La Via Crucis moderna… sanno quel che fanno?

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È tradizione nella vita della Chiesa la pratica della Via Crucis. Si tratta, come tutti sanno, di una preghiera che ripercorre le tappe di Gesù dal Pretorio fino alla morte di croce e sepoltura. Il suo intendimento è far riflettere e meditare quanto siamo costati al Signore, che cosa Egli ha fatto e compiuto per noi. Ogni volta che ripercorriamo le tappe dolorose della Passione del Signore entriamo in un mistero che ci trascende… la viviamo quindi in silenzio, con timore e tremore, come schiacciati sotto il peso delle nostre responsabilità e con una preghiera sommessa di umile e commosso ringraziamento.

Molti santi, soprattutto nell’ ‘800, raccomandavano questo atto liturgico, ne indicavano i vantaggi, la praticavano essi stessi in continuazione, organizzavano per i fedeli delle Vie Crucis molto partecipate. La sua importanza è tale che la Chiesa concede l’indulgenza plenaria ogni volta che si partecipa alla Via Crucis (unitamente alle altre condizioni necessarie per ottenere l’indulgenza). San Luigi Maria Grignion de Montfort, il grande profeta mariano, predicatore itinerante, usava far costruire delle montagne di sabbia – che egli chiamava “Calvari” – nelle piazze delle città dove andava a predicare, e all’inizio della predicazione piantava una grande croce in cima a questa collina, a da lì tuonava con le sue parole ardenti… Una specie di Via Crucis ante litteram. Fu però san Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751) il grande propagatore di questa pratica.

In ogni chiesa cattolica sono presenti le immagini delle quattordici stazioni della Via Crucis, pratica che non si è persa, ma accade di vedere oggi nella Chiesa come si tenda a spostare il senso e il significato della stessa Via Crucis facendola diventare come la meditazione della sofferenza degli uomini e non di Cristo. Non è raro, per esempio, che le varie stazioni vengano fatte meditare dalle persone devote della parrocchia o dei gruppi ecclesiali, e che questi tirino fuori, ad ogni stazione, le grandi calamità dell’uomo moderno: si ricordano pertanto le ingiustizie sociali, le vittime dei terremoti, i drammi delle morti in mare dei migranti, i pericoli della guerra, eccetera. Tutte cose lecite, che impressionano le persone e che chiedono preghiere, ma alla fine si perde di vista il senso della Via Crucis. Sembra che il Signore sia diventato – per dirla alla Cardinale Giacomo Biffi – un “pretesto” per parlare di qualcosa d’altro.

 

 

Due esempi di “via Crucis” fuori tema

 

A tal proposito ho sottomano un foglietto di una Via Crucis organizzata in una parrocchia del Veneto intitolata «Via Crucis per la pace». Già il nome suona male. Se si intende la pace del cuore, frutto della purificazione dei peccati, allora ci può stare; se invece si intende (come naturalmente poi si intende) la pace tra le nazioni, lo scongiurare il pericolo dei conflitti, allora si va fuori dal seminato, nel senso che si ripercorrono i momenti della passione dolorosa del Signore, non meditando su di Lui, non parlando di Lui, non avendo il Cristo come “oggetto”, ma si prega Dio per un fine secondario, transeunte e non evangelico come la pace delle nazioni. Dobbiamo sapere che la pace nel mondo non ci sarà mai, perché finché ci sarà il peccato, guerre di ogni genere ce ne saranno sempre.

Dal momento che il fine di tali Vie Crucis è secondario, passeggero, secolare, i commentatori delle varie stazioni possono essere persone che non hanno nulla a che fare con la Passione stessa del Signore, e forse nemmeno con Dio in generale. In tale foglietto della fortunata parrocchia veneta si riportano frasi, che vogliono fare da commento, da materia di riflessione, alle singole stazioni, di persone piuttosto strane. Nella seconda stazione troviamo un commento di Jimi Hendrix, chitarrista noto per la propria aggressività e violenza, morto ventottenne per eccesso alcolico; nella terza una di Paolo Coelho, scrittore new-age; nella quarta una di Sofia Loren (no comment); poi via via ci sono stazioni commentate dalla poetessa omosessuale americana Emily Dickinson, dallo storico greco del V secolo a.C. Erodoto, dal grande Max Pezzali, cantante di un gruppo musicale 883, inneggiante ai tatuaggi, da Raimond Pannikar, sacerdote cattolico, ma assai criticato per le sue posizioni prossime all’induismo e, dulcis in fundo, una stazione è commentata da Jim Morrison, chitarrista del complesso rock psicadelico dei Doors, famoso per le sue sregolatezze di ogni tipo, morto ventinovenne per overdose di eroina. La meglio, tutto sommato, è la Loren, cui va tutta la nostra simpatia.

La domanda che ci poniamo è questa: al termine della Via Crucis, che cosa mi aspetto? Che cosa posso avere imparato a riguardo del valore della Redenzione? Quale contrizione può trasmettere il Sacrificio di Cristo nella mia vita di povero peccatore dopo aver meditato il messaggio di Max Pezzali?

Tali abusi liturgici danneggiano il concetto stesso di preghiera. Sembra che queste cose siano fatte e volute proprio per oscurare la fede, siano una controtendenza al principio della verità, che è proprio quello che desidera il demonio. Satana, come sappiamo, si vuole mettere al posto di Dio, vuole essere adorato dagli uomini, e una delle tattiche, tra le tante, è proprio variare, anzi, traslocare, il principio della fede introducendo nella liturgia elementi spuri che confondano le anime dei poveri fedeli. Se poi tale Via Crucis è stata guidata dal sacerdote (questo non mi è dato di saperlo), con tanto di cotta e stola, e i fedeli hanno risposto “amen” ad ogni invocazione, tutto è filato via senza che nessuno si sia reso conto di questo scivolamento e cambio di prospettiva.

Ma, in tutto questo, Gesù dov’era?

Sappiamo che la potenza di Dio è infinita e nell’animo dei fedeli ignari poi alla fine qualche cosa può essere entrata, per divina misericordia, ma la nostra responsabilità di fronte a questi scempi è grande. Ma Signore, sanno quel che fanno?

Queste cose ci fanno venire nostalgia delle Vie Crucis di una volta, con il canto dello «Stabat Mater, con chierichetti con cotta, croce e turibolo, con concorso di popolo commosso, con commenti tratti dalla Bibbia o dagli scritti dei santi, e soprattutto con l’impressione del volto di Cristo nel cuore. Sì, queste cose ci fanno languire di nostalgia per una Chiesa e una liturgia che sembra purtroppo eclissata.

Ma no, la verità delle cose ritornerà. Se il piano inclinato della superficialità (per non dire altro) umana trasporta sempre più a valle la ricchezza e il valore della vera liturgia, questo non significa che tutto morirà per sempre. La Chiesa è di Cristo, e se i fedeli oggi vengono depauperati da chi compie questi abusi, rimanendo impunito, sappiamo che questo non sarà a lungo, perché nel cuore della vera Chiesa rimane un anelito, un palpito, un desiderio di verità che non può morire. Non è un sogno, questo, o una profezia, ma un desiderio che si tramuterà in realtà: la Chiesa ritornerà alla sua liturgia, ai suoi drappi, ai suoi segni e crocifissi, al suo linguaggio sacro, ai suoi santi e alla sua Tradizione. La Chiesa è di Cristo, e guai a chi la tocca. Essa è il Corpo Mistico del Signore, è Mistero e compimento, e tale mondanizzazione non può durare a lungo. Occorre solo sperare, soffrire e offrire. Il sospiro della Chiesa avvilita da questa desolazione si muterà in gioia, all’apparire dello Sposo.

Facciamo allora come le pie donne della Via Crucis, quella vera: piangiamo vicino al Signore Gesù, che sale la via dolorosa verso il compimento della sua missione. Guardiamo Lui, perché la Passione è sua, non dell’umanità, e la pace Egli la dà davvero, ma quella intima, del cuore, che ha il prezzo del Sangue Suo e di quello dei martiri. Questa è la vera Chiesa. E già che ci siamo, portiamo nel cuore, mentre saliamo verso la sommità del Calvario, i vari Jimi Henrdix, Erodoto, la Dickinson, Jim Morrison, non per ascoltarli, ma pregando per le loro anime e deponendole ai piedi, con un moto di infinita pietà, del crocifisso, supplicando che abbia pietà di noi e di loro, tutti peccatori e tutti bisognosi di luce e di redenzione.

 

 

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1 commento su “La Via Crucis moderna… sanno quel che fanno?”

  1. Stiamo vivendo una Quaresima che sembra non finisca mai. Non basteranno quaranta giorni per prepararci degnamente alla Resurrezione del corpo mistico di Gesù Cristo, la Santa Chiesa. Forse basteranno quaranta anni? O quattrocento? Non lo sappiamo. Sappiamo di sicuro che la Pasqua ci sarà. La vedremo da un altro luogo

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