Tra i quaranta martiri inglesi canonizzati da Paolo VI figura un’abile falegname, Nicholas Owen, non l’unico del mestiere ad avere scalato l’onore degli altari in duemila anni. Il lavoro nobilita l’uomo e vissuto in unione con Dio lo eleva alle vette della santità. La sua vicenda si colloca sotto il regno di Giacomo I e la sua arte gli consentì, da religioso gesuita, di realizzare per molti anni rifugi per nascondervi i sacerdoti perseguitati, come ricorda il Martirologio Romano.
Nicholas, nato ad Oxfordshire verso il 1550, era uno dei quattro figli di Walter Owen, un carpentiere di Oxford, che gli trasmise una straordinaria abilità manuale. Uno dei fratelli divenne editore di libri cattolici, mentre gli altri due divennero sacerdoti. Nicholas lavorò a stretto contatto con i gesuiti per parecchi anni prima di entrare nel 1597 egli stesso, ormai adulto, nella Compagnia quale fratello converso. Era un ometto piccolino e rimase zoppo da quando un cavallo da soma gli cadde addosso rompendogli una gamba.
Il nome di Nicholas Owen compare la prima volta in relazione al più celebre confratello gesuita Sant’Edmondo Campion, del quale pare fu servitore e ne prese le difese quando questi venne accusato di tradimento. Erano infatti gli anni delle persecuzioni anticattoliche, suscitate in Inghilterra dall’avvento dello scisma anglicano e fomentate dagli stessi sovrani inglesi, interessati a salvaguardare l’unità religiosa della nazione. Anche Nicholas venne arrestato nel 1581 ed incarcerato in condizioni assai rigide. Quando fu liberato, sparì per un certo periodo, ma pare che poi, dal 1586 al 1606, fu al servizio del padre provinciale gesuita, Henry Granet, con il quale viaggiò molto, ospitato dai cattolici inglesi e andava costruendo rifugi per i missionari ricercati, opera quest’ultima in cui adoperò ogni sua energia ed in cui poté dimostrare tutto il suo ingegno.
John Gerard ebbe a scrivere di Owen: «Davvero penso che nessuno abbia fatto più bene di lui tra tutti quelli che lavorarono nella vigna inglese». Nel 1594 Nicholas andò a Londra con padre Gerard per l’acquisto di una casa, ma furono traditi da un tale che già aveva tentato di incastrarli. John Gerard e Nicholas Owen furono così arrestati e poi incarcerati separatamente. Nicholas fu torturato per ore insieme ad un suo compagno di prigionia, ma ostinandosi a non voler rivelare nulla fu rilasciato dietro il pagamento di cauzione. Continuò allora a frequentare Gerard e questi di conseguenza, nel 1597, fu imprigionato nella Torre di Londra. Il suo discepolo fu però complice della sua spettacolare fuga e probabilmente fu anche lui a trovargli un sicuro nascondiglio.
Dalla fine del 1605, con la Congiura delle polveri, si accrebbero in Inghilterra i sentimenti di opposizione verso i cattolici, ma il segretario di stato venne a conoscenza del luogo in cui Owen e tre confratelli si erano rifugiati, Hindlip Hill nel Worcestershire. Dopo una settimana di ricerche, Nicholas decise di uscire allo scoperto e consegnarsi volontariamente per tentare in tal modo di salvare la vita ai sacerdoti, ma i ricercatori lungi dal demordere scovarono comunque il nascondiglio. Padre Oldcorne ed Ashley vennero impiccati, sventrati e squartati nel 1606 a Worcester, mentre padre Garnet ed Owen vennero condotti a Londra.
Quest’ultimo fu crudelmente torturato per giorni sempre allo scopo di estorcergli informazioni circa le case che ospitavano sacerdoti ed in cui si celebrava la Santa Messa cattolica. Infine venne appeso ai polsi, con dei pesi alle caviglie, e dopo sei ore il suo corpo si squarciò per la trazione. Non rivelò mai nulla di compromettente, limitandosi a ripetere i nomi di Gesù e Maria. Morì dopo una terribile agonia il 22 marzo 1606 a Londra.
Nicholas Owen fu beatificato nel 1929, insieme ad una folta schiera di martiri della medesima persecuzione, ed infine canonizzato il 25 ottobre 1970 da papa Paolo VI insieme ai Quaranta Martiri d’Inghilterra e Galles. Questi quaranta personaggi furono selezionati tra i molti già venerati come Beati, in base ad un criterio di notizie biografiche, quasi come se le notizie biografiche al riguardo dei singoli fossero più importanti dell’aspetto martiriale. Ma erano anni segnati dall’ideologia, tante strane operazioni venivano poste in atto, anche nel campo agiografico e cultuale, ad esempio spuntando dal Martirologio e dal calendario liturgico quei santi riguardo ai quali i secoli avevano tramandato scarse informazioni. Mode passeggere, tanto che sotto l’attuale pontificato sono giunti alla canonizzazione persino dei gruppi di martiri di cui fanno parte dei fedeli dei quali non sono stati tramandati neppure i nomi di battesimo, come nel caso dei Martiri di Otranto messi a morte dai turchi o dei Martiri del Brasile uccisi dai calvinisti.