Macario: 120 anni fa nasceva l’attore di Torino

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Il 16 dicembre scorso, in concomitanza con l’apertura straordinaria di Palazzo Lascaris, a Torino, si è tenuta la mostra «Macario. Ciak si gira», promossa dal Consiglio regionale del Piemonte, curata da Sabrina Gonzatto e realizzata, in collaborazione con l’Associazione Linguadoc, grazie ai materiali da collezione di Gustavo Mola di Nomaglio e del Teatro Stabile di Torino.

All’inaugurazione hanno partecipato: il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia, la curatrice della mostra Sabrina Gonzatto e il presidente dell’Associazione Linguadoc Giulio Graglia. Erano presenti anche il presidente del Teatro Stabile di Torino, Lamberto Vallarino Gancia, la direttrice del relativo Centro Studi, Anna Peyron e l’Assessore alla Cultura del comune di Torino, Rosanna Purchia.

La mostra è stata allestita per celebrare i 120 anni dalla nascita dell’intramontabile attore comico torinese Erminio Macario (27 maggio 1902 – 26 marzo 1980), e resterà aperta al pubblico fino al 27 gennaio 2023 con ingresso gratuito, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 17; mentre resterà chiusa nei giorni festivi infrasettimanali e nella prima settimana di gennaio.

L’allestimento è distribuito tra la Galleria Spagnuolo e l’URP di via Arsenale 14/G e vi è esposta una ricca documentazione: manifesti originali degli spettacoli del celebre attore, locandine, riviste, dischi, francobolli e fotografie di scena, il tutto per ripercorrere la lunga e varia carriera di Macario, dagli anni ’20 del Novecento, fino alla fine degli anni ’70, periodo in cui  cessò di lavorare a causa di un  tumore che lo colpì e che lo porterà alla morte.

All’ingresso della mostra sono visibili alcuni spot pubblicitari del «Carosello” con la partecipazione di Macario, nonché spezzoni di  suoi spettacoli teatrali e film. Inoltre, sono esposti otto pannelli che raccontano la vita artistica del grande attore piemontese, famoso per il ciuffo dalla forma circolare, cadente sulla fronte. Questo particolare rende Macario unico nel suo genere, tant’è vero che questo attributo è diventato pure il suo logo personale.

Erminio Macario non ha ottenuto grandi successi quanto Totò o Alberto Sordi, eppure è ugualmente riuscito a farsi amare dal pubblico, mantenendo un suo stile personale e, comunque, ha collaborato con questi due miti del cinema italiano. Non solo: divenne popolare persino in Europa, in particolare in Francia, dove, durante una sua visita a Parigi, fu ospitato dal celebre attore comico Fernand-Joseph-Désiré Contandin, meglio conosciuto come Fernandel (8 maggio 1903 – 26 febbraio 1971), famosissimo anche in Italia per aver recitato insieme a Gino Cervi (3 maggio 1901 – 3 gennaio 1974) nella serie cinematografica dedicata a Don Camillo, tratta dalle magistrali opere letterarie di Giovannino Guareschi (1º maggio 1908 – 22 luglio 1968).

Una generazione di attori formidabili che, fra finte risate e vere lacrime della loro personale esistenza, hanno, senza ombra di dubbio, capito quanto sia difficile il mondo dello spettacolo e che la loro bravura era dovuta ai loro talenti e al loro incredibile impegno, un impegno che ha dato ottimi frutti, entrati nella storia del cinema e del teatro italiano.

Se Fernandel simboleggia la Francia e se Totò simboleggia Napoli, allora Macario simboleggia il Piemonte e, meglio ancora, la città che lui ha tanto amato per tutta la sua vita: Torino.

 

 

 

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