Il borgo di Ostia Antica: un esempio di storia e imponenza

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Il borgo medievale di Ostia Antica è un luogo fuori dal tempo, un’isola di medioevo a Roma, forse un po’ misconosciuta anche ai romani, nonostante sia proprio a ridosso dell’entrata agli scavi archeologici della città antica. Questo minuscolo sito è delimitato da una cintura di case e dal castello di Giulio II, potente bastione difensivo, memoria del tempo in cui Ostia era baluardo di difesa sul fiume dalle scorribande dei Saraceni (il Tevere infatti gli scorreva proprio a ridosso, prima che la piena del 1557 ne deviasse il corso di circa un km a ovest).

Il borgo conserva una magia che incanta, non solo perché ci si sente trasportati in un altrove non bene definito, ma anche per la straordinaria rilevanza della sua storia espressa soprattutto dalle magnifiche architetture rinascimentali del castello e della cattedrale.

Mossi da una singolare suggestione, sorprende, camminando tra i vicoli, di rintracciare resti dell’antica città romana mescolati con gli stemmi araldici dei nobili, dei cardinali dei Papi che hanno vissuto questo luogo nei secoli successivi, fin quasi ai giorni nostri. Ostia romana (la zona degli scavi archeologici) era, per la storia della Chiesa, di una straordinaria importanza, basti dire che dodici vescovi di Ostia sono stati eletti papi!

Dal IV secolo era la sede vescovile più importante dopo Roma, il vescovo di Ostia inoltre aveva la prerogativa di consacrare vescovo il Papa neo eletto (quando non avesse ricevuto la dignità episcopale) e nel 1587, per volere di Sisto V, divenne la sede assegnata al cardinale Decano del Sacro Collegio.

Questo aspetto del tutto peculiare della storia di Ostia Antica è anche parte della storia del borgo che nasce sulle ceneri della fiorente città porta di Roma dopo il suo definitivo spopolamento, quando nell’ 830 Gregorio IV raccolse lì i pochi abitanti rimasti, chiamando questo agglomerato Gregoriopoli; le vicende che seguirono gli anni successivi sono contrassegnate da scontri, attacchi e conseguente decadenza e sfollamento fino all’inizio del XVI secolo, quando il cardinale Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II, si occupò dell’importante opera di ampliamento e ristrutturazione del borgo facendo erigere il castello intorno al torrione già esistente, edificato da papa Martino V, e facendo abbattere l’antica basilica paleocristiana per ricostruire l’attuale chiesa di Sant’Aurea con il titolo di cattedrale.

La storia di questo luogo inizia e rinascere, quindi, con la decisione di un Papa, e sembra essere stato preservato da questa sacralità, contenuta nelle architetture sacre e militari, ma anche nei suoi viottoli, nelle case che, in netto contrasto con le opere monumentali, conservano un sapore semplice, non di rado si trovano usci aperti, panni stesi all’aria e gatti sonnecchiare sulle soglie.

È un singolare microcosmo, di silenzio e di pace, che conserva nelle pietre la memoria della sua storia e ancora nel cuore della sua comunità il ricordo recente dell’ultimo vescovo di Ostia (dal 2003 al 2005), Joseph Ratzinger divenuto papa Benedetto XVI.

 

 

 

 

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