia dei Settanta, traduzione greca dell’Antico Testamento elaborata negli ambienti della comunità ebraica di Alessandria d’Egitto tra il III ed il I secolo a.C., provvedendo a scriverne un’altra, con attenzione a sfumare i termini e le frasi ritenute “eccessivamente” messianiche, soprattutto in Isaia.
Molto significativa, a questo riguardo, è, a mio modo di vedere, la primitiva versione della Birkat Ha Minim, vale a dire la dodicesima benedizione dell’Amidah, la preghiera che i seguaci del Giudaismo osservanti recitano tre volte nella giornata: al mattino, al pomeriggio ed alla sera. «Che per gli apostati non ci sia speranza; sradica prontamente ai nostri giorni il regno dell’orgoglio; e periscano in un istante i nozrim e i minim; siano cancellati dal libro dei viventi e con i giusti non siano iscritti. Benedetto sei tu che pieghi i superbi». I minim sono gli eretici, coloro che sostengono dottrine ritenute incompatibili con l’«essere ebreo»; anche sotto questo profilo si può notare un mutamento ed un irrigidimento dottrinale del Giudaismo rispetto all’Ebraismo vetero-testamentale, se è vero, com’è vero, che, ai tempi di Nostro Signore, erano parte del popolo ebraico, sia pure con una posizione religiosa ai limiti, gli esseni, che adoravano il disco solare. I nozrim, letteralmente i nazareni, sono i cristiani, così appellati in quanto seguaci di Gesù di Nazareth.
Che ci sia una maledizione contro gli eretici, anche molto pesante, non sorprende particolarmente; che i cristiani vengano annoverati nella categoria, da un certo punto di vista, pare naturale; l’elemento particolarmente significativo e che mette in luce come il Giudaismo nasca anti-cristiano è l’aver separato i seguaci di Nostro Signore da tutti gli “altri eretici” ed aver assegnato loro una posizione addirittura prioritaria all’interno delle dottrine “devianti”. È quasi come se si volessero condannare prima di tutto i cristiani e, poi, tutti gli altri per similitudine.
Il Cattolicesimo, invece, pur non sottraendosi alla polemica religiosa nei confronti del Giudaismo, la colloca nel più generale disegno di evangelizzazione del mondo, graduando, all’interno di questo, la sua condanna in base alla distanza da quanto Nostro Signore Gesù Cristo ci ha rivelato e ci ha comandato di fare. Esemplificativa, a questo riguardo, è la grande preghiera universale del Missale Romanum, che segue la lettura del Vangelo della Passione di Gesù, recitata il Venerdì Santo, al centro di tante ingiuste polemiche, proprio perché accusata di antisemitismo. La preghiera è molto lunga e si sostanzia in una serie di orazioni poste in ordine di distanza dei destinatari (intesi come categorie) dalla pienezza della Fede: dai più vicini ai più lontani. Per la santa Chiesa[3], che ha la pienezza della Fede; per il Papa[4], che ha il compito di custodire la Fede; per la Gerarchia ecclesiastica e per i fedeli[5], che devono vivere la Fede; per i governanti[6], che debbono assicurare il bene comune; per i catecumeni[7], che desiderano la Fede; per i bisogni dei fedeli[8], il cui soddisfacimento è strumentale alla vita di Fede ed alla salvezza dell’anima; per l’unità della Chiesa[9], vale a dire per la conversione degli scismatici e degli eretici, che credono in Nostro Signore Gesù Cristo, ma che non ne osservano il comando alla sottomissione a Santa Madre Chiesa o negano alcune delle verità che Egli ha rivelato. A questo punto, si inserisce l’orazione per la conversione degli Ebrei, che adorano Dio ed accettano l’Antico Testamento, ma non riconoscono Nostro Signore Gesù Cristo:
«Oremus et pro perfidis Judaeis ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum; ut et ipsi agnoscant Jesum Christum, Dominum nostrum.
Oremus.
Flectamus genua.
Levate.
Omnipotens sempiterne Deus, qui etiam judaicam perfidiam a tua misericordia non repellis: exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcaecatione deferimus; ut, agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis tenebris eruantur.
Amen».
«Preghiamo anche per gli ebrei che non credono, affinché il Signore e Dio nostro tolga il velo dai loro cuori ed anch’essi conoscano il Signore nostro Gesù Cristo.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente ed eterno, che non allontani dalla tua misericordia neppure la incredulità degli ebrei, esaudisci le nostre preghiere, che ti presentiamo per l’accecamento di quel popolo, affinché conosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, siano liberati dalle loro tenebre.
Amen».
La preghiera si conclude con l’orazione per la conversione degli infedeli:
«Oremus et pro paganis: ut Deus omnipotens auferat iniquitatem a cordibus eorum; ut relictis idolis suis, convertantur ad Deum vivum et verum, et unicum Filium eius Iesum Christum, Deum et Dominum nostrum.
Oremus.
Flectamus genua.
Levate.
Omnipotens sempiterne Deus, qui non mortem peccatorum, sed vitam semper inquiris: suscipe propitius orationem nostram, et libera eos ab idolorum cultura; et aggrega Ecclesiae tuae sanctae, ad laudem et gloriam nominis tui. Per Dominum nostrum.
Amen».
«Preghiamo per i pagani, affinché Iddio onnipotente tolga l’iniquità dai loro cuori; onde, lasciando i loro idoli, si convertano al Dio vivo e vero, ed al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente ed eterno, che non vuoi la morte, ma la vita dei peccatori, degnati d’esaudire la nostra preghiera, libera i pagani dal culto degli idoli, ed associali alla tua santa Chiesa, ad onore e gloria del tuo nome. Per nostro Signore.
Amen».
Come si evince dalla struttura della preghiera, la Chiesa riconosce al Giudaismo e, ovviamente, ai suoi seguaci una posizione che potremmo definire intermedia tra quella degli eretici e quella dei pagani. Gli riconosce, quindi, una situazione differente e più prossima alla verità rispetto a tutti gli altri culti non cristiani. Questa strutturazione del giudizio è indipendente dalle contingenze storiche di maggiore o minore inimicizia, ma si basa unicamente sui contenuti dottrinali. Sulle questioni di fatto che hanno caratterizzato i rapporti, storicamente altalenanti, tra cattolici ed ebrei contiamo di tornare nel prossimo articolo.
(4 – continua)
[1] La parola Cristianesimo deriva dal termine greco Χριστός (Christós), con cui nel Nuovo Testamento viene designato Gesù. Il suo significato letterale è quello di Unto, esattamente come quello del termine ebraico מָשִׁיחַ (mašíakh), di cui è la traduzione. Sia il termine ebraico che la sua traduzione greca assumono, però, il significato più profondo di «Unto per eccellenza», vale a dire di Messia. Cristiano, quindi, significa colui che riconosce in Gesù il Messia.
[2] Gv 19,17.
[3] Nella presente nota e nelle successive pubblichiamo la traduzione italiana delle varie orazioni.
«Preghiamo, dilettissimi fratelli, per la santa Chiesa di Dio, affinché il Signore Dio nostro le doni la pace e l’unità, la custodisca in tutto il mondo, assoggettandole i principati e le potenze del male, e conceda a noi, nella pace di una vita calma e tranquilla, di glorificare Dio Padre onnipotente.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente ed eterno, che in Cristo ha rivelato la tua gloria i popoli, dici le opere della tua misericordia, affinché la tua chiesa, diffuso in tutto il mondo, perseveri con ferma fede nella testimonianza che rende al tuo nome. Per lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, Figlio tuo.
Amen.
[4] Preghiamo anche per il nostro Santo Padre Papa [e si pronuncia il nome del Pontefice regnante: oggi Francesco]: affinché il Signore Dio nostro che lo ha scelto per elevarlo all’episcopato, lo conservi salvo ed incolume alla sua santa Chiesa per governare il popolo Santo di Dio.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente dell’eterno, che nella tua sapienza per sussistere tutte le cose, resta benevolmente ascolto alle nostre preghiere e nella tua bontà conserva il Capo supremo che ci hai eletto, affinché il popolo cristiano che è governato per tua autorità, possa, sotto 1 tale pontefice, crescere per i meriti della sua fede. Per lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, Figlio tuo.
Amen.
[5] Preghiamo anche per tutti i vescovi, sacerdoti, diaconi, suddiaconi, accoliti, esorcisti, lettori, ostiarii, confessori, vergini, vedove e per tutto il popolo santo di Dio.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente dell’eterno, il cui Spirito santifica governa tutto il corpo della Chiesa, esaudisce le preghiere che Ti innalziamo per tutte le varie categorie, affinché, per il dono della tua grazia, ognuna, nei diversi gradi sociali, Ti serva fedelmente. Per lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, Figlio tuo, nell’unità dello Spirito Santo.
Amen.
[6] Preghiamo anche per tutti i governanti e per le autorità, affinché Dio nostro Signore diriga la loro intelligenza ed il loro cuore per conservarci una continua pace.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente dell’eterno, nelle cui mani è il potere di ogni autorità ed il diritto di ogni popolo, riguarda Benigno coloro che ci governano, affinché in tutto il mondo, sotto la protezione della tua mano, sia sempre conservata all’integrità della religione e la sicurezza della patria. Per nostro Signore Gesù Cristo.
Amen.
[7] Preghiamo anche per i nostri catecumeni, affinché il Signore Dio nostro, dischiuda l’orecchio del loro cuore e la porta della sua misericordia, in modo che, ottenuta la remissione di tutti i peccati col lavacro della rigenerazione, siano anch’essi incorporati e Gesù Cristo Signore nostro.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente dell’eterno, che sempre orrendi fecondo di nuovi figli la tua Chiesa, accresci nei nostri catecumeni la fede l’intelligenza delle cose divine, affinché, rinati al fonte battesimale, siano ammessi fra i tuoi figli di adozione. Per nostro signore Gesù Cristo.
Amen.
[8] Preghiamo, fratelli dilettissimi, Dio Padre onnipotente, perché purifichi il mondo tutti gli errori, allontani le malattie, scacci la fame, apra le prigioni, spezzi le catene ed accordi ai viaggiatori il ritorno, ai malati la salute ed ai naviganti un porto sicuro.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente dell’eterno, consolazione degli afflitti, fortezza dei travagliati, giungano fino a Te le preghiere di chi Ti invoca in qualsiasi tribolazione, affinché tutti, nelle loro necessità, abbiano la gioia di sentirsi soccorsi dalla tua misericordia per nostro Signore.
Amen.
[9] Preghiamo anche per gli eretici e gli scismatici, affinché il Signore Dio nostro li strappi da tutti i loro errori e si degni di ricondurre alla santa madre Chiesa cattolica ed apostolica.
Preghiamo.
Pieghiamo le ginocchia.
Alzatevi.
Dio onnipotente dell’eterno, che salvi tutti gli uomini non vuoi che alcuno si perda, volge lo sguardo alle anime ingannate dalle frodi del demonio, affinché, deposta la perversità dell’eresia, i cuori degli erranti si convertano e ritornino all’unità della verità. Per nostro Signore Gesù Cristo, Figlio tuo.
Amen.