Duecento anni di onore e fedeltà: la Scuola di Cavalleria

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La città di Venaria Reale è stata la prima tappa di festeggiamenti e celebrazioni che a partire dalla fine del 2022 e lungo tutto il 2023 riguarderanno i 200 anni dalla fondazione della Scuola di Cavalleria.

La Scuola di Cavalleria trae la sua origine dalla Regia Scuola Militare di Equitazione, realizzata dal Re di Sardegna Carlo Felice nel 1823 proprio nella reggia di Venaria Reale, che perse la sua funzione di Reggia e divenne caserma e polo di addestramento centrale per le forze di cavalleria di Casa Savoia, non solo per il Regio esercito italiano, ma anche per ufficiali provenienti da tutta Europa durante il XIX secolo e per la stessa famiglia regnante.

I festeggiamenti nella città di Venaria Reale svoltisi il 19 novembre scorso hanno visto la partecipazione dei vertici delle forze armate e della società civile dando risalto ad una realtà, come la storia militare di Venaria Reale, assolutamente centrale per il Regno d’Italia prima e la Repubblica Italiana poi.

Tra le istituzioni militari presenti: Bersaglieri, Marinai, Protezione Civile, Associazione Nazionale Carabinieri, Associazione Nazionale della Polizia di Stato, Vigili del fuoco, Polizia Municipale di Venaria e Comando Compagnia dei Carabinieri di Venaria.

Mentre, tra le principali rappresentanze delle istituzioni civili, erano presenti: il sindaco di Venaria Reale, Fabio Giulivi, il vicesindaco Gianpaolo Cerrini, il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Ferrauto, i sindaci di Robassomero, Rocca Canavese e Leini, Rosalia Mangani, Alessandro Lajolo e Renato Pittalis.

Come prima tappa le istituzioni e la popolazione hanno assistito al tributo militare e alla benedizione sacerdotale davanti al monumento dei caduti della prima guerra mondiale in Piazza Vittorio Veneto. Successivamente il corteo ha percorso tutta via Andrea Mensa per raggiungere la Reggia e riunirsi all’interno della chiesa di Sant’Uberto, ed essere poi accolto, dove l’ingresso, da un gruppo di uomini in divisa storica della cavalleria del Regio Esercito.

Si è quindi tenuta la cerimonia di consegna della Cittadinanza onoraria di Venaria Reale alla Scuola di Cavalleria, la quale che ha ereditato dalla Regia Scuola Militare di Equitazione tradizioni, valori e dedizione all’amor patrio.

Il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Ferrauto, ha voluto specificare nel suo discorso, riguardante il conferimento della cittadinanza onoraria, che la decisione è stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale. A ritirare l’onorificenza dalle mani del sindaco di Venaria, Fabio Giulivi, è stato il generale di Brigata Claudio Dei.

Il convegno, che si è tenuto sempre all’interno della splendida chiesa di Sant’Uberto, sotto lo sguardo dei grandi patriarchi Sant’Agostino, Sant’Atanasio, Sant’Ambrogio e San Giovanni Crisostomo, le cui sculture circondano la navata centrale, aveva per tema I due secoli della Scuola di Cavalleria Venaria Reale 1823: la nascita.

Il dottor Mario Gennero ha parlato di Otto Wagner: il primo istruttore della Scuola, ponendo l’accento sulla figura del primo istruttore della Regia Scuola Militare di Equitazione ed esaltandone la capacità di aver valorizzato l’arma della cavalleria nonostante il suo inesorabile declino sancito dalla comparsa e dallo sviluppo delle armi da fuoco. Wagner riuscì a istruire i giovani ufficiali del Regio Esercito con l’esempio e la ferrea disciplina. Le sue origini prussiane non facilitarono la comunicazione verbale, ma la dedizione e l’impronta che diede superarono questa barriera, divenendo un modello d’eccellenza. Wagner fu nominato nel 1825 «Capo Cavallerizzo» dal re Carlo Felice di Savoia.

Le capacità del nuovo istruttore erano invidiate in tutta Europa, infatti le corone del vecchio continente inviarono maestri e cadetti al fine di conoscere e imitare le capacità del talentuoso prussiano in Piemonte. Piccolo aneddoto dell’epoca: l’unica corte che non inviò mai alcun allievo o visitatore alla Venaria Reale fu quella di Francia.

Otto Wagner prestò servizio fino al 1845 per poi ritirarsi con il grado di maggiore lasciando un ottimo ricordo delle sue capacità e dei suoi insegnamenti, legati alla sua proverbiale avversione allo scrivere, «dato che dove non può la parola giunge l’esempio».

Il convegno è proseguito con l’intervento del professor Domenico Bergero sul tema: La Regia Scuola Veterinaria e la Scuola di Cavalleria, dove è stato esaltato lo strettissimo legame tra la Regia Scuola di Veterinaria e la Regia Scuola di Cavalleria, avendo avuto, anche se per breve tempo, la stessa sede, La Venaria Reale, ma non solo questo, infatti lo studio veterinario legato alla cavalleria ha offerto la possibilità di incrementare molto le competenze in campo scientifico e medico dei veterinari piemontesi. Ad esempio, avveniva spesso che cavalli della Regia Scuola di cavalleria venissero adoperati direttamente come cavie o per dimostrazioni pratiche agli studenti di Veterinaria. La collaborazione proseguì anche dopo lo spostamento della Regia Scuola di Cavalleria nella città di Pinerolo, avvenuto nel 1849.

Il terzo intervento, tenuto dal generale di Corpo d’Armata Francesco Apicella, ha riguardato la presentazione del Calendario storico ANAC (Associazione Nazionale Arma di Cavalleria) 2023, realizzato proprio per celebrare i 200 anni dalla fondazione della Scuola di Cavalleria. Il calendario è legato alla Rivista di Cavalleria, diretta proprio dal generale Apicella, e illustra fotografie e dipinti che rappresentano tutta la storia della cavalleria sotto il Regio esercito e sotto l’Esercito Italiano.

Il calendario non si limita a mostrare immagini statiche in ordine cronologico, ma racconta i momenti principali della Storia della Cavalleria, dando all’osservatore una immersione completa nel mondo della cavalleria, sia passata che contemporanea. Il calendario parte dalla Venaria Reale con immagini di addestramento ed esercitazioni del corpo di cavalleria, e prosegue con l’evoluzione negli anni, che è passata «dal Cavallo al Motore», con immagini inedite che mostrano una sessione di addestramento tra cavalli veri e propri e mezzi corazzati del Regio esercito nel 1935.

Impressiona la compostezza degli animali, i quali, nonostante il forte rumore dei mezzi, erano capaci sia di rimanere calmi, sia di seguire tutti gli ordini impartiti dal cavallerizzo. La parte conclusiva del calendario vuole mostrare le attività principali dell’arma di Cavalleria, non solo in addestramento per le “missioni di pace”, ma anche in attività di sostegno alla collettività italiana su suolo nazionale.

La copertina è una composizione grafica realizzata dal dottor Marco Celli, il quale si occupa del coordinamento editoriale della Rivista di Cavalleria. La copertina è illustrata con una allegoria, come ha affermato il generale Apicella, che riguarda la storia della cavalleria, in cui, partendo dall’alto e proseguendo in senso orario, si può osservare l’ufficiale Gaspare Bolla della Regia Scuola di Cavalleria, il quale salta magistralmente un fossato ed un ostacolo nello stesso momento, in sella al suo cavallo Gladiatore. Questo salto, che avvenne nel 1844, è stato definito dal generale «uno dei salti più belli mai visti».

Sulla stessa copertina è presente una fotografia che mostra il superamento di un guado da parte di un autoblindo Centauro, mezzo corazzato adoperato dall’arma di Cavalleria per la sua eccellente mobilità e capacità di fuoco.

L’ultimo intervento del convegno è stato del generale di Brigata, Claudio Dei, dal titolo: La Scuola di Cavalleria oggi, già domani. Il generale ha esordito con queste parole: «La cavalleria è 10.000 soldati», intendendo come la cavalleria è un’arma che vuole valorizzare il cavaliere, ponendolo in un nuovo scenario dettato dal progresso tecnologico e dalle nuove sfide che oggi le forze armate devono affrontare. Il percorso formativo che ogni soldato ha dovuto e deve affrontare nel corso del tempo, ha spiegato il generale, sta proprio nell’«oggi, già domani», che prevede un continuo aggiornamento tecnologico, di dottrina militare e di utilizzo di simulatori digitali. Questi ultimi, ad uso militare, sono oggi parte integrante dell’addestramento e portano il soldato a prepararsi al meglio per le operazioni future con il minimo rischio. Occorre considerare e sottolineare che «l’aggiornamento e il perfezionamento sono essenziali per non venir colti impreparati dalle difficoltà incontrate sul campo di battaglia».

Il convegno si è concluso con il saluto di tutte le autorità e da parte dei due generali citati con l’esclamazione «Viva la Cavalleria!».

 

 

 

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