Il «Duomo dei Cosmati» di Civita di Castellana

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Civita Castellana è una piccola e tranquilla cittadina laziale. Quando si entra nel centro storico, il forte Sangallo del XV secolo, chiaro esempio di architettura militare pontificia e a lungo dimora papale, rivela l’inequivocabile importanza che la Chiesa attribuiva a questo luogo. A pochi passi dal forte, si erge l’imponente Cattedrale, magnifica nelle sue forme tipiche dell’architettura medievale. La bellezza della sua facciata, con la grande scalinata che conduce al portico e il grande arco mediano, è cristallizzata da oltre 8 secoli.

La Cattedrale di Santa Maria Maggiore è conosciuta anche come «Duomo dei Cosmati» dal nome di una delle più importanti famiglie di marmorari romani.

Questo capolavoro di architettura romanica infatti è forse una delle opere più importanti di questa stirpe di artisti, architetti, mosaicisti, creativi e innovatori che tra l’XI e la metà del XIII secolo hanno determinato uno stile architettonico e un gusto della decorazione musiva destinato a lasciare un segno profondo e durevole.

I Cosmati godevano di un rapporto diretto con la curia pontificia che non gli fece mai mancare una continuità di commissioni. Beneficiavano quindi di un’elevata condizione sociale, di fama e considerazione unanime, il loro stile, “cosmatesco” appunto, imperversò e fece scuola per oltre due secoli lasciando ancora oggi tracce inconfondibili in moltissime basiliche e chiese del medioevo.

Possiamo riconoscere spesso, anche in chiese dove il tempo e i gusti artistici hanno distrutto gran parte dell’impianto architettonico due/trecentesco, le tipiche strisce di mosaico incastonate nei pilastri, nelle colonne, negli arredi, nei cibori, e parte dei fantastici pavimenti musivi multicolori, realizzati dalla bottega di Tebaldo, Lorenzo, Iacopo e Cosma.

Fatto non comune nel medioevo, essi avevano la consuetudine di firmare le loro opere, anche su un pilastro del Duomo di Civita Castellana si legge: «+ Laurentius cum Iacobo filio suo magistri doctissimi romani h(oc) opus fecerunt».

La bellezza della facciata di questa chiesa esprime con enorme efficacia la validità dell’intuizione artistica e del gusto innovativo e originale dei Cosmati.  Si tratta di piccole strisce di mosaico in pasta vitrea dal disegno geometrico formato da moduli che si ripetono nei colori primari, incastonate nella pietra. Il marmo, così arricchito, prende a brillare di una vibrazione di colore e luce. L’oro zecchino, tagliato in piccoli pezzi, inserito in questi moduli a ritmo regolare, brilla alla luce del sole o alla luce delle candele, con la sua iridescenza mistica. L’elemento di marmo così concepito, non è più solo forma architettonica ma un’opera d’arte realizzata al costo di un lavoro lunghissimo e minuzioso.  Nessuno sforzo veniva lesinato.

Nel duomo di Civita Castellana persino il rosone di facciata, nascosto dal grande arco centrale, è intarsiato di mosaico. Ogni elemento, dal più evidente al più nascosto, veniva progettato ed eseguito con la stessa cura e attenzione al bello, che non era effimera ricerca estetica, ma la dedica più preziosa: un lavoro lungo fatto con amore per la propria Chiesa.

 

 

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