Tesoro nella cripta di San Magno: la “Cappella Sistina” del Medioevo

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Anagni è una bella cittadina in provincia di Frosinone, a circa 60 km da Roma. È stata un’autorevole sede vescovile e la cattedrale di Santa Maria Annunziata, costruita alla fine dell’anno 1000, teatro di importantissimi eventi della storia della cristianità.

L’imponente edificio in pietra tartara di stile romanico emiliano-lombardo conserva uno splendido  e ampio pavimento cosmatesco originale, rimasto pressoché inalterato dall’inizio del XIII secolo, già questo, e la splendida cattedra episcopale, basterebbero a giustificarne una visita, ma percorrendo fino alla fine la grande navata, scendendo le scale che portano alla cripta di San Magno coeva alla costruzione della cattedrale, lo scenario che si apre ai nostri occhi  è assolutamente stupefacente: un tripudio, un’esultanza di colori.

Questo grande ipogeo (anche questa è una particolarità) accoglie il visitatore nell’armonia dell’intreccio degli archi romanici e con i suoi ben 540 mq di affreschi! Una superfice dipinta enorme della quale non si può pensare di cogliere o comprendere tutto nel breve e contingentato spazio della visita, sopraffatti dall’emozione infatti, ci si scopre impreparati o forse persino poco motivati ad analizzare.

Dopo aver percorso la nudità di una cattedrale romanica, la fantasmagoria che ci si para dinnanzi in questa incredibile storia per immagini, ci fa perdere il filo del racconto. Abbandoniamo ben presto la narrazione, avvolti dallo stupore, ad ogni passo sul magnifico pavimento cosmatesco multicolore posiamo lo sguardo ad una ad una sulle ventuno volte, senza permanere a lungo su un particolare, su una inquadratura, su un frammento.

Il piano narrativo, che è certamente interessante e unico, per il fatto di attingere non solo alle fonti bibliche ma anche, nella famosa scena della creazione dell’uomo, al Timeo di Platone, racconta la storia della Salvezza, dalla creazione alla fine dei tempi, e gli artisti che lo hanno realizzato sono anonimi, per convenzione chiamati dagli studiosi: Primo Maestro (o Maestro delle Traslazioni), Secondo Maestro (o Maestro Ornatista), Terzo Maestro (o Frater Romanus). Ma queste interessanti informazioni, di cui esiste una nutrita bibliografia, non fanno parte integrante della prima visita, le studiamo prima o le approfondiamo poi, la magia di questo luogo unico sta nell’essere totalmente compenetrati in un tempo e uno spazio senza ordine spaziale o cronologico, in cui la comprensione e lo studio  diventano secondari; si può compiere più giri su se stessi e non perdere il senso di Bellezza che questo scrigno creato per accogliere le reliquie dei santi doveva comunicare.

L’arte che avvicina a Dio, qui più che altrove, dice molto di più del suo racconto.

 

 

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