Il messaggio “super partes” di S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia alla Reale Basilica di Superga

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Il 3 giugno scorso, a duecento anni precisi dalla sua nascita a Milano dell’ultima Regina di Sardegna, Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, esemplare figura femminile di grande spessore spirituale e di cui si è parlato lo scorso numero di Europa Cristiana , nella Reale Basilica di Superga si è tenuta una solenne commemorazione della sovrana, le cui spoglie riposano nella Cripta reale della Basilica. organizzata a Torino dal Coordinamento Sabaudo, in collaborazione con l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv, il Centro Studi Principessa Mafalda di Savoia, il Centro Studi Principe Oddone, il Centro Studi Vittorio Emanuele II, l’Istituto della Reale Casa di Savoia e l’Opera Principessa di Piemonte.

Ilario Bortolan, Presidente dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv, al termine della Messa ha precisato che la preghiera di suffragio è stata rivolta anche per altri esponenti di Casa Savoia, che non sono sepolti nella Basilica: la Regina Elena, richiamata a Dio il 28 novembre di 70 anni fa; sua figlia, la Principessa Mafalda di Savoia, Langravina d’Assia, nata il 19 novembre di 120 anni fa; Amedeo di Savoia-Aosta, Duca d’Aosta, Viceré d’Etiopia ed Eroe dell’Amba Alagi, morto prigioniero degli inglesi a Nairobi il 3 marzo 1942; sua figlia Margherita, Arciduchessa Madre d’Asburgo-Este, deceduta lo scorso 10 gennaio, nonché suo nipote Amedeo di Savoia-Aosta, scomparso un anno fa, il 1° giugno 2021.

Di particolare rilievo etico è stato il messaggio pervenuto da S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia, figlio della Principessa Maria Pia di Savoia, quindi nipote di Umberto II, nonchè Presidente dell’Associazione Internazionale Regina Elena, il quale, non potendo presenziare il giorno dopo ad un’altra Messa di suffragio, sempre a Superga, per l’anima del Duca d’Aosta, alla presenza del figlio Aimone e dei familiari, a causa di altri impegni già assunti precedentemente, ha preferito non essere presente neppure il 3 giugno al fine di non creare divisioni e polemiche sterili con il ramo sabaudo aostano, da tempo in contrapposizione con il figlio di Re Umberto, Vittorio Emanuele. Così riporta un  passo di caratura tipicamente sabauda, fondata sull’equilibrio di cristiana memoria, perciò sul principio del senso del proprio dovere su quello del diritto, tratto dal comunicato letto in chiesa:

«Memore dell’esempio del IV Re d’Italia e IV Capo dello Stato italiano, mio nonno Re Umberto II, che ha sempre affermato “L’Italia innanzi tutto”, dimostrandolo con i fatti, ho preferito evitare il rischio che la mia presenza oggi, e la mia assenza domani, potessero essere interpretate come un atto divisivo. Ho dunque scelto d’unirmi a voi semplicemente con la preghiera e con il pensiero. […]

Nella veste di Presidente Internazionale dell’associazione dedicata alla Regina Elena sarò rappresentato dal Delegato Internazionale e dal Presidente della delegazione italiana. Nella veste di Presidente Onorario di Tricolore, associazione culturale sarò rappresentato dal Direttore Responsabile dell’agenzia stampa. […] So bene quanto la mia decisione non ricompensi adeguatamente il lavoro di un semestre del Coordinamento Sabaudo, ma sono sicuro che i suoi dirigenti capiranno che la mia decisione è dettata solo dal desiderio d’unità, alla quale, dall’esilio ingiusto, chiama ancora il mio compianto Avo Re Umberto II, che non voleva solo quella della Patria ma anche quella del suo Popolo e della Sua Casa.

Il Re ci ha insegnato che si può rinunciare ai diritti ma giammai ai doveri».

Coloro che erano presenti alla cerimonia sono poi scesi nella Cripta Reale per rendere omaggio al sepolcro di Maria Adelaide, ai lati del quale si trovano i cenotafi in memoria della Regina Elena e della figlia Mafalda, eretti nel 1998 dall’Associazione intitolata alla sovrana tanto amata dagli italiani.

 

 

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