Il vero tipo del Vescovo

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Valentin de Boulogne o Nicolas Tournier, San Paolo che scrive le sue lettere, XVI secolo circa, Blaffer Foundation Collection, Houston

 

«Chi aspira all’episcopato desidera una cosa buona», dice san Paolo (1 Tm 3,1). Dunque, per un prete desiderare di essere Vescovo non è un atto di superbia o un’ambizione sbagliata. Però occorre capire e sapere come si deve esercitare l’episcopato, dal momento che esso è un mandato divino in ordine, semplicemente, alla salvezza dell’umanità. I primi Vescovi, capito questo, lasciarono immediatamente il servizio delle mense (ossia le opere di carità manuali, spicciole) per dedicarsi alla preghiera e alla predicazione (At 6,2-4).

Nella preghiera si preparavano, invocavano lo Spirito Santo; nella predicazione annunciavano la Verità che è Cristo e di fuggire da questa generazione perversa.

Gesù ha consegnato alla Chiesa, e ai Vescovi prima di tutti, il cosiddetto «munus docendi», ossia il potere di insegnare la Verità. Noi cristiani, quindi, non abbiamo la pretesa in insegnare qualcosa, proporre delle idee, ma di insegnare la Verità.

«Nessuno ha la verità in tasca», si sente dire; questa è una stoltezza, e se a pronunciarla sono uomini di Chiesa, si tratta di stolti uomini di Chiesa. Forse non starà in tasca, ma noi la Verità l’abbiamo. La possediamo, interamente, pienamente, assolutamente. La Verità è Gesù Cristo. E Gesù ha inviato nel mondo i cristiani affinché proclamino la Verità. I primi che hanno questo dovere, come detto, sono proprio i Vescovi: non sono loro i capi della Chiesa? Il capitano del vascello è il primo che deve osservare tutte le regole per una buona navigazione, poi pretenderlo dai marinai e dai passeggeri.

La Chiesa ha ricevuto il dono dello Spirito Santo, che conduce alla Verità tutta intera (Gv 16,13) e agisce nella Chiesa attraverso gli strumenti scelti da Dio. Noi uomini non abbiamo alcun potere, di per sé. Siamo strumenti, e per essere tali ci occorre avere fede certa e umiltà profonda. Nei primi tempi della Chiesa era molto diffusa la continua invocazione dello Spirito Santo: gli apostoli erano dei pover’uomini senza cultura: dovevano proclamare Gesù risorto davanti alle genti, a Stati organizzati e strutturati… come avrebbero potuto, senza mezzi, affrontare e convincere interi popoli? Ma a parlare in loro era lo Spirito Santo.

Ne viene che i Vescovi non devono avere paura di dire la Verità, intera, tutta – anche le parti più urticanti – di affermare cose assolutamente certe. Se chi li ascolta accoglierà Gesù come Salvatore, diventerà un uomo libero. Tutti desiderano la libertà, ma la libertà la può dare solo Gesù. «La verità di farà liberi», ci ha detto (Gv 8,32).

Il mondo attende la libertà.

Essa può venire solo da Gesù.

Ma Gesù va proclamato.

Il Magistero che non insegna, lascia quindi il mondo schiavo. E l’insegnamento non può essere la dottrina che si sente oggi sull’accoglienza dei migranti, l’abbattimento dei muri, l’appello alla pace dei popoli, eccetera: tutte cose secondarie, queste, perché l’opera della Chiesa è portare al mondo la salvezza escatologica, ossia la presenza del Cristo che toglie i peccati del mondo.

L’attività del Cristo trascende ogni attività pastorale del momento, che sarà sempre parziale e simbolica, relativa e passeggera. La missione della Chiesa è ben altro: «Ma perché essi sappiano che il Figlio dell’uomo ha il potere di rimettere i peccati, dico a te, alzati e cammina» (Mc 2,9-11).

Il potere di rimettere i peccati: ecco la missione, ecco l’annuncio.

La missione del Vescovo è dare questa luce a tutta l’umanità. La salvezza del mondo, infatti, dipende prima di tutto da loro, che sono i capi della Chiesa. Ma se essi, per paura delle reazioni del loro clero, per la paura di chissà-che-cosa-diranno-gli-altri-vescovi-della-CEI o, peggio ancora, per compiacenza o piaggeria, allora essi defraudano il mondo intero dalla possibilità di pervenire alla Verità, quindi alla libertà.

In fondo, si richiede anche poco ad un Vescovo: solo che abbia fede. Poi fa tutto lo Spirito Santo o, se vogliamo, fa tutto Gesù, vero Capo del Corpo che è la Chiesa. Con uno slancio di fede, il Vescovo si presenta nel mondo come successore degli apostoli e alter-Christus, unito a Lui nella grande missione di offrire agli uomini la felicità eterna. Poi potrà venire per reazione del mondo anche la morte violenta o crocifissa: mal di poco, nel caso, anzi, cosa eventualmente da augurarsi perché il martirio è la prova suprema dell’amore.

Tra poco vi sarà, dicono, un inutile sinodo mondiale che vogliono dedicare ai giovani. Ho sentito uno slogan che viene proposto: «Giovani, non fatevi rubare i vostri sogni». Frase che non salva nessuno, che non apre prospettive escatologiche, degna più del Corrierino dei Ragazzi che di un Vescovo. Gesù quando incontrò un giovane sveglio e saggio che osservava già i comandamenti, gli suggerì una cosa molto concreta, che non riguardava alcun sogno: «Molla tutto – gli disse – vendi quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni dietro a me» (Mt 19,16-22).

Questo vogliamo sentire dire da parte dei Vescovi ai nostri giovani. Che vadano dietro a Cristo. Il giovane ha bisogno di ideali forti, non di sogni. E poi, quali sogni il giovane non dovrebbe farsi rapire? E se un ragazzo sogna di diventare Al Capone o Maradona, è per questo sulla via della Verità?

Padre Kolbe quando creò dal nulla la «Città dell’Immacolata» prometteva solo pane secco, vita in baracche di legno, totale mancanza di servizi igienici e tanta precarietà. Ma, insieme a questo, l’amore dell’Immacolata e la conquista del mondo intero al suo Cuore Immacolato. E in pochissimo tempo riempì l’Ordine di centinaia di vocazioni. Era un uomo molto concreto, con una fede granitica. Queste sono le virtù che sono necessarie a un Vescovo.

L’Europa ha bisogno di essere guidata da questi uomini, questo tipo di Vescovi. È un sogno? Sì, questo veramente appare un sogno irrealizzabile, al momento attuale. Ma tali uomini in passato ci sono stati: Mindszenty, Stepinac, Beran, Slipyj… per dirne alcuni.

La Chiesa cattolica merita tali campioni. Se tale sogno si realizzerà (non per un Sinodo, ma per la preghiera della Chiesa e la misericordia di Dio) la Chiesa avrà delle guide vere.

 

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