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23 novembre 1921 : 100 anni fa nasceva  Fred Buscaglione

Nacque a Torino da una famiglia originaria di Graglia, un piccolo paese in provincia di Biella. La zia Anna era stata una celebre canzonettista con il nome d’arte di Anita Di Landa. A 11 anni venne ammesso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, soprattutto per le povere condizioni economiche della sua famiglia:  il padre era imbianchino, mentre la madre portinaia e occasionalmente insegnante di pianoforte. Si mise a lavorare come fattorino e poi come apprendista odontotecnico. Ancora adolescente, iniziò ad esibirsi nei locali notturni di Torino come cantante jazz e polistrumentista: contrabbasso, violino, pianoforte, tromba. Un giorno, durante una sua esibizione al Gran Caffè Ligure, venne notato da uno studente di giurisprudenza, appassionato lettore di libri gialli, si chiamava Leo Chiosso; da quell’incontro sorse un sodalizio artistico che permase fino alla scomparsa di Fred.

Durante la seconda guerra mondiale venne richiamato sotto le armi e distaccato in Sardegna, dove si mise in luce organizzando spettacoli per le truppe. Fatto prigioniero dagli statunitensi, egli continuò la sua passione per la musica nell’eseguirla e nel comporla, sperimentando anche nuove formule e ritmi per l’Italia prendendo spunto proprio dagli Stati Uniti.

Dopo la fine della guerra, rientrò a Torino e ricominciò a suonare prima come elemento in varie orchestre, poi fondando gli Asternovas, il suo complesso. Prese a viaggiare in vari locali notturni in Italia e in  diverse città d’Europa. Dal 1946 riprese a i contatti con l’amico Leo Chiosso, con cui iniziò a comporre canzoni e talmente divenne forte il loro legame fraterno e professionale che si trasferirono nello stesso palazzo, in due appartamenti dirimpetto l’uno all’altro, in Via Eusebio Bava 26 bis, in zona Vanchiglia. Trascorrevano giorni e notti intere insieme a chiacchierare a scambiarsi idee, battute e frasi musicali che Leo annotava e Fred accennava sulla tastiera del pianoforte. Le canzoni parlavano ironicamente e buffamente di «bulli e pupe», di New York e di Chicago. Così nacquero composizioni che vennero registrate su disco o eseguite dal vivo e in spettacoli televisivi, alcune in coppia con la moglie Fatima, per esempio, Che bambola!!Teresa non sparareEri piccola cosìLove in PortofinoPorfirio VillarosaWhisky facile. Egli ha rappresentato l’Italia spensierata dell’Italia che rinasceva dalle macerie e si stava per tuffare nel boom economico grazie al Piano Marshall statunitense.

Si presentava in doppiopetto gessato e cappello a larghe falde, ispirato un po’ a Clark Gable, un po’ a un po’ Humphrey Bogart  e ai gangster americani.  In tempi di scarsa propaganda pubblicitaria, arrivò a vendere 980.000 copie di 78 giri, cifra incredibile per l’epoca, tenendo anche in considerazione che l’Hit Parade radiofonica ancora non esisteva.

Un personaggio stravagante, un piemontese americanizzatosi per gioco e per lavoro, profondamente amante delle musica: ribaltò la miseria della sua famiglia in una sorta di vita al gioco d’azzardo, viaggiando con una Thunderbild rosa confetto di stile holliwoodiano, in un’Italia in cui dominavano le Topolino e le Seicento. Ed è proprio a bordo di quella macchina che, mentre è all’apice del suo successo, si schianta alle 6.30 di un freddo mercoledì, il giorno 3 febbraio 1960. Andò a sbattere contro un camion carico di tufo in una strada del quartiere romano dei Parioli. Gli operai a quell’ora andavano a lavorare, lui rientrava da una notte di bisboccia. La sua morte a  una morte tragica che ha proiettato Fred Buscaglione direttamente nel mito.

 

 

 

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