Fatima nella Storia della Salvezza 

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L’Europa, nonostante la presenza di un’ideologia europeista totalitaria e perversa che distrugge i sacri valori cristiani della vita e della morte, della famiglia e della patria, dell’identità e dell’appartenenza, facendo leva anche sulla massiccia emigrazione (pretesa dai vertici del regime dell’Unione Europea), è sotto la protezione di Maria Santissima. È evidente che le più importanti apparizioni mariane sono avvenute nel continente dove è presente Roma, Cuore del Cristianesimo. Le apparizioni più rilevanti dell’età moderna sono avvenute fra il Portogallo e la Francia. Oggi è il 13 maggio, fausta ricorrenza per tutti i cattolici: 101 anni fa la Madonna venne a far visita all’umanità apparendo in Portogallo, a Fatima e ricordando con parole e visioni che: il peccato va combattuto con la conversione, la preghiera, i sacrifici; che per la redenzione dei peccatori si possono offrire orazioni e sacrifici a Nostro Signore; che l’Inferno esiste ed occorre vivere in grazia di Dio per starne lontani. Nostra Signora di Fatima avvertì la Chiesa dello smarrimento del mondo, dando la motivazione di questa confusione, che procura cocente dolore in Cristo e nella Madre di Dio: sono le offese verso il Cielo; tuttavia a tali offese, che richiamano perdizione e castighi, gli uomini di buona volontà possono riporre rimedio con gli antidoti prima enunciati. Le offese che oggi commette l’Europa rinnegante il Cristianesimo, sui cui era sorta, sono immense, tanto che Santa Romana Chiesa sta attraversando una delle sue peggiori crisi e, parallelamente, i popoli del continente sono in balia di un regime sinarchico e tecnocrate schiavizzante, detentore della vita (solo se l’individuo è in grado di produrre per lo Stato) e della morte (se non servi e sei un costo devi essere soppresso), come è accaduto il 28 aprile scorso al piccolo ed innocente Alfie Evans, divenuto testimone del Vangelo (http://www.santiebeati.it/dettaglio/97541). Mentre la propaganda inneggia alla solidarietà, la violenza cresce, internamente ed esternamente ai nuclei familiari, con una corruzione spirituale e morale che marcia verso il baratro.

Maria Santissima disse ai tre pastorelli, Lucia, Giacinta e Francesco: «In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede; ecc…». È in quell’ecc. che è racchiusa la terza parte del Segreto non ancora disvelato completamente. La Fede non è più da tempo al centro dell’attenzione non solo dell’Europa, ma pure della Chiesa di Roma. Eppure, assicura la Madre di Dio, in Portogallo la fede sarà conservata.

Il Portogallo è una nazione che fin dal suo sorgere ha avuto un destino particolare, diremmo eccezionale nell’espletamento del suo sviluppo che rimanda inequivocabilmente all’intervento della Provvidenza nella Storia.

La Lusitania, antico nome del Portogallo ha dimostrato di essere, nel corso del tempo, una terra tenacemente fedele a Cristo, ma particolarmente provata: nel passato a causa dell’invasione islamica e nel 1917 (l’anno delle apparizioni della Madonna e l’anno della Rivoluzione bolscevica in Russia) a causa della Massoneria anticristiana e anticlericale. A riguardo di quelle antiche prove esiste molto da dire e molto da ricordare.

Nel XII secolo i lusitani, ovvero i portoghesi, avevano vinto i Mori che miravano alla conquista della penisola iberica. Alfonso I (1109-1185), detto il Conquistatore (Conte del Portogallo dal 1128 al 1139 e poi primo Re del Portogallo dal 1139 fino alla morte), affidò al suo eroico condottiero, Don Gonçalo, il compito di difendere il Paese dal pericolo islamico. Prima della decisiva battaglia di Ourique (26 luglio 1139), Alfonso stava pregando per la protezione del popolo portoghese, quando gli apparve una visione di Gesù Cristo sulla croce. La guerra fu vinta e in segno di gratitudine, il Re incorporò le cinque ferite di Cristo nella bandiera, inserendo cinque pallini bianchi all’interno dei cinque scudi azzurri, che rappresentano i cinque sovrani moreschi sconfitti proprio ad Ourique: piaghe e scudi sono tuttora presenti sul drappo portoghese. Quale premio per la vittoria ottenuta il Re concesse al fedele Gonçalo il privilegio di scegliersi in sposa la giovane più bella fra le musulmane prigioniere e quest’ultimo elesse Fatima, nome assai noto fra gli islamici, perché appartenuto alla figlia di Maometto. Ma a Fatima venne imposta una condizione, che la giovane accolse benignamente: la conversione alla religione cattolica. Maestra e catechista fu la moglie di Alfonso I, Mafalda di Savoia, prima Regina del Portogallo.

L’unione fra il condottiero, conosciuto come Matamoros, e la bella Fatima durò poco: la sposa morì prematuramente e Gonçalo decise di ritirarsi a vita di preghiera e di penitenza nell’abbazia cistercense di Alcobaça, tra i figli di San Bernardo, abbazia fondata e donata a San Bernard de Clairvaux (1090-1153) dallo stesso Alfonso I. Don Gonçalo, al fine di avere un più vivo ricordo dell’amata sposa, ne fece trasferire la salma in una località vicina e che da lei prese il nome: Fatima.

Il 19 agosto 1999 è stata ritrovata, fra le antiche carte dell’archivio del monastero delle Domenicane di Alba (Cuneo), fondato dalla Beata Margherita di Savoia, una straordinaria documentazione di cui si erano perse le tracce. Questi scritti rivelano che nel XV secolo Casa Savoia venne informata delle future apparizioni di Fatima e degli annunci mariani circa i castighi che si sarebbero abbattuti sull’umanità. Era il 16 ottobre 1454 quando, in questo monastero di Santa Maria Maddalena, una certa suor Filippina de’ Storgi (?-1454), prima di spirare, lasciò una profezia: la Madonna sarebbe apparsa a Fatima. Suor Filippina era la figlia di Filippo II di Savoia-Acaia (1340-1368), vittima di una congiura familiare che lo condusse ad essere legato e gettato ancora vivo nelle invernali e gelide acque del lago di Avigliana (Torino). Tuttavia, avendo chiesto l’intercessione del Beato Umberto di Savoia (1136-1189), si salvò miracolosamente. Fu così che decise di fuggire e di vivere da pellegrino penitente e orante per essere perdonato dei propri peccati, prendendo il nome di Frate Guglielmo. Raggiunse i santuari della Francia, della Svizzera, della Spagna, del Portogallo… e giunse fino a Fatima, dove era stata edificata una chiesa per volere di Mafalda di Savoia, figlia di Amedeo III di Savoia (1087-1148), detto il Crociato, poiché aveva partecipato, richiamato alle armi da Papa Callisto II, alle guerre in Terrasanta.

Filippo di Savoia-Acaia entrò nella modesta chiesetta di Fatima e scorse, davanti all’altare, sul nudo pavimento, una pietra tombale con una scritta latina che recitava: «Qui giace Mafalda ovvero Matilde figlia di Amedeo III Conte di Savoia e sorella di Umberto III Conte di Savoia, consorte di  Alfonso Eriquez I Re del Portogallo insieme alla sua figlia spirituale Oureana già chiamata Fatima. Questa chiesa e l’attiguo convento li fece erigere quella Regina per onorare la Gran Madre di Dio nell’anno 1154». Fatima e Mafalda erano, dunque, state sepolte insieme. La Regina, morta a Coimbra il 4 novembre del 1157, lasciò scritto nel suo testamento che aver «portato Oureana alla fede cristiana è stata la mia grande gioia. Lascio a lei il compito di continuare il culto della Vergine nella chiesetta che feci costruire alla Sierra de Aire che tanto somiglia alla mia Savoia e dove desidero essere seppellita io stessa per riposare nella quiete eterna ai piedi della Vergine Maria, lontano dall’eco della città». Gli auspici di Mafalda di Savoia si realizzarono e la chiesetta del Borgo di Fatima divenne centro universale di spiritualità mariana.

In punto di morte la veggente Suor Filippina de’ Storgi «parlava de’ futuri eventi, prosperi e funesti della Casata Sabauda, fino a un tempo non preciso di terribili guerre, dell’hesilio di Umberto di Savoia in Lusitania, di un certo mostro d’Horiente, tribulatione dell’Humanità, ma che sarebbe ucciso dalla Madonna del S. Rosario de Phatima, se tutti li huomini l’havessero invocata con penitentia grande» (In C. Siccardi, Fatima e la passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2012, p. 53). Inoltre il 16 settembre 1454 la mistica sabauda rivelò che «là nella Lusitania c’è una chiesa in un paese che si chiama Fatima, edificata da una antenata della nostra Santa Fondatrice Margherita di Savoia, Mafalda, regina del P.Gallo e figlia di Amedeo tertio di Savoia, e che una statua della Vergine SS.ma ha detto degli avvenimenti futuri molto gravi perché Satanasso farà una guerra terribile ma perderà perché la Vergine SS.ma Madre di Dio e del SS.mo Rosario di Fatima “più forte di ogni esercito schierato a battaglia” lo vincerà per sempre» (Ibidem).

Questi fatti storici inquadrano le apparizioni di Fatima in un ampio progetto della Divina Provvidenza nella Storia dell’umanità. La Divina Provvidenza è la sovranità, la sovrintendenza, l’insieme delle azioni operate da Dio in soccorso degli uomini, per aiutarli a realizzare il loro destino eterno nel Regno di Dio. Sta all’uomo scegliere il suo destino ultimo: l’Inferno o il Paradiso. Due sono i passi del Nuovo Testamento dove meglio si evidenzia l’innesto della Provvidenza nel mondo:

Il primo si trova nel Vangelo di Matteo: «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? (…) Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri» (6,25; 10,29-31).

Il secondo nelle Epistole di San Paolo: «Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati» (Rm 8,28-30).

Dio ha riservato a Fatima un ruolo pulsante nel piano stesso della Salvezza, in questo sacro luogo ebbe inizio la fondazione del Regno del Portogallo e un filo trascendente lega i primi sovrani della nazione lusitana, che liberarono il territorio dalla presenza dei seguaci di Maometto, ai tre pastorelli, portavoce delle esortazioni e dei richiami della Madonna, che, nella comunione dei Santi, li lega alla monaca Suor Filippina, morta in odore di santità. Nell’attesa, annunciato proprio a Fatima, del trionfo del materno Immacolato Cuore di Maria, questa benedetta terra continua, con i suoi milioni di pellegrini che ogni anno vi si recano e con le cinque piaghe di Cristo Re presenti sul drappo portoghese da mille anni, a ripetere un’antica, attuale, futura Storia.

 

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2 commenti su “Fatima nella Storia della Salvezza ”

  1. E’ in questo “ampio progetto della divina Provvidenza”, cara Dott.ssa Cristina, che risiede tutta la nostra speranza. Che la Madonna Santissima, Consolatrice degli afflitti e Aiuto dei Cristiani, ottenga dal Suo Divin Figlio di poter uscire (se non noi che siamo già avanti negli anni, ma almeno i nostri figli e nipoti) dalla melma in cui siamo immersi e da questo planetario rifiuto di Dio contro cui pare non si frapponga nessun ostacolo. E possa finalmente ravvedersi l’infinita schiera di pastori, traditori non solo di Cristo a cui si sono un tempo consacrati, ma anche del gregge che è stato loro affidato.

  2. Tonietta
    “E possa finalmente ravvedersi l’infinita schiera di pastori, traditori non solo di Cristo a cui si sono un tempo consacrati, ma anche del gregge che è stato loro affidato.”
    Ciò sarebbe auspicabile, ma temo che le cose andranno sempre peggio, sono convinto che la Chiesa si trovi dentro la purificazione, e la separazione ed è strano che lo dice proprio il CCC al n° 675, ma probabilmente a quel numero ancora non ci sono arrivati.

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