Il Duomo di San Nicolò a Merano

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Via dei portici nel centro storico di Merano è una bella passeggiata che termina nella piazza dove si trova il duomo di San Nicolò, uno degli esempi più antichi di architettura gotica tirolese. Questa vivace cittadina a nord del torrente Passirio non ha perso la sua atmosfera di altri tempi, la sua architettura e struttura urbanistica sono espressione e punto di incontro tra la cultura mitteleuropea e mediterranea e il plurilinguismo italiano-tedesco-ladino è l’aspetto peculiare di questa sua ricchezza.

Merano conserva i tratti di una cittadina medievale, i primi documenti della sua fondazione risalgono infatti al XIII secolo, e la sua Chiesa è datata con documenti certi al 1266.

La costruzione del duomo di san Nicolò e il suo campanile, che con i suoi 83 metri è tra i più imponenti dell’Alto Adige, richiese quasi tre secoli. Si decise di ampliare il primo edificio nel XIV secolo perché divenuto insufficiente ad accogliere il grande afflusso di fedeli dovuto alla crescente importanza politica e commerciale della città.

La facciata del duomo è espressione di quel sincretismo che è la cifra peculiare delle città di confine, non ha l’imponenza delle cattedrali gotiche del nord Europa, ma è espressione di un’elegante mediazione con l’umanesimo italiano. Questo incontro di stili e culture caratterizza le chiese, anche di minore importanza, tipiche delle valli alpine.

L’interno a tre navate, scandito da pilastri circolari che sostengono le volte gotiche, è ampio e luminoso per la presenza delle grandi vetrate ogivali, in parte ancora originali del XIV secolo, e in parte in stile neogotico del XIX secolo.

È questo forse l’elemento che più svela quel legame culturale col nord Europa, le vetrate infatti, sono la più tipica espressione artistica nelle chiese gotiche, e anche qui costituiscono l’asse portante della narrazione con le storie di San Nicola: grandi racconti x per immagini di luce che istruiscono e incantano.

Visitare questa chiesa ci posiziona esattamente in quel crocevia in cui arte, architettura e spiritualità sì incontrano in una sintesi emblematica, inserita nella magica atmosfera alpina e nell’ordine pacifico e maestoso del paesaggio tutt’intorno.

 

Le fotografie delle vetrate sono state realizzate da Barbara Ferabecoli

 

 

 

 

 

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