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1723: trecento anni fa il compositore veneziano Antonio Vivaldi conclude Le Quattro Stagioni, capolavoro intramontabile

Ispirato dai dipinti di paesaggio dell’artista italiano Marco Ricci, Antonio Vivaldi (Venezia, 4 marzo 1678 – Vienna, 28 luglio 1741) compose Le quattro stagioni tra il 1720 e il 1723 inserendole nella serie di dodici concerti solistici per violino che formano la raccolta Il cimento dell’armonia e dell’inventione. Si tratta di uno dei primissimi esempi di musica a programma, cioè di composizioni di carattere prettamente descrittivo poiché basata su una narrazione musicale impostata su una linea di testo, una poesia o qualsiasi altra forma di scrittura. Le quattro stagioni si riferiscono dunque ai primi quattro concerto della raccolta (Primavera, Estate, Autunno e Inverno) ciascuna in una forma distinta contenente tre movimenti, dei quali due, il primo e il terzo, sono in tempo di Allegro o Presto, mentre quello intermedio è caratterizzato da un tempo di Adagio o Largo.

LA PRIMAVERA: Concerto in Mi maggiore per violino, archi e cembalo. La musica descrive passo a passo l’andamento dei singoli episodi della Primavera: il canto degli
uccelli, il temporale e la danza finale (il violino solista rappresenta un pastore addormentato, le viole il latrato del fedele cane mentre altri violini le foglie fruscianti).
L’ ESTATE: Concerto in Sol minore per violino, archi e cembalo. Protagonista è la tempesta che si sente avvicinarsi da lontano nella calura estiva per poi scoppiare nel finale in tutta la sua virulenza. L’assolo descrive il pastore spaventato dal temporale improvviso.
L’ AUTUNNO: Concerto in Fa maggiore per violino, archi e cembalo. Protagonista del concerto è Bacco: Vivaldi riproduce in modo magistrale l’ebbrezza provocata dal vino mentre nel secondo movimento, quello centrale, dal titolo i Dormienti ubriachi, si sente il clima trasognato e tranquillo del dopo-festa. Il terzo movimento, infine, si identifica con la tumultuosità ed i ritmi della caccia.
L’ INVERNO: Concerto in Mi maggiore per violino, archi e cembalo. In un primo tempo questo concerto, dai toni pastorali, era stato concepito da Vivaldi per essere eseguito in chiesa; tutta l’orchestra suona sempre quasi “in sordina” come a non voler disturbare i fedeli raccolti in preghiera.

 

 

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