Un luogo affascinante nella bella Provenza riconduce in pochi istanti il visitatore agli albori della nostra fede. La grande basilica gotica di Santa Maria Maddalena che si erge nel paese di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume custodisce la terza tomba della cristianità, quella appunto della santa cui è dedicata. Antiche tradizioni provenzali vogliono infatti che Maria Maddalena, per fuggire alle persecuzioni di Erode, avrebbe trovato rifugio nella regione francese, insieme ad altri compagni tra cui Lazzaro, che divenne vescovo di Marsiglia, Massimino, vescovo di Aix-en-Provence, e Sidonio, il cieco nato di cui parla l’Evangelista Giovanni e del quale si trovano le sue reliquie proprio nella basilica. Lo sbarco avvenne a Saintes-Maries-de-la-Mer. Maria Maddalena visse per trent’anni in una grotta del massiccio della Sainte-Baume, evangelizzando la zona. Alla sua morte il corpo venne deposto nel luogo dove oggi sorge la basilica suddetta.
Questo lo scenario in cui si colloca quanto avvenuto lo scorso 1° agosto, quando all’Altare maggiore della basilica è stata celebrata una Messa Pontificale votiva di Santa Maria Maddalena. La solenne Eucaristia nella forma extra-ordinaria del rito romano, a norma del Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, è stata officiata da Mons. Dominique Rey, vescovo di Frejus-Toulon, diocesi nel cui territorio si colloca la maestosa Real Basilica. L’iniziativa si colloca all’interno del folto programma della Sacra Liturgia Summer School in corso presso il Monastero San Benedetto di La Garde-Freinet dal 27 luglio all’8 agosto 2018. Al termine il Vescovo è sceso nella piccola cripta per sostare in preghiera dinnanzi alla reliquia del teschio di Santa Maria Maddalena, mentre il coro ha intonato l’inno «Maria Magdalena et altera Maria».
Risale ormai al 3 giugno 2016 il provvedimento con il quale la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per desiderio papale, dava nuovo risalto alla festa liturgica della santa, evidenziando così la peculiare funzione di Maria di Magdala quale prima testimone che vide il Risorto e prima messaggera che annunciò agli apostoli la risurrezione del Signore. Santa Maria Maddalena costituisce un esempio di vera e autentica evangelizzatrice, ossia, di una evangelista che annuncia il gioioso messaggio centrale della nostra fede. Questa donna mostrò un grande amore a Cristo e fu da Cristo tanto amata, come affermano Rabano Mauro parlando di lei («dilectrix Christi et a Christo plurimum dilecta»: De vita beatae Mariae Magdalenae, Prologus) e Sant’Anselmo di Canterbury («electa dilectrix et dilecta electrix Dei»: Oratio LXXIII ad sanctam Mariam Magdalenam).
È certo che la tradizione ecclesiale in Occidente, soprattutto dopo San Gregorio Magno, identifica nella stessa persona Maria di Magdala, la donna che versò profumo nella casa di Simone, il fariseo, e la sorella di Lazzaro e Marta. Questa interpretazione continuò ed ebbe influsso negli autori ecclesiastici occidentali, nell’arte cristiana e nei testi liturgici relativi alla Santa. I Bollandisti hanno ampiamente sollevato il problema della identificazione delle tre donne. Con l’ultima riforma liturgica, i testi del Missale Romanum, della Liturgia Horarum e del Martyrologium Romanum si riferiscono a Maria di Magdala. È certo che Maria Maddalena fece parte del gruppo dei discepoli di Gesù, lo seguì fino ai piedi della croce e, nel giardino in cui si trovava il sepolcro, fu la prima «testis divinae misericordiae» (Gregorio Magno, XL Hom. In Evangelia, lib. II, Hom. 25,10). Il Vangelo di Giovanni racconta che Maria Maddalena piangeva, poiché non aveva trovato il corpo del Signore (cf. Gv 20, 11); e Gesù ebbe misericordia di lei facendosi riconoscere come Maestro e trasformando le sue lacrime in gioia pasquale.
Per un lato, la Maddalena ha l’onore di essere la «prima testis» della risurrezione del Signore (Hymnus, Ad Laudes matutinas), la prima a vedere il sepolcro vuoto e la prima ad ascoltare la verità della sua risurrezione. Cristo ha una speciale considerazione e misericordia per questa donna, che manifesta il suo amore verso di Lui, cercandolo nel giardino con angoscia e sofferenza, con «lacrimas humilitatis», come dice Sant’Anselmo nella citata preghiera. A tal proposito, desidero segnalare il contrasto tra le due donne presenti nel giardino del paradiso e nel giardino della risurrezione. La prima diffuse la morte dove c’era la vita; la seconda annunciò la Vita da un sepolcro, luogo di morte. Lo fa osservare lo stesso Gregorio Magno: «Quia in paradiso mulier viro propinavit mortem, a sepulcro mulier viris annuntiat vitam» (XL Hom. In Evangelia, lib. II, Hom. 25). Inoltre, è proprio nel giardino della risurrezione che il Signore dice a Maria Maddalena: «Noli me tangere». Un invito rivolto non solo a Maria, ma che si estende a tutta la Chiesa, per entrare in una dimensione di fede che supera ogni appropriazione materialista e comprensione umana del mistero divino.
Proprio perché fu testimone oculare del Cristo Risorto, fu anche, per altro lato, la prima a darne testimonianza davanti agli apostoli. Adempie al mandato del Risorto: «Va’ dai miei fratelli e di’ loro… Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: “Ho visto il Signore!” e ciò che le aveva detto» (Gv 20,17-18). In tal modo ella diventa, come già notato, evangelista, ossia messaggera che annuncia la buona notizia della risurrezione del Signore; o come dicevano Rabano Mauro e San Tommaso d’Aquino, «apostolorum apostola», poiché annuncia agli apostoli quello che, a loro volta, essi annunceranno a tutto il mondo (cf. Rabano Mauro, De vita beatae Mariae Magdalenae, c. XXVII; S. Tommaso d’Aquino, In Ioannem Evangelistam Expositio, c. XX, L. III, 6). A ragione il Dottore Angelico usa questo termine applicandolo a Maria Maddalena: ella è testimone del Cristo Risorto e annuncia il messaggio della risurrezione del Signore, come gli altri Apostoli.
Necessita infine fare un cenno allo scempio che ha imperversato nei mesi scorsi anche nelle sale cinematografiche italiane. Il film «Maria Maddalena» è un’uscita che sul piano commerciale è stata indubbiamente studiata a tavolino per catturare il potenziale pubblico in un momento forte dell’anno liturgico e tenta di mascherare la consapevolezza che si tratti di un prodotto il cui fine consta nel colpire l’attenzione sotto il piano spettacolare, senza però aiutare ad approfondire la verità dei fatti narrata nei Vangeli. Il racconto è alquanto fantasioso nel disegno dei personaggi ed impalpabile sotto il profilo della tensione drammatica. La figura di Maria Maddalena assume per la prima volta una dimensione di primo piano nella vicenda terrena di Cristo, ma ciò non può costituire una sorta di via libera a rappresentarla con caratteri dissimili dalla realtà storica. La presenza degli inevitabili “divi” del cinema condiziona in modo pesante tutta la vicenda: Rooney Mara impersona una Maria Maddalena orgogliosa e ribelle, Joaquim Phoenix diviene un Gesù con tutta la sofferenza e il volto inquieto possibile. Un Gesù dolente, capace di privazioni, sacrifici, sofferenze, ma talvolta distante e quasi assente. Il rapporto tra Lui e Maria si muove lungo direzioni non convergenti, protagonisti senza dimostrarsi sempre all’unisono. Il copione sceglie la strada più facile per accostarsi alla Croce: esalta la componente visiva, pur rischiando di perdere di vista la profondità della vicenda, la problematicità e la ricchezza della storia narrata. Il tono patinato con cui è stato confezionato il film difficilmente lascia trasparire che gesti e persone stanno costruendo qualcosa di irripetibile, destinato a cambiare la storia. Il miracolo di Lazzaro, la crocifissione, la Resurrezione sono scene che restituiscono certo i fatti di duemila anni fa, misteriosi e impenetrabili, ma non lasciano trasparire l’attesa della venuta del “Regno”, un’attesa che assume tratti quasi esclusivamente politici. Questo nuovo, notevole impegno economico profuso dal cinema americano, ci conferma nell’idea che per produrre un buon film occorre padroneggiare molto bene la materia di cui ci si intende occupare, piuttosto che piegarla all’esigenza dello spettacolo. Un film dunque da vedere con occhio critico.
Non resta che consigliare ai lettori di Europa Cristiana, per togliere un po’ di polvere dall’oblio della storia che ha avvolto questa grande donna, di mettersi in viaggio verso la Provenza e riscoprire i luoghi a lei legati, così ricchi di tradizione e di santità.
Tomba di Santa Maria Maddalena. Terza Tomba della Cristianità
Facciata incompiuta della Basilica di Santa Maria Maddalena a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume
L’Altare maggiore della Basilica
Particolare del coro ligneo della Basilica
L’ingresso di Mons. Dominique Rey, vescovo di Frejus-Toulon
Solenne Messa Pontificale: Mons. Rey incensa l’Altare
Solenne Messa Pontificale: Mons. Rey celebra all’Altare maggiore