Il Papa e Roma

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Ho recentemente letto un libretto, da poco ristampato, il cui autore è la formidabile figura di scrittore cattolico che fu Louis Veuillot (1813-1883), un laico, redattore capo del giornale cattolico L’Univers, partecipe alle vicende della vita della Chiesa del suo tempo e amico del papa Pio IX. Tale libro si intitola Il profumo di Roma. Il capitolo centrale, che porta il titolo «Il Papa e il mondo», è folgorante. Ne riporto alcuni stralci. E quando avrete finito di leggere, ricordate che tale articolo è stato scritto nel 1861.

 

«Che cosa era il mondo prima della venuta del Papa? Era l’impero di Nerone. Era l’umanità divisa in bestie da soma e in bestie da preda, in quelli che divoravano senza rimorsi e in quelli che si facevano divorare senza ribellarsi, e tutta la società s’avviava verso una distruzione ugualmente certa o con la guerra o con la pace. Schiavo volontario di colui che “fu omicida fin dal principio” il genere umano s’era rammollito sotto la tirannia. Allora, quando il gregge giunse alla fine della strada, la misericordia divina gli inviò un pastore, una mano per liberarlo, una luce per introdurlo e per guidarlo nel cammino che porta a Dio.

I dotti e potenti non credevano neppure che ci fosse una verità. Il Papa veniva nel mondo per insegnare in defettibilmente la verità. Nobili spiriti, anche cristiani ma invischiati in un errore originale, vanno propalando che l’umanità è fatta per cercare liberamente la verità; però pretendono che l’uomo possa rifiutare la guida. Il pagano aveva cercato la verità; pieno di disgusto, aveva rinunciato a trovarla. Noi siamo fatti per cercare e conoscere la verità. Il donarcela appartiene alla clemenza e alla giustizia di Dio; l’accettare il giogo che essa impone appartiene al nostro dovere e alla nostra ragione. Accettarla, comunicarla, morire per lei: è un grande sforzo e una grande impresa. Per tentare l’impresa e per meritare l’onore è necessario sapere che la verità nasce da Dio.

Dunque il Papa veniva a insegnare al mondo la verità, per liberarlo e salvarlo. Con che titolo? Come vicario di Colui che è la Verità stessa: nel cielo Dio, Figlio unico ed eterno a Dio, uguale e consustanziale al Padre increato; sulla terra, per un mistero ineffabile, uomo, figlio di Adamo, capo e primogenito della razza umana, doppiamente maestro, doppiamente re.

I diritti di Gesù Cristo sono stati delegati a Pietro. Mille volte nel corso dei secoli il genere umano ha solennemente proclamato e riconosciuto questa delegazione. Pietro, il Vicario di Gesù Cristo, è il capo della famiglia umana.

Stabilendo il suo alto dominio su questa terra, di cui Egli è creatore, Dio ha voluto riservarsi soltanto un piccolo spazio. Ha scelto Roma, la fortezza del nemico, e l’ha data a Pietro perché la conquistasse con una lunga serie di miracoli. Ma il miracolo non è la legge permanente di questo mondo. Per mezzo del miracolo stesso Dio riconduce tutto nell’ordine comune. Le meraviglie dell’Esodo cessarono quando il tempio a Gerusalemme fu costruito. Dopo tre secoli di martirio e otto di aspri combattimenti, dopo gli imperatori romani e bizantini e i barbari; dopo che Roma fu più volte spopolata, distrutta e più volte ripopolata e ricostruita per mano dei suoi pontefici, la grande opera ricevette la sua perfezione materiale da un eroe suscitato per diventare la nobile immagine del principe secondo il cuore di Dio.

Il nuovo genere umano, allevato dai Papi, s’è meritato Carlo Magno, come il genere umano deformato dal paganesimo s’è meritato Nerone. L’autorità soppianta la tirannia; i re ricevono dalla Chiesa una carta dei diritti di Dio, che sono i veri diritti dell’uomo, e sulla terra si vede questo duplice miracolo: a Roma, un regno dello Spirito, stabilitosi con le sole conquiste dello spirito e i cui fondatori non hanno versato altro sangue che quello delle loro vene; in Occidente, un nuovo impero il cui capo si proclama l’ausiliario del Re paterno delle anime, incaricato di condurre gli uomini a Dio per le vie della giustizia e della pace.

[…] Tuttavia, il mondo s’è separato dal Papa. La politica, la scienza, la taverna parlano contro il papato. Ma la Chiesa non si trova sulla terra per ricevere l’impulso dello spirito dell’uomo, ma per regolare lo spirito dell’uomo secondo gli insegnamenti stabiliti dallo Spirito di Dio. Dio è l’unica verità, la Chiesa cattolica è l’unica Chiesa di Dio. Essa ha proclamato tutta la verità in faccia a tutte le opposizioni. Nostro Signore aveva previsto che il suo Vangelo sarebbe stato una pietra di scandalo per molti.

Il mondo s’è distaccato dall’Autorità. Tuttavia, l’autorità politica ha camminato con lo spirito moderno. Essa ha lusingato il libero esame, ha autorizzato le sue investigazioni che venivano fatte con la torcia in mano. E ne raccolto i frutti, che diventano amari. Nel fumo degli incendi vedremo crollare la civiltà. Sarà questo il mondo senza il Papa: situazione analoga a quella del mondo prima del Papa, quando un rappresentate delle superba società romana chiedeva superbamente: Che cosa è la verità?, e senza risposta versava il sangue del Giusto.

Oggi questa conseguenza può sembrare estrema. C’è ancora troppo spirito cristiano nei popoli, sulle corone ci sono ancora troppi riflessi dell’antica regalità cristiana. Aspettate che questi svaporino al sacrificio degli istrioni; il disprezzo della razza umana riaprirà il circo.

Il mondo senza Papa: significa forse che il papato scomparirà completamente? No; quando il Papa se ne andrà, in altri termini quando il cristianesimo se n’andrà, non si trascinerà dietro soltanto la civiltà, ma il genere umano. L’umanità, non conoscendo più Gesù Cristo, non dando più né santi né martiri, né sacrifici né preghiere, non avrà più ragione di esistere.

Secondo alcuni spiriti retti, noi potremmo non essere lontani da lì; il mondo precipita verso una tale apostasia in cui la tirannia sarà tanta e la seduzione così terribile che il Figlio dell’uomo dovrà abbreviarne la durata per trovare ancora un po’ di fede sulla terra. Bisognerebbe sapere quanto ci resta ancora di cristianesimo nelle vene; bisognerebbe sapere soprattutto quanto pesa nella bilancia divina una sola goccia di sangue sparso per la verità. La forza che si organizza – ed è in un certo senso irresistibile – sarà tuttavia debole. Potrebbe darsi che essa perisca per apoplessia precipitando tutto in una anarchia violenta e distruttrice, ma per ciò stesso riparatrice.

Vorrà Dio umiliare tanto la ragione umana? Abbiamo bisogno di questo affronto per conoscere quali miserabili nemici ci possono distruggere? Costoro sarebbero peggiori delle mosche e delle cavallette dell’Esodo, che furono almeno dei muti flagelli.

Attendiamo il castigo, non la morte. Tutte le trasgressioni saranno vendicate, tutte le ingratitudini saranno punite; il mondo, con i suoi errori, passerà attraverso tenebre folte, invocando l’autorità, la luce e la libertà.

E durante questa prova, i cui gemiti chiederanno a Dio di abbreviarne la durata, il Papa si riaccosterà al mondo, o piuttosto il mondo si riaccosterà a Dio. Allora l’inesauribile fecondità della Chiesa si mostrerà chiaramente; dalle sue antiche verità sorgeranno forze e meraviglie nuove, ed essa proseguirà la sua opera, che è mettere Gesù Cristo in possesso di tutta la terra, e tutta la terra in possesso a Gesù Cristo».

 

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