Il campanile del Santuario di Pompei è stato costruito sul lato sinistro a pochi metri di distanza dalla facciata della chiesa, un po’ proteso in avanti sulla grande piazza che si trova a poca distanza dai celeberrimi scavi della città antica. Inaugurato nel 1925, circa 25 anni dopo la fine della costruzione del Santuario, chiude la prospettiva della via Sacra, una strada lunga e diritta che dalla stazione della piccola cittadina campana arriva fino alla piazza che accoglie ogni giorno numerosi fedeli.
Percorrendo questa via, il contorno del campanile si staglia nettamente sull’azzurro del cielo; i suoi cinque ordini architettonici rastremati dal basso verso l’alto, raccordati da colonne lucidate a specchio, infatti, lo fanno svettare per 80 metri.
Il primo ordine nella sua solidità, sembra visivamente ancorarsi con l’architettura alle sue spalle, ma il campanile è un grande corpo a sé. La prospettiva delle linee rette della strada ci conduce visivamente al punto di fuga che coincide con il grande portale in bronzo. Dal secondo ordine in poi, invece, il cielo entra a fare parte dell’architettura in un alternarsi di vuoti e di pieni.
Dalle finestre che si aprono per tre ordini (il secondo, il terzo e il quinto) da ogni lato della forma quadrata della sua architettura, si intravedono le 8 campane realizzate con la fusione di 100 quintali di cannoni da guerra in bronzo, e 50 quintali di rame elettrolitico e stagno: lo strumento di morte e di violenza che si liquefa per prendere forma di un suono di pace, fratellanza, adunanza, annuncio. Che potenza simbolica!
Per la sua costruzione sono stati scelti materiali diversi: il granito grigio, il marmo bianco, il bronzo, che sembrano fondersi insieme in una grande armonia di accenti. Il primo di questi, sul grigio/bianco delle pietre e l’azzurro del cielo, è la silhouette scura degli angeli trombettieri di bronzo ai 4 angoli del terzo ordine, che richiamano il colore delle campane, in questo ritmo di chiari-scuri, che incanta. Sono simbolicamente posizionati in 4 punti opposti, a richiamare i fedeli di ogni dove, e al centro del quarto ordine, in una grande nicchia, è posta la monumentale statua di Cristo dell’altezza di 6 metri, in marmo bianco di Carrara con ai piedi, ai quattro spigoli (corrispondenti alle posizioni degli angeli appena sotto), quattro vasi di granito che sorreggono lampade votive e fiamme di metallo dorato. La scritta in lettere di bronzo che sovrasta la statua, Venite ad me omnes (venite a me tutti), si legge appena, ma è superflua, tanto è potente il richiamo simbolico di questo campanile, assunto a punto diriferimento anche geografico per un’area vastissima del territorio circostante.
Dalla terrazza panoramica dell’ultimo ordine è possibile ammirare il magnifico panorama del Golfo di Napoli, della valle tutta intorno, degli scavi archeologici. Ma non è stato concepito perché da lì si guardi, ma che a Lui ci si diriga: la croce gemmata che si staglia solida sopra una cupola di bronzo è alta sei metri, come la statua del Sacro cuore di Gesù, che a braccia aperte accoglie al Santuario tutti coloro che la grande croce richiama.
Il Campanile raccorda, unifica, identifica: è il punto di riferimento spirituale del percorso del pellegrino al famoso Santuario mariano, non solo il campanile è la voce della chiesa, ma è la sua presenza visibile e manifesta.