L’Inferno di Dante è stato rispettato nella mostra allestita a Roma

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Dal  15 ottobre al 9 gennaio 2022 resterà aperta al pubblico, nelle Scuderie del Quirinale di Roma, la grande e avvincente mostra Inferno, curata da Jean Clair e dalla moglie Laura Bossi, per rendere omaggio a Dante nell’anno che celebra i 700 anni dalla sua morte. Il grande storico dell’arte (il cui vero nome è Gérard Régnier), saggista, direttore di musei (tra cui il Musée Picasso di Parigi), membro dell’Académie Française, è un profondo critico della cultura e in particolare dell’arte contemporanea (si pensi al suo capolavoro L’Hiver de la culture). 

Questo allestimento è un progetto articolato, ambizioso e molto chiaro: pone sotto le luci del riflettore la prima delle tre cantiche della Divina Commedia attraverso delle opere artistiche, fra cui veri e propri capolavori, al fine di esprimere il senso ultimo dell’imponente affresco letterario e teologico del sommo Poeta. In questo contesto di vita letale e atroce, di tortura perenne e di assenza totale di Dio (Sublime Amore, Bellezza, Beatitudine eterna), si presenta all’umanità  il destino di chi persegue «l’aiuola che ci fa tanto feroci» (Par. XXII, 151), dove imperano il peccato originale e i peccati  mortali, i quali conducono nella dimensione della dannazione eterna, ma, come dimostra il viaggio di Dante, che ascolta da una parte la testimonianza dei dannati e dall’altra le voci sapienti di Virgilio e Beatrice, è possibile compiere un percorso di Redenzione dalle miserie e dagli orrori, personali e collettivi.

Hanno dichiarato i curatori: «Che sia espressa nei cupi avvertimenti di sofferenza eterna nelle miniature medievali, nell’incontro con un universo satanico fatto di tragedie terrene nell’arte rinascimentale e barocca, nei tormenti dell’anima raffigurati nelle tele romantiche e simboliste, o nelle moderne interpretazioni psichiatriche del mistero del Male, la credenza in un possibile traguardo di dannazione si è dimostrata straordinariamente persistente»[1].

In questi giorni c’è chi ha certato di vedere la presenza del maligno e dell’Inferno all’interno dell’organizzazione della mostra, come ha sottolineato Roberto de Mattei nel suo articolo La Mostra sull’Inferno alle Scuderie del Quirinale. Considerazioni di un visitatore, pubblicato sull’Agenzia di informazione settimanale «Corrispondenza Romana»: purtroppo, nella confusissima e spesso disinformata nostra società – la bulimia di informazione crea disinformazione, se non ignoranza vera e propria –  si tranciano giudizi senza conoscere di cosa si stia realmente parlando. Afferma de Mattei: «i cultori del satanismo amano parlare del demonio, dipingendolo in maniera seducente, ma evitano di ricordare l’esistenza dell’Inferno, che essi negano. La Mostra delle Scuderie riporta invece alla luce questa tragica verità escatologica e non ispira nei visitatori il fascino di Satana, ma l’orrore dell’Inferno e delle sue pene. Una frase dello storico dell’iconografia medioevale Jérôme Baschet, che, nella Mostra, commenta un’immagine della bocca dell’inferno, è significativa: «L’Inferno è altrettanto terribile e minaccioso quanto il mostro che lo rappresenta».

Viviamo in un’epoca che potremmo a ragione definire millenarista. Si considerano ingenui, e qualcuno irride, i millenaristi dell’anno Mille dell’Europa Cristiana, quando temevano la fine apocalittica del mondo. Ma oggi non stiamo molto meglio da allora: l’Occidente, scristianizzato e secolarizzato, terrorizza politicamente e mediaticamente con i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale, la/le pandemie, il supercontrollo nelle vite di ciascuno di noi, il disfacimento delle famiglie tradizionali, il genocidio abortista, l’eutanasia, le perversioni sessuali, la pedofila, il moltiplicarsi costante e pauroso delle patologie di carattere psicologico e psichiatrico, con i relativi suicidi (in particolare fra gli adolescenti insoddisfatti e le adolescenti anoressiche: tre ogni giorni nel continente europeo)[2], e ancora la violenza decuplicata negli ultimi tempi all’interno dei ménage quotidiani, senza contare le sacche di delinquenza di tutti i generi che si vanno ingrossando di giorno in giorno… tutto ciò non fa altro che produrre, in un Occidente che va spedito contro le leggi secondo natura e quelle divine, squilibrio, turbamento, incapacità di gestire sé e gli altri, insicurezza, panico, terrore. Mai, come in questi quasi due anni di pandemia, fra gli uomini contemporanei è circolata tanta paura di morire, in un momento in cui scienziati, medici, virologi si sono trovati e si trovano incerti ed insicuri di fronte al presente “virus infernale”.

Lo stesso Jean Clair sottolinea come oggi è diventato possibile trattare della tematica Inferno senza tabù, almeno dal punto di vista artistico: «nel 2020 il tema dell’Inferno, e più in generale della fine ultima dell’umanità, è tornato di grande interesse: lo storico Carlo Ossola ne parlerà al Collège de France, a Parigi e la Bibliothèque Nationale de France sta preparando per il 2022 una mostra sull’Apocalisse, mentre a Deauville ne sarà allestita una sul Paradiso «Non è un caso che oggi ci si interessi alla fine dell’uomo, alla salvezza, al castigo»[3]. Inoltre: «Il tema dell’Inferno mi abita da tempo. Già nel 2006 avevo proposto un progetto di mostra a dei musei francesi e al Prado di Madrid, che possiede il più bel quadro al mondo sul tema, il trittico di Bosch. La risposta era stata no, come se fosse incongruo all’epoca interessarsi all’Inferno. Ho dunque accolto con fierezza e gioia l’invito delle Scuderie del Quirinale a curare per loro una mostra sull’Inferno di Dante, senza che fossi stato io peraltro a sollecitare il museo. Il progetto realizza per così dire un mio sogno di lunga data: quello di concludere il mio lavoro di curatore di mostre su un tema spettacolare come questo e che mi sta a cuore»[4].

Il percorso della mostra è caratterizzato da 232 opere, proveniente da 87 prestatori di 15 Paesi. Sono presenti riferimenti specificatamente religiosi, ma anche artisticamente simbolici tra tesi filosofiche e psicologiche, fino agli sviluppi sulle condizioni sociali e di guerra. Innanzitutto, il visitatore si trova di fronte alla Porta dell’Inferno scolpita da Auguste Rodin per poi riflettere sulle origini di questo stato di vita eterna mediante l’opera Caduta degli Angeli ribelli di Andrea Commodi per quanto riguarda gli spiriti angelici, mentre per le persone umane il Giudizio Finale del Beato Angelico (qui sopra, a destra), risalente al 1425. Ma troviamo pure alcune preziosissime pagine del manoscritto miniato La Città di Dio di Sant’Agostino (in alto a sinistra, Sandro Botticelli, La Divina Commedia: la voragine infernale, 1481-1488. Punta d’argento e inchiostro su pergamena. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, inv. Reginense Lat. 1896, pt. A, f. 101r) o la straordinaria Voragine Infernale su pergamena di Sandro Botticelli del 1488, prestata dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. Non potevano certo mancare in questo eccellente viaggio le magistrali illustrazioni di Gustave Doré del 1861.

Per sfatare ogni dubbio su chi ha fantasticato sull’immaginare una mostra infernale, allestita per motivi di carattere d’impronta satanista, vogliamo riprodurre qui alcune delle diciture che abbiamo fotografato all’allestimento per dimostrare un’impronta sana dell’iniziativa, dove i Novissimi, realtà facente parte della dottrina cattolica  (che la Chiesa stessa ha dimenticato di trasmettere, da quasi 60 anni a questa parte, ovvero dal Concilio Vaticano II) sono presenti per ricordare che la nostra caducità e la nostra fragilità si poggiano in primo luogo sulla realtà del peccato introdotto per primo da Satana che da sempre, fin dalla creazione dell’uomo e della donna, vuole allontanare queste creature dal loro Creatore. Dio li ha plasmati a Sua immagine e somiglianza e li ha destinati alla felicità,  tanto da inviare sulla terra Suo Figlio per liberarli dalla schiavitù demoniaca del peccato stesso. Ma nel rispetto del loro libero arbitrio, essi possono scegliere da che parte stare, finanche che futuro ultimo avere: il premio o il castigo.

 

 

 

 

 

 

La porta dell’inferno è una scultura incompiuta di Auguste Rodin, commissionata nel 1880 per una porta ornamentale da collocarsi al Musée des Arts Décoratifs di Parigi sul quale lo scultore lavorò per più di trent’anni, fino alla morte. Nel settembre 2021, il modello di fusione in gesso in scala 1:1, è stato trasferito tramite un camion speciale dal Musée Rodin di Parigi alle scuderie del Quirinale per la mostra Inferno, a cura di Jean Clair

 

Gustave Doré, Dante e Virgilio nel nono cerchio dell’Inferno, Bourg-en-Bresse, Musée du Monastère Royal de Brou

 

ORARI: Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00. FESTIVITÁ NATALIZIE: 24 e 31 dicembre dalle 10.00 alle 15.00, 25 dicembre e 1° gennaio dalle 16.00 alle 20.00. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura.

COSTO DEL BIGLIETTO: Intero € 15,00 Ridotto € 13,00 Over 65 € 10,00 Gratuito under 6 Giovani 6-17 anni € 2,00 Diritto di prenotazione intero, ridotto e promozioni: € 2,50. Audioguida gratuita disponibile sull’APP delle Scuderie del Quirinale

INDIRIZZO DELLA MOSTRA: via Ventiquattro Maggio 16

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 02 92897722

E-MAIL INFO: info@scuderiequirinale.it

SITO UFFICIALE: http://www.scuderiequirinale.it

 

 

[1] L’Inferno di Dante alle Scuderie del Quirinale, «Arte magazine», 14 ottobre 2021, in https://artemagazine.it/2021/10/14/linferno-di-dante-alle-scuderie-del-quirinale/

[2] In Europa 3 suicidi di adolescenti al giorno, è la seconda causa di morte, ANSA, 15 ottobre 2021, in:

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2021/10/15/-in-europa-3-suicidi-adolescenti-al-giorno-2a-causa-morte-_67ab7dd2-cd60-4ae6-8bd6-218c57734632.html?fbclid=IwAR0VysG16eu1dEjzQkRjHEquM2yyLqpwZekAk5udNltUqME0Vb6Nlt-D9pU

[3] L. De Micco, I gironi danteschi di Jean Clair, «Il Giornale dell’Arte», 3 ottobre 2020, in https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/i-gironi-danteschi-di-jean-clair/134221.html

[4] Ibidem.

 

 

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