Servitore del Popolo: il gioco politico di Zelens’kyj – Parte XV

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Nell’episodio precedente, abbiamo lasciato Vasily Petrovyč che si risveglia sul proprio letto con accanto i fiori che egli aveva regalato a sua madre, come se ella abbia voluto restituirglieli. Così, il Presidente cerca di parlare con lei per capirne la ragione, ma Mariya Stefanovna Goloborodko, mentre è impegnata a prepararsi per uscire di casa, gli dà una delle peggiori punizioni che una madre possa dare al proprio figlio: la punizione del silenzio e dell’ignoramento.

Visto l’atteggiamento della madre, per Vasily Petrovyč è sempre più difficile capire cosa stia succedendo, finché non sente, indovinate che cosa: il telegiornale. Tanto per cambiare, il Presidente ucraino comprende qualsiasi situazione, privata o meno, solo dopo aver visto il telegiornale…

Vasily Petrovyč raggiunge il padre nel salotto, mentre guarda un servizio giornalistico, in cui il Presidente dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale) Elga Rasmussen si dichiara soddisfatta, dal momento che il Presidente sembra aver acconsentito ad una delle condizioni per la concezione del prestito, ovvero all’alzamento dell’età pensionabile. Petro Vasil’ovyč Goloborodko si accorge della presenza del figlio ed esclama: «Ecco cos’era questa folata di alito marcio… Il nostro povero martire si è svegliato…».

Tanto per far capire che le sue non sono parole vuote, Petro Vasil’ovyč si allontana da Vasily Petrovyč, mentre questi ascolta, adesso, l’intervista rilasciata dal Primo Ministro Jurij Ivanovyč Čuiko: «Personalmente, non condivido questa scelta, ma… ieri notte mi ha telefonato il Presidente… E nonostante una lunga discussione, ha insistito affinché noi osservassimo i criteri posti dall’FMI. E malgrado la nostra riluttanza verso la sua appassionata richiesta, abbiamo dovuto accondiscendere…».

Per una volta, Jurij Ivanovyč è stato sincero: nella parte precedente, il Presidente aveva già espresso il suo desiderio di assecondare le richieste del Fondo Monetario Internazionale alzando l’età pensionabile, oltre a tagliare pure gli stipendi ai dipendenti pubblici, e il Primo Ministro aveva espresso il suo disappunto. Persino uno dei politici più corrotti della serie ha dimostrato di avere più interesse nei confronti del popolo ucraino, rispetto al tanto atteso «martire», come lo ha chiamato ironicamente Petro Vasil’ovyč.

Ovviamente, i genitori sono furenti con Vasily Petrovyč, visto che Mariya Stefanovna, il giorno dopo aver finalmente raggiunto la pensione, deve già tornare a lavorare. Il Presidente si giustifica con il padre dicendo: «N-non pensavo che toccasse anche a lei…».

«Non pensavi?! Ti hanno eletto per guidare questo Paese, devi pensare!».

Come dargli torto? Anche perché ricordiamo che, una volta (parte X), Vasily Petrovyč ha trattato il padre esattamente come se fosse un estraneo alla famiglia, visto che si era messo a fare il taxista senza licenza. Per l’aumento dell’età pensionabile, invece, la madre doveva essere esonerata… Non era Vasily Petrovyč (o Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj) ad essere contro il nepotismo e il favoritismo?

La cosa, però, davvero allucinante è che Vasily Petrovyč non si scusa con la madre, bensì le chiede di mettersi nei suoi panni e di comprenderlo, quando lui stesso ricorda a malapena che cosa abbia effettivamente fatto la notte precedente.

«Mamma, ascolta. Come figlio, sono davvero mortificato, ma come Presidente non potevo agire in altro modo».

La povera donna, posando una mano sulla guancia del figlio, gli risponde: «Come madre ti capisco benissimo…».

E, sotto i ringraziamenti di Vasily Petrovyč, sembra andarsene, ma poi si rivolge nuovamente a lui, affermando: «Ma come pensionata [gli dà uno schiaffo] non potevo agire in altro modo…».

E questa volta se ne va per davvero, sotto lo sguardo preoccupato di Tolja; è difficile dire se sia preoccupato per la situazione di Mariya Stefanovna o per Vasily Petrovyč, tutto dolorante per la meritata sberla.

Arrivato al Palazzo Presidenziale, il Presidente si ferma al bar con il suo amico, il Ministro degli Esteri Serhij Viktorovič Muchin, anche lui non particolarmente contento. Appena arriva il suo ordine, deposto in un’enorme tazza, Vasily Petrovyč domanda alla barista: «Che cos’è, scusi?».

«Quello che ha chiesto: espresso quadruplo in tazza grande».

È confortante avere un Presidente che non sa neanche che cosa ha appena ordinato al bar, vero?

Per aiutarlo a riprendersi maggiormente dalla sbornia della sera prima, Serhij Viktorovič aggiunge al caffè delle pastiglie effervescenti. Nel vedere tutte quelle bolle salire sopra la superficie del caffè, Vasily Petrovyč esclama: «[…] Io non bevo questa roba!».

«Ah no?» domanda ironicamente Serhij «Ieri sera, però, non dicevi così…».

E gli consegna la tazzona, per poi portarlo a sedersi ad un tavolo, dove Vasily Petrovyč esprime il suo desiderio di voler ricordare cosa fosse successo il giorno prima, quando il Ministro degli Esteri e il Presidente dell’Ucraina (selvaggiamente ubriacato) erano intenti ad ottenere una proroga da Elga Rasmussen. Che bisogno ci fosse che un astemio come Vasily Petrovyč si ubriacasse, resta un mistero…

Ad ogni modo, Serhij Viktorovič racconta: «[…] Ero a buon punto, mio caro. […] E la tipa era pure a posto; la prima donna straniera che ride alle mie battute… […] Quindi, dopo il terzo cicchetto, mi hai privato della mia autorità…».

«Come?».

«Così…».

E gli mostra un video, dove Vasily Petrovyč è ubriaco fradicio e insulta l’amico, sottolineando la sua calvizie.

«Sto morendo dalla vergogna…» esclama Vasily Petrovyč.

«Perché? Eri partito benissimo all’inizio. […] Avevi cominciato dicendo che Ucraina e Svezia sono Paesi spiritualmente vicini, Nazioni affini… Hai parlato delle radici storiche dei nostri rapporti».

«Bè, cose belle, no?».

«Sì, certo, belle…» risponde Serhij Viktorovič, mostrandogli un altro video, dove il Presidente è sempre più ubriaco e dice al Presidente dell’FMI e alla sua amica, il Presidente della Banca Europea per lo Sviluppo, Matilda Olsen: «Voi svedesi siete brava gente… Ci avete anche burlato per tanto tempo. La nostra capitale l’ha fondata quel come si chiama. Quel vostro Kij… Tu pensa. E poi, noi, vi abbiamo preso a calci… a Poltava… Bel segno di gratitudine da parte nostra. Ma nonostante tutto, noi restiamo amici, giusto?».

La fondazione di Kiev è stata fatta, secondo una leggenda, nel V secolo da un capo tribù slavo-orientale di nome Kij, dai suoi fratelli minori Šček e Choriv e dalla sorella Lybid. Kiev, infatti, è traducibile come “appartenente a Kij” o “luogo di Kij”. Tuttavia, la discendenza del leggendario fondatore vichingo non è svedese, come invece sostiene la fiction, ma slava.

Inoltre, una contraddizione essenziale si presenta quando il “colto” ex-storico e attualmente Presidente dell’Ucraina cita il secondo periodo storico, ovvero la campagna di Poltava (1707 – 1709), verificatesi durante la Grande Guerra del Nord (marzo 1700 – settembre del 1721), dove Carlo XII di Svezia (17 giugno 1682 – 30 novembre 1718) combatté contro Pietro Alekseevič Romanov, meglio conosciuto come Pietro il Grande (9 giugno 1672 – 8 febbraio 1725), e si concluse con la vittoria dell’esercito imperiale russo. Ha detto alle donne svedesi: «Noi, vi abbiamo preso a calci…». Ma è ben risaputo che Pietro il Grande era russo. Con quel «noi», Vasily Petrovyč (o Zelens’kyj) riconosce platealmente quello che ha sempre negato fino ad ora: che gli ucraini sono russi, o almeno hanno una discendenza russa.

«Una vergogna assoluta…» esclama Vasily Petrovyč, alla fine del video.

«Al contrario… Hai tirato in ballo anche gli aspetti culturali dei nostri due Paesi».

Vale a dire la cultura sugli alcolici. Infatti, in un altro video, il Presidente ridicolizza gli alcolici svedesi per elogiare la vodka, continuando a berla senza sosta, per poi andare a cantare a squarcia gola davanti a tutti i presenti nel locale.

«Sarà uno scandalo, è certo…».

«Oh, io non credo» risponde Serhij Viktorovič «Sarà uno scandalo, ma internazionale. Stai sereno. Poi ti sei ripreso con il ballo».

«Pure il ballo?».

E così il Ministro degli Esteri mostra a Vasily Petrovyč l’ultimo video della nottata, cioè quello che fa vedere il Presidente, ormai talmente ubriaco da essere irrecuperabile, che balla (se così si può dire) con il Presidente dell’FMI, fino a far cadere entrambi nella piscina, sotto lo sguardo incredulo di Matilda Olsen e quello divertito di Serhij Viktorovič. Il bello è che Vasily Petrovyč ha continuato a ballare con Elga Rasmussen anche mentre erano in acqua.

Finito il video, Vasily Petrovyč esclama avvilito: «È davvero finita…».

«Oh, no. È solo cominciata. Dopo aver gridato: […] “Mia piccola svedesina, ti offro questa piscina di champagne”, hai fatto bere a tutti l’acqua della piscina».

Serhij Viktorovič, invece, con questa ultima rivelazione, fa correre l’amico in bagno per… far uscire tutta l’acqua clorata dal suo stomaco. Finita l’emergenza, Vasily Petrovyč va nel suo ufficio e chiede a Serhij Viktorovič di annullare la conferenza stampa, visto il suo stato di salute, per non parlare di quello mentale.

«Vasia, non potresti avere una aspetto migliore», risponde il Ministro degli Esteri, «La tua faccia da morto dimostrerà al Paese quanto sia stata faticosa la tua scelta».

È incredibile come Serhij Viktorovič Muchin, sebbene sia entrato in politica poco dopo Vasily Petrovyč e, per di più, di malavoglia, abbia imparato decisamente di più rispetto al Presidente stesso (non che ci voglia molto).

Comunque, Vasily Petrovyč riceve un messaggio sul cellulare da parte di Matilda Olsen, il quale dice: «La tua loquacità mi ha sorpresa piacevolmente».

Successivamente ne riceve un altro che dice: «Spero che sia tutto pronto per domani».

Vasily Petrovyč diventa nuovamente confuso, mentre Serhij Viktorovič mantiene la calma con qualche accenno di soddisfazione. Allora, il Presidente chiede spiegazioni al Ministro degli Esteri: «Quando non sei riuscito a tirare Elga fuori dalla piscina, hai afferrato Matilda, l’hai infilata in un taxi al grido: “Capo, in hotel!” e ti sei dileguato nell’ombra».

«[…] E tu non potevi fermarmi?!».

«Sì, e quando? Mentre salvavo la pelle alla povera Elga che grazie a te stava per affogare?».

Finalmente, la troupe della conferenza stampa ha potuto iniziare a lavorare e Vasily Petrovyč, con la sua cosiddetta «faccia da morto», che poi non ha, incomincia il suo discorso al popolo ucraino. Peccato che Serhij Viktorovič abbia dovuto assisterlo per tutto il tempo della registrazione. Per essere un ex-attore playboy, ha dimostrato di avere molto più senso di responsabilità dell’amico.

Tuttavia Vasily Petrovič non è l’unico ad avere problemi derivati dal precedente episodio, in cui ricordiamo che la Direttrice della Banca Nazionale, Olha Jurijivna Miščenko, è rimasta rinchiusa nel caveau della Banca Centrale di Kiev dal Presidente del Consiglio di Sorveglianza della Banca Nazionale, Dmitry Vasilyevič Surikov. Finalmente, vengono tirati fuori dagli addetti della banca, mentre Olha Jurijivna continua a lamentarsi per assenza di telecamere, porte d’emergenza o mezzi di comunicazione nel caveau e Michajlo Ivanovič l’appoggia in tutto quello che dice. Appena la Direttrice si allontana, l’addetto domanda confuso al Ministro: «Signor Vasilyevič, lei sa che c’è un pulsante per l’apertura d’emergenza, vero?».

«Lo so… Lo so benissimo. E anche tu lo sai. Ma lei non dovrà mai saperlo…».

Insomma, ormai è chiaro qual è l’intento di Dmitry Vasilyevič: conquistare Olha Jurijivna, ma certamente, non per il suo fascino o la sua persona; solo per la sua posizione.

Finito finalmente di assistere Vasily Petrovyč, Serhij Viktorovič si ritrova costretto a seguire nuovamente i consigli, o meglio, gli insegnamenti della sua instancabile assistente Oksana Skovoroda, che diventa sempre meno paziente e sempre più autoritaria con il suo superiore. Già all’inizio dell’episodio, prima che Serhij incontrasse Vasily al bar, Oksana informa il Ministro degli Esteri che il giorno dopo avrà un pranzo importante con il Re di Spagna in persona, Filippo VI (Madrid, 30 gennaio 1968), realmente in carica dal 19 giugno 2014. Serhij Viktorovič, come sempre, sminuita la situazione, pensando che sia sufficiente parlare di calcio, più precisamente del Real Madrid, e fare qualche battuta su Messi e Barcellona per risultare simpatico agli occhi del «vecchio Fil», come lui chiama il monarca spagnolo. Oksana sostiene che il Re potrebbe portare delle bottiglie di vino che il Ministro degli Esteri dovrà, ovviamente, assaggiare o, meglio, degustare, per cui l’assistente prenota un ristorante, per quella stessa sera, per far fare a Serhij Viktorovič un corso accelerato di sommelier, di cui sarà lei l’insegnante. E qui si presenta un brutto errore di regia.

È sera e i due sono al ristorante; cominciano l’allenamento per la degustazione con i vini rossi. La scena successiva, mostra, invece, l’ufficio del Presidente, mentre dorme sul divanetto, poco prima di essere svegliato dalla sua segretaria Bella, la quale lo informa che ha cancellato tutti i suoi impegni, per permettergli di andare a casa a riposare. La sua segretaria sembra essere la sua unica consolazione, visto che è stata la sola a “riconoscere” i suoi sforzi; anche se, è difficile affermare quali essi siano, visto che la scelta sulle pensioni, indipendentemente dal fatto che sia giusta o sbagliata, l’ha fatta senza neanche accorgersene, essendo ubriaco.

In ogni caso, la scena dopo ci riporta al ristorante, dove possiamo notare l’errore menzionato prima. Come è stato già accennato, è sera quando Serhij Viktorovič e Oksana sono al ristorante, mentre nell’ufficio del Presidente è giorno. Il corso della giornata è lo stesso, quindi com’è possibile che prima sia sera e successivamente giorno, per poi tornare la sera?

Inoltre, Oksana dimostra di non apprezzare l’arte della degustazione, come invece aveva affermato. Si capisce quando fa una battuta su Filippo VI: «L’anno scorso [2014], Filippo VI ha rescisso un contratto con il Presidente della Nigeria perché ha chiesto del ghiaccio da mettere addirittura nel vino rosso».

Ella ride alla sua stessa battuta, mentre Serhij Viktorovič finge solo di farlo, comprendendo che non fa ridere per niente. Tuttavia, anche il Ministro degli Esteri non si trattiene sulla persona di Filippo VI. Oksana, oltre alla degustazione del vino, vuole preparare il suo superiore anche per quella sul brandy, visto che il Re spagnolo potrebbe portare anche quello. Venuto a conoscenza di questo, Serhij Viktorovič esclama: «Alcoolizzato…».

È chiaro che non si comprende a pieno l’arte, e non la «scienza», come la chiamano nella fiction, della degustazione e, di conseguenza, manca la benché minima conoscenza. Come è altrettanto chiaro che agli ucraini non piace molto la figura di Filippo VI, a quel tempo Re da solo un anno e mezzo. Inoltre, non è riportato da nessuna parte la sua passione per i vini, anzi, si dice che preferisca la birra. Vista la totale mancanza di informazioni specifiche su Filippo VI, è molto probabile che l’antipatia nei suoi confronti nasca semplicemente dal fatto che egli sia un monarca. Insomma, l’insofferenza verso il Re spagnolo è completamente gratuita.

Tornando alla serie televisiva, dopo aver degustato il vino rosso e il vino bianco, arriva il momento del brandy. Senza neanche sciacquarsi la bocca, come è di norma fare per pulirla dal gusto del vino sorseggiato in precedenza, Oksana è intenta a mostrare a Serhij Viktorovič come bisognerebbe bere il brandy.

«Sei sicura che sia una buona idea mischiare?» domanda il Ministro degli Esteri all’assistente.

«Signor Viktorovič, è sempre uva, giusto?» risponde sfacciatamente Oksana, dimostrando la sua reale competenza, o per meglio dire incompetenza, per la degustazione.

«Sicura?».

«Conosco molto bene i miei limiti».

Vero, tanto da crollare sul posto, per poi risvegliarsi nell’appartamento di Serhij Viktorovič. Dopo averle fatto maliziosamente credere il contrario, il Ministro degli Ester, la rassicura dicendo che non le ha fatto niente, mentre era priva di sensi e che la ragione per cui l’ha portata a casa sua era perché non era riuscito a capire dove ella abitasse. Dopo essersi un poco rimessa a posto, lei domanda l’ora al suo superiore.

«Tra un’ora abbiamo l’incontro al ministero e io ancora non so qual è il vino preferito del Re».

Al solo aver sentito la parola «vino», Oksana corre in bagno. Per la cronaca, se è stata male tutta la notte, tanto da non ricordare niente, ed essendo stata nell’appartamento di Serhij Viktorovič per la prima volta, come faceva a sapere dove si trovava il bagno?

A concludere l’episodio sono gli oligarchi che, mentre stanno in posa per farsi ritrarre da un pittore, si compiacciono enormemente per la recente impopolarità di Vasily Petrovyč, specie dopo la grande delusione ricevuta l’ultima volta (parte VIII). Senza contare che loro non erano riusciti a trovare nulla contro di lui. Infatti, la cosa più soddisfacente per loro è il fatto che non hanno dovuto fare niente per metterlo in difficoltà. Tuttavia, intendono approfittare della situazione per aumentare per sue difficoltà. Ragion per cui contattano Jurij Ivanovyč.

 

 

 

 

– 15 continua

 

 

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