La “creazione” di Padre Tommaso Catani

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Nell’arte dell’illustrazione, l’opera di Carlo Chiostri (1863-1939) si presenta come una realizzazione perfetta della storia figurata: la narrazione si svolge tra testo e immagini, in un rimando puntuale, in una reciprocità visionaria.  Antonio Faeti, in Guardare le figure[1] pone Carlo Chiostri come esponente dei “figurinai”, illustratori che si pongono in continuità con la tradizione dell’imagerie popolare, in uno stile fortemente comunicativo, che evoca il fantastico e il fiabesco[2] attraverso il realismo descrittivo.

Non è quindi anomalo che dall’illustratore si sposti l’attenzione sull’autore, quando tra i due si manifesti tale complementarietà, né appaia pensabile l’uno senza l’altro. S’incontra per questa via Tommaso Catani (1858-1925), padre scolopio, figura appartata ed originale nel panorama della letteratura per l’infanzia, insegnante, divulgatore scientifico, autore prolifico e vario, a cui fra l’altro si deve la creazione di una sorta di saga in dodici libri, illustrati appunto da Chiostri e pubblicati da Salani dal 1914 al 1925.

Trascurato nelle storie di letteratura per ragazzi o talvolta liquidato come autore di testi moralistici ed edificanti, Padre Catani, nelle memorie di chi lo conobbe e nell’opera a noi pervenuta, si presenta come una figura altrimenti viva e complessa, concentrata nella missione scientifica e pedagogica e nello stesso tempo libera nella sua accesa, originale creatività.

 

I “viaggi che divennero libri” di Padre Catani

Di Padre Catani, nato a Firenze, laureato in Scienze Naturali e insegnante nelle Scuole Pie Fiorentine, Don Giulio Facibeni dette, dopo la sua morte, questo ritratto: «P.Tommaso Catani,  autore di molte ed apprezzate pubblicazioni per ragazzi, scrittore toscanissimo, vivo, arguto; sotto apparenti stramberie, nascondeva un’anima luminosissima.»  Tutt’altro che un conformista, quindi, dispensatore di ammaestramenti e luoghi comuni: padre Catani è ricercatore in botanica e zoologia, autore di testi scientifici[3], insegnante entusiasta e viaggiatore intrepido; d’altra parte è studioso della mistica (autore di un testo su San Giovanni della Croce) e particolarmente devoto di san Francesco di Sales. La sua passione pedagogica si riversa nei testi didattici, nei manuali scolastici, nelle vite dei Santi raccontate ai ragazzi, ma la sua “stramberia”, la sua vena ironica, il suo gioco linguistico, s’impone nella narrativa, che lui stesso, nelle sue memorie[4], chiamò «viaggi che divennero libri»: viaggi nella natura e nell’arte, certo, ma anche viaggi nella più estrosa, incontenibile fantasia.

 

 La saga di Marchino & C.

 Padre Catani fu amico di Carlo Collodi, ma non si può definirlo “collodiano”, perché il rapporto col più celebre scrittore, pur in simili atmosfera regionale, interesse pedagogico e ricchezza immaginativa, non è subalterno[5], data l’originalità di contenuti e formale delle opere del nostro.

 

Ci riferiamo in particolare ai dodici libretti in cui, partendo dalla messa a fuoco di un mondo parallelo e nello stesso tempo compenetrato a quello umano, Padre Catani trascina il lettore in una vera e propria saga, a partire dalle avventure di Marchino, l’asino volante, con decine di altri personaggi, per lo più «quadrupedi»[6], ma anche polli, piccioni, lucertole ed insetti. Si tratta di una rappresentazione surreale, nella quale gli animali compongono un mondo completo, ciascuno mantenendovi la propria natura e la propria personalità: personaggi, storie, caratteri, si susseguono in una “normalità” paradossale, sotto lo sguardo imperturbato dello scrittore che vi effonde un umorismo controllatissimo.  L’atmosfera, più che quella di favole “con morale”, è quella dei non-sense di Edward Lear (1812-88), in cui una realtà straniata e assurda viene presentata come normale, e con gli sviluppi più improbabili. Come in Lear, i personaggi di Catani, oltre ad avere un nome (buffo o no), hanno una precisa residenza, origine e meta, secondo una mappa geografica di paesi e località, in cui si sente la traccia delle escursioni e frequentazioni dell’autore.

 

 Un Wonderland domestico.

 Come le illustrazioni di Chiostri raffigurano gli animali nella loro realtà fisica da testo naturalistico, inserendoli nel paesaggio umano urbano o campagnolo -strade, case, cantine, aie, pollai, stalle-, così la narrazione di Catani sostiene l’intreccio in una sorta di smagata verosimiglianza: il lettore, di capitolo in capitolo, di libro in libro, si farà persuaso di questa realtà “altra”, in cui gli animali non sono né fantasmi dell’inconscio né personificazioni moralistiche, ma attori di una vicenda che procede per coerenza propria, per propria esuberanza, in un Wonderland domestico, che l’autore svela via via ai nostro occhi incantati. Faeti parla di «una frenesia quasi astratta» e in effetti vi è una sorta di geometria combinatoria nella rappresentazione di bestiole che hanno tutta la gamma dell’umano senza “umanizzarsi”, ma essendo semplicemente se stesse, ogni volta riconoscibili per un nome, un carattere, una storia.

E sarà Marchino, l’asino volante, e sarà il topolino Cappuccio, il gallo filosofo Rubino, il cane-gangster Cacino, e decine e decine di altri personaggi, in bizzarri percorsi dalla città alla campagna fiorentina alle valli alpine: il paradosso è trasmesso proprio dalla normalità, quotidianità in cui è rappresentato questo mondo, dove del resto le vite sono fragili, esposte alla predazione, all’essere cibo per gli umani, alla malasorte. Sono più di tremila paginette in dodici volumi[7], in cui lo stile imperturbabile e nello stesso tempo divertito dell’autore arriva ad un effetto fantascientifico, una finzione inquietante proprio perché così ordinaria e minuziosa.

Padre Catani guarda al mondo animale da naturalista, quindi senza travestimenti buffi o patetici, e “crea” una trama di eventi che si svolgono accanto a noi, tra di noi, ma che possiamo intendere solo grazie a questo improbabile salto in un’altra dimensione. Un avvio fiabesco è dato nel primo libro, con l’intervento della fatina Rosa bianca che fa volare –ma solo con lei- il grazioso somarello Marchino e il ragazzo Coccola -con suggestive panoramiche di Firenze inizio secolo-, ma poi anche questo motivo si normalizza, si confonde e scompare nel flusso della narrazione, nell’andirivieni dei personaggi. L’effetto della lettura è descritto da Natalia Ginsburg in un suo testo di memorie [8]:

«… le varie storie ramificavano e s’intrecciavano, i vari personaggi s’incontravano, si perdevano e si rimescolavano in un disegno complicato e disordinato; e a me una simile trama intricata e affollata piaceva immensamente. (…)  Non so chi fosse Tommaso Catani. (…) Era certo una persona dotata d’una grande fantasia; una fantasia che non doveva essere però, a quel tempo, nulle di eccezionale. Una fantasia che oggi è scomparsa dai libri per l’infanzia, è scomparsa dal mondo…»

 

Sintesi di realtà e fantasia

 L’umanizzazione degli animali non è di per sé sinonimo di fantasia e di stimolo all’immaginazione infantile, anzi testimonia oggi il doloroso distacco dalla natura, la limitatezza degli spazi e delle risorse, la lobotomia televisiva, la povertà estetica e di linguaggio dei media. Essa è spesso l’ipocrita mascheramento del politicamente corretto, un intento moralistico intimidatorio fatto passare attraverso una lente deformante, lo sciocco cicaleccio, il ritmo convulso, la ripetitività.

Zoologicamente ineccepibili, per quanto talvolta bizzarramente accessoriate, le bestiole di padre Catani scorrazzano nel modo umano moderno, ma sono consuete e riconoscibili in natura per i bambini del suo tempo, come del resto le piante, pure rappresentate nei testi e nelle immagini.

Questa sintesi tra realtà e fantasia–sempre assistita dalle illustrazioni di Chiostri- risalta altresì in altri testi di Padre Catani, guide di viaggio per ragazzi, per monti e sul mare, in cui la motivazione informativa e descrittiva si dilata all’avventura in un’altra dimensione: perché in alcuni casi a fare da guida saranno due scarabei, Barabbino e il cavalier Mirtillo, e s’incontreranno via via il moscone Clodoveo e pulci, chiocciole, farfalle ecc.., ciascuno sempre coi suoi connotati di specie e il personale carattere: un microcosmo che, reciprocamente, dà al viaggio e ai luoghi stessi una spazialità sconcertante.

Gli “animali parlanti” di Padre Catani non sono inquadrabili in stereotipi antropocentrici, non sono caricature o sdolcinature, ma muovono con incontenibile vitalità una struttura narrativa che ha insieme dell’onirico e del catalogatorio; il tutto illuminato da una sorta d’ironica e sorridente saggezza, che ci ricorda le favole di Nicola Lisi[9]. E proprio al Diario di un parroco di campagna dello stesso Lisi ci si volge nell’immaginare Padre Catani, nella sua passione intellettuale e pedagogica, il suo cristallino realismo, il suo stupore di fronte alla creazione e la sua apertura al fantastico.

 

 

Tutte le immagini sono illustrazioni di Carlo Chiostri dai libri di Padre Tommaso Catani.

 

 

[1] Antonio Faeti, Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l’infanzia ed. Einaudi 1972.

[2] Faeti contrappone il modo dei figurinai all’”estetica disneyana, riduttiva, falsamente consolatoria, estremamente collegata al medium cinematografico e già capace, sin dall’origine, di anticipare il senso di quello televisivo…” (p.8)

[3] Le idee in campo scientifico di Padre Catani non furono scontate, tanto da incorrere in accuse di modernismo e ricordare nelle sue memorie: «Ho speso non poco del mio modesto insegnamento scientifico a difendere Carlo Darwin più dai suoi amici che dai suoi nemici. Forse mai i discepoli di un uomo tanto grande falsarono il maestro, quanto i darwinisti hanno falsato Darwin…»

[4] Il Canneto, memorie di un prete, ed. Calasanziana 1912.

[5] Disinvoltamente, per far lezione d’astronomia, Padre Catani prese il burattino collodiano e lo proiettò nello   spazio in Pinocchio nella luna ed.Bemporad 1924 e poi nell’inedito Pinocchio nel sole.

[6] Padre Catani si diverte con il linguaggio degli animali, e il loro uso della parola “quadrupede”.

[7] Marchino, avventure di un asino, Uno sciopero nel pollaio, La congiura delle galline, Avventure di due canini, Pazzerellina, La caccia al gatto rosso, Il girasole azzurro, Vandolino, Il capitano Cacino, La signorina Pantofola, Cappuccio, La formica nera. Tutti editi da Salani dal 1912 al 1925.. Non sono facili da trovare, nemmeno sul mercato dell’usato, ma val la pena di cercarli.

[8] Mai devi domandarmi Garzanti 1970

[9] vedi https://europacristiana.com/le-incantevoli-favole-di-nicola-lisi/

 

 

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