Impressionante il profluvio di commenti denigratori che sono arrivati sulla pagina Facebook della Diocesi di Cremona a riguardo della notizia ivi pubblicata circa la scelta del gruppo vincitore del bando promosso dall’Ufficio beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana per l’adeguamento liturgico della Cattedrale di Cremona. Viene, perciò, annunciato che la giuria, riunita a Palazzo vescovile, ha decretato come vincitrice la proposta formulata dall’architetto coordinatore Massimiliano Valdinoci.
Il progetto in questione è così privo di connotati della religione cattolica e della relativa arte sacra che la gente si è riversata per lanciare tutto il suo disgusto nei confronti di un’opera assolutamente fredda, avveniristica e degna di una composizione di Lego. Lo stesso celebre Architetto Ciro Lo Monte ha dichiarato: «Leggendo i commenti all’ennesima deturpazione spiritualista dell’architettura sacra, viene in mente la presentazione di un progetto altrettanto discutibile. Una signora dal pubblico: Vi rendete conto che i fedeli non “capiscono” certa sedicente arte sacra?». Il responsabile della Commissione: «Non si preoccupi, signora, organizzeremo dei corsi per farvela capire». Certamente. Come nei campi di rieducazione della Cambogia comunista…».
La maggior parte dei commentatori rende accesissimo il dibattito dell’opinione pubblica: «Assassini della bellezza…»; «Ma poi ci giocano a scacchi?»; «Così potranno ospitare anche qualche loggia massonica che si accontenti di una simile roba»; «Potevate mettere anche le colonne di torrone e i pozzi di mostarda intanto che c’eravate, così diventava tipo la cattedrale di Hansel e Gretel»; «Agghiacciante! Mi auguro che la Soprintendenza fermi questo scempio» e ancora: «C’è proprio bisogno di introdurre elementi nuovi e stonati nell’antico santuario della cattedrale? Già le chiese moderne che la CEI fa costruire, salvo singole eccezioni, sono brutte e vuote da spavento, perché poi introdurre il brutto e lo spavento anche nelle chiese antiche?»… Stiamo parlando di centinaia di opinioni in questo senso, tanto che una persona afferma: «Ps. Li leggete tutti i commenti entusiasti? Questo è il sentore del Popolo di Dio, quello che dite di voler ascoltare attraverso i vostri cammini sinodali».
A differenza dei dirigenti dell’Ufficio Beni Culturali della CEI, la maggioranza dei credenti non ha perso i connotati del gusto estetico sacro: è qualcosa di inscritto dentro; mentre per l’intellighenzia episcopale la faccenda è seria: impongono canoni che si confanno ad una teologia nuova, ad una Messa nuova, ad un modo d’essere pastore nuovo, snaturando l’essenza della costruzione chiesa. Così il brutto, slegato dalla Verità e dalla Bellezza, avanza, inesorabile; il freddo s’impossessa di elementi, linee e volumi; il vuoto nichilistico invade il presbiterio di una cattedrale un tempo degna di questo nome.
Stiamo, infatti, parlando dello splendido Duomo di Santa Maria Assunta, il principale luogo di culto cattolico della città di Cremona, in Lombardia, sede vescovile della diocesi omonima. Una cattedrale che ha visto diversi riadattamenti: il tempio romanico è stato arricchito di elementi gotici, rinascimentali e barocchi, perché le chiese sono state nel tempo impreziosite e hanno mantenuto, nonostante gli “aggiornamenti” stilistici dell’arte, l’armonia della sacralità e bellezza intrinseche. Sempre, committenti, architetti e artisti hanno rispettato i principi e le regole della Fede e dell’Arte sacra in maniera indisgiungibile.
All’interno, il Duomo, conserva notevoli capolavori di scultura e di pittura, fra cui l’avello dei Santi Mario e Marta e dei loro figli Audiface e Abaco, originari della Persia e martirizzati a Roma, detta «Arca dei martiri persiani».
Da 50 anni a questa parte si commettono misfatti da parte della committenza clericale: da un lato fondazioni di chiese che sembrano aule di sette protestanti, aniconiche e gelate; dall’altra antiche chiese che vengono riadattate per i cosiddetti «adeguamenti liturgici». Così, dopo l’entrata in vigore del Vetus Ordo, sono stati, spesso e volentieri, divelti altari secolari e presbiteri straordinari con le loro balaustre – che non servono più, visto che i fedeli non sono più tenuti, con il rivoluzionario rito, ad inginocchiarsi penitenti di fronte a Dio incarnato, pronto ad entrare in noi – per far spazio ad orribili offerte di non arte e di non sacralità.
Nei prossimi mesi, comunica il sito ufficiale della Diocesi lombarda, il gruppo di lavoro vincitore si confronterà con il vescovo di Cremona sullo sviluppo del progetto. Recita la nota la nota ufficiale che decreta la scelta finale:
«Nei giorni di lunedì 28 e martedì 29 giugno si è riunita, presso la Curia Vescovile di Cremona, la giuria di seconda fase del bando per l’Adeguamento Liturgico della Cattedrale di Cremona. Sono stati visionati i sette progetti che hanno superato la prima fase del bando, tenutasi nel mese di febbraio.
Dopo attenta riflessione e proficuo confronto fra i componenti della Commissione giudicante, le preferenze si sono ristrette a due progetti, fra cui è stata effettuata la scelta finale.
Solo al termine delle votazioni finali il notaio ha svelato l’identità dei progettisti in gara.
La selezione finale ha decretato la vittoria della proposta formulata dell’architetto coordinatore Massimiliano Valdinoci in rappresentanza del gruppo di lavoro composto da:
Progettisti: Maicher Biagini, Annalisa Petrilli, Francesco Zambon e Carla Zito
Liturgista: Goffredo Boselli
Artista: Gianmaria Potenza
Consulente: Francesca Flores D’Arcais».
Ricordiamo che la sera del 18 giugno u.s. in Duomo si è tenuto un convegno promosso per “spiegare” il ripensamento dell’area presbiterale del Duomo, dal titolo «Spazi per celebrare: adeguamento liturgico della Cattedrale e trasmesso in diretta sui canali web della Diocesi. La rielaborazione dell’area presbiterale del plurisecolare tempio e che porterà a una definitiva sistemazione dell’altare, dell’ambone e della cattedra del Vescovo. Da qui il bando pubblicato nel 2018 dalla Conferenza episcopale italiana e alla quale la Diocesi cremonese ha partecipato. Il questo convegno si sono susseguite voci e si sono espresse opinioni in favore del nuovo assetto presbiterale, fra cui scegliamo quelle di don Daniele Piazzi, responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano, dal sapore squisitamente laico e protestantizzante, distante, dunque, dalla dottrina cattolica:
«La motivazione che sta alla base del cambiamento è molto profonda: la riflessione ecclesiale degli ultimi due secoli ha infatti maturato pensieri antichi che si erano persi ma non annullati. Occorre ritornare alla radice stessa del popolo di Dio, all’assemblea, mai uguale a se stessa nel tempo, ma sempre uguale nelle convocazioni domenicali». «Il primo spazio che abitiamo è il nostro corpo messo vicino a quello degli altri e accorgiamo in questi momenti di distanziamento sociale quanto ci manchi fare spazio insieme – ha proseguito –. La nostra radice è il Battesimo e occorre che quello che la Teologia ha riscoperto diventi la spiritualità di tutti: il momento più grande di un amore più grande che ci mette insieme è quando veniamo lavati, partecipiamo a un pasto comune». «Per questo gli spazi dell’Eucarestia non possono essere gli spazi del solo prete: occorre che questo sacerdozio battesimale quasi esploda anche nelle dimensioni degli spazi che abita – ha concluso don Piazzi –. Queste mura hanno segnato la presenza cristiana nella storia della nostra città e della nostra diocesi: quando qui ci riuniamo con il nostro Vescovo, nella molteplicità dei servizi, ci ritagliamo questo spazio e costruiamo questa comunità» (https://www.diocesidicremona.it/blog/adeguamento-liturgico-della-cattedrale-sara-una-gara-damore-video-19-06-2020.html).
Tutto lo spirito antropocentrico entra in queste parole. È l’uomo al centro dell’attenzione, lo stare insieme, il fare gruppo intorno alla “mensa”, alla “memoria eucaristica”, come affermano le teorie protestanti. Non più, dunque, i fedeli intorno all’altare dove si compie il Santo Sacrificio incruento dell’Agnello per mezzo del sacerdote, Alter Christus; è l’assemblea la protagonista, che prende la scena, vince non solo sul crocifisso, ma addirittura sul Tabernacolo, la «Riserva eucaristica» come hanno iniziata a chiamarla gli “adeguatori liturgici”, armati di martelli e di picconi per distruggere i concetti della Fede e i corretti principi teologici, oltre che gli elementi monumentali, le iconografie pregevoli e gli arredi sacri. Tolta la vera ed unica anima della Santa Messa, la transustanziazione, viene tolto lo scopo delle anime: essere degne di ricevere il Corpo e Sangue di Gesù Cristo. E tutti e tutto, intorno, deve concentrarsi su questo miracolo divino, dove il sacerdote è l’unico mezzo in grado di compiere questo atto, mentre i fedeli possono solo assistervi, adorare e ricevere, se in grazia di Dio, la Santa Comunione.
Utilizzare la responsabilità ecclesiastica per distruggere tutto ciò, significa aver perso il profilo e il carattere dell’identità Chiesa: Una, Santa, Romana e Apostolica, chiamata da Cristo a custodire e diffondere la Verità rivelata, l’unica.
Facciata del Duomo di Cremona
Interno del Duomo di Cremona: l’attuale presbiterio lascerà il posto al progetto dell’ “adeguamento liturgico”
3 commenti su “L’orribile progetto, scelto dalla CEI, per l’adeguamento liturgico del presbiterio dell’antica Cattedrale di Cremona”
Degno proseguimento del presepe del 2020 in piazza s.Pietro. Non solo con le parole e i gesti, ma anche col brutto e con la distruzione di spazi e simboli si demolisce la Chiesa e si rendono mute le chiese.
Progetti adatti, forse, per costruire ex novo, certamente no per deturpare una cattedrale storica e artistica: al di là del lato spirituale, le chiese antiche sono veri e propri musei.
Siano i cremonesi a scegliere.
sono sconvolto perche’ non avevo presente la bellezza del presbiterio antico:ma sono pazzi?