Servitore del Popolo: il gioco politico di Zelens’kyj – Parte VII

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Nella parte precedente, abbiamo visto Nina Yegorivna che terminava la puntata con la battuta di sfida al sistema: «Bè, per essere sciapo, lo è davvero… Forse, dobbiamo aggiungere un po’ di pepe, che dite?».

Tuttavia, adesso, Vasily Petrovyč non potrà più contare su di lei, visto che la trappola degli oligarchi, vista sempre nell’ultima puntata, ha funzionato; essi hanno consegnato alla giornalista d’opposizione Yana Klymenko il video dove Nina Yegorivna, drogata, ballava per le strade, subito dopo essere uscita dal bar. L’ex-insegnante del Presidente si ritrova, così, costretta a dare le dimissioni e parte immediatamente per Toronto, in Canada. Anche in questo caso, Vasily non approfitta della sua posizione per scopi personali; si limita solo a chiedere al Ministro degli Interni, Ivan Andrejevič Skorik, di rintracciarla. È così che viene a sapere che Nina Yegorivna è partita.

Allora, il Primo Ministro Yuriy Ivanovič Čuiko parla con impazienza al Presidente, cercando di far passare un nuovo Direttore dei Servizi Segreti, ovviamente corrotto. Ma senza successo. Tuttavia, “l’ombra” della corruzione è sempre in agguato. Infatti, uno scagnozzo degli oligarchi passa tutta la giornata con i ministri rimasti, in incontri ad uno ad uno, con l’intento di corromperli, lanciando così la famosa pulce nell’orecchio, altrimenti conosciuta col nome di «tentazione».

A sera fatta, i “compagni” si radunano nell’ufficio del Presidente per continuare a cercare di contattare Nina Yegorivna. Qui, la Direttrice della Banca Nazionale, Olha Jurijivna Miščenko, dice addirittura al Ministro degli Esteri, Serhij Viktorovič Muchin: «Senti, Serhij, invece di fare ipotesi assurde, perché non stai mobilitando la nostra ambasciata in Canada per trovarla?».

«D’accordo, se sarà necessario lo faccio» risponde Serhij Viktorovič. Mobilitare un’ambasciata per contattare una persona? Ma non era Vasily Petrovyč a sostenere che il potere politico non doveva essere usato a scopi personali?

Tornando alla storia, il Presidente mostra agli amici la lettera che l’ex-insegnate ed ex-Direttrice dei Servizi Segreti gli ha mandato, in cui scrive che vuole starsene in pace e che conferma le sue dimissioni. Tuttavia, ella consiglia a Vasily un degno sostituto, sempre amico del nostro “gruppetto”, ovviamente: Michail Ašotovyč Tasunjan, agente di sicurezza dell’Armenia, vecchio alunno di Nina e vecchio compagno di scuola di tutti gli altri. E, parli del diavolo, arriva proprio in questo momento; apre la porta e, facendo coretto con Vasily Petrovyč, dice : «Che si trovi ad Oriente o Occidente, la nostra amicizia ne uscirà vincente!».

Vista l’atmosfera tesa (se vogliamo usare un eufemismo) tra Occidente ed Oriente, presente anche negli anni passati, è difficile dire se Volodymyr Zelens’kyj (Vasilij Petrovyč Holoborodko) e Mykhailo Fatalov (Michail Ašotovyč Tasunjan) provassero un sentimento di sincerità o meno, quando hanno dovuto dire questa battuta… Infatti, quando Vasily Petrovyč accompagna il suo amico appena arrivato in albergo, prima di salutarsi ripetendo la stessa frase, il Presidente lo incita a dirlo a bassa voce, per paura che qualcuno possa sentirli.

Se Yuriy Ivanovič era rimasto deluso dal fatto che il Presidente gli abbia impedito di scegliere lui il candidato, figurarsi quando ha incontrato Michail Ašotovyč.

«Un georgiano?» domanda il Primo Ministro.

«Perché georgiano? Sono armeno.» risponde il nuovo Direttore. Infine, Yuriy Ivanovič commenta con il Presidente: «Una scelta originale, Vasily Petrovyč…».

L’Armenia ha una politica filo-russa, di conseguenza, non c’è da meravigliarsi se il Primo Ministro rimane perplesso, per non dire preoccupato, alla notizia che il nuovo Direttore dei Servizi Segreti sia armeno.

Michail Ašotovyč Tasunjan è forse il personaggio di cui Vasily Petrovyč si fida di più e, effettivamente, nella serie dimostra di riuscire a svolgere al meglio il proprio lavoro. Eppure, questo personaggio è anche l’immagine dell’ipocrisia del Presidente ucraino. Nella serie, si noterà molto bene, infatti, come Vasily Petrovyč scelga i suoi collaboratori basandosi unicamente sul rapporto personale che ha con ciascuno di loro. Esattamente come ha fatto Zelens’kyj durante la sua carica, perseguitando politicamente ogni tipo di opposizione.

 

– 7 continua

 

 

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