Due Re in contemporanea

Home » Due Re in contemporanea

 

Nel primo libro di Samuele della Bibbia è narrata una vicenda singolare. Siamo agli inizi della storia del popolo d’Israele: dopo aver attraversato il deserto, il popolo è entrato nella Terra promessa sotto la guida di Giosuè, ha preso possesso dei vari territori con le guerre del caso (è da credere che coloro che vi abitavano non gradirono l’arrivo di questi che rivendicavano il diritto di proprietà di tutto il territorio), e dopo qualche decennio, sotto la guida di vari governatori che chiamavano Giudici, ad un bel momento tutto il popolo chiede di avere un re. Inizia così la monarchia in Israele, che a dire il vero non era prevista. Infatti il profeta Samuele, alla richiesta del popolo di instaurare la monarchia, cerca di dissuaderli perché il vero re di Israele non può essere un uomo, ma è Jawhè stesso. La gente insiste, e al termine della diatriba Dio stesso comunica a Samuele che nomini un re, anche se dichiara di non essere proprio contento (1 Sam 8, 6-9). Fu così che l’uomo di Dio scelse uno della tribù di Beniamino, un giovane uomo di nome Saul, e lo unse re (10, 1). Il popolo lo accolse come tale, e così iniziò l’organizzazione di Israele come stato monarchico, con alla guida un re, come era per tutti gli altri popoli circonvicini.

Ma ecco che, a grande sorpresa, dopo poco tempo succede un fatto davvero inaspettato: il vecchio uomo di Dio va a Betlemme, convoca la famiglia di un certo Iesse, uomo totalmente anonimo e ordinario, il quale aveva otto figli, e tra questi otto figli fissa l’attenzione sull’ultimo, un ragazzino di 16-17 anni, e lo unge re (16,13). Lo stupore fu generale. Probabilmente tutti pensarono: “Come, non abbiamo già un re, Saul? Che cosa significa questa improvvisa decisione? Inoltre quando Saul verrà a sapere che vi è un altro re, cercherà di farlo fuori immediatamente”. La cosa interessante è che l’unzione del ragazzo (che faceva il pastore) fu legittima: egli non aveva fatto niente per procurarsela, era lontano mille miglia dal solo pensarlo, e inoltre il re vi era già, non vi era affatto la “sede vacante”! Eppure il profeta Samuele procedette sicuro all’unzione, senza spiegazioni, e una volta compiuto il rito, se ne andò.

Il povero Davide non sapeva che cosa fare, ma per il momento non disse nulla a nessuno; la cosa rimase in famiglia: la sapevano solo il profeta e i familiari di Iesse. Tutto sembrò rientrare nella normalità, ma di fatto, da quel momento, esistevano due re, anche se per l’intero popolo ve n’era uno solo, Saul.

La figura del re Saul è piuttosto controversa. Da una parte si dimostra valoroso e fedele a Dio, dall’altra appare come un uomo insensato che si fa prendere da incontrollati scatti di collera. Quando è preso da questi eccessi di follia, sembra che si calmi solo se qualcuno gli suona l’arpa vicino e, ironia della sorte, il ragazzo Davide sa suonare questo strumento; così viene convocato alla corte del re e finisce per entrare a suo servizio come suonatore d’arpa. Il ragazzo-re, sotto mentite spoglie, vive insieme al re ufficiale, per calmare i suoi bollenti spiriti.

Pian piano però Davide comincia a mostrare il suo valore, e lo fa soprattutto quando si candida per il combattimento contro Golia, un terribile guerriero filisteo. Sappiamo come andò a finire la proverbiale sfida: mostrando un coraggio non comune il ragazzo andò contro Golia armato solo di una fionda, e lo uccise con una sassata in fronte. Tutto il popolo si esaltò pieno di entusiasmo per questo giovanotto, e lo considerò superiore addirittura al re; le donne improvvisarono una danza al ritmo del ritornello: «Saul ha ucciso i suoi mille, Davide i suoi diecimila» (18,7). Nessuno sapeva ancora che egli era stato unto re in seconda, ma di fatto con questo gesto a favore del popolo egli dimostrò di essere il vero salvatore della nazione. In fondo fece quello che avrebbe dovuto fare Saul.

Da quel momento non bastò più nemmeno l’arpa per calmare il re Saul: egli fu preso da una invincibile gelosia nei confronti di Davide, e cercò in varie maniere di ucciderlo. Gli faceva ombra, e l’unica cosa da fare era – pensava – toglierlo di mezzo. Non potendolo fare di persona, ideò degli stratagemmi: farlo andare in guerra con pochi uomini contro i filistei o le agguerrite nazioni vicine. Regolarmente Davide andava, vinceva, e la sua fama si accresceva, ottenendo l’effetto contrario di quello desiderato da Saul. Il re allora cercò di ucciderlo di persona, più volte, finché non fu più possibile per Davide rimanere presso la casa di Saul: scappò, si diede alla macchia, e per vari anni visse nelle foreste e nelle spelonche, fuggitivo e nascosto. Era un ricercato. E non aveva fatto niente di male. Al contrario: tutto di bene! Egli poi sapeva di essere stato unto re, ma si guardava bene dal cercare di uccidere Saul, perché egli era pur sempre “l’unto del Signore”, almeno ufficialmente, e non si poteva in nessun modo ammazzare il consacrato del Signore.

Nel frattempo il profeta Samuele era morto, e Davide non aveva più nessuno cui appigliarsi. Furono anni bui: nascosto, ricercato, odiato dalla corte di Saul… Non perdette mai però la fiducia nel Signore Dio.

Venne poi il giorno nel quale, durante una battaglia contro gli Amaleciti, il re Saul morì durante un sanguinoso scontro. Davide ne fu molto rattristato (davvero qui egli appare di una grandezza d’animo notevole) e si rifugiò a Ebron, in attesa di capire che cosa avrebbe dovuto fare. Non passò molto tempo che gli uomini della tribù di Giuda lo cercarono e gli chiesero di esercitare la regalità su di loro, sulla sola tribù di Giuda (2 Sam 2,4). Così egli poté finalmente venire allo scoperto: fu riconosciuto come re (anche se di una sola tribù), mentre in realtà come sappiamo re lo era già da tempo.

Dopo vicende varie, anche le altre tribù di Israele lo vollero come re dell’intera nazione, e finì che pure gli anziani di Israele lo convocarono e lo unsero re per tutti (5, 3).

Fine della vicenda. A questo punto i miei venticinque lettori si domanderanno: dove vuole andare a parare il nostro don Amerigo? Vuoi vedere che adesso tira fuori la storia dei due Papi, l’uno nella visibilità e l’altro sotto mentite spoglie? Forse vuole mettere in relazione le due vicende e trovare i paralleli? Sì e no. Le due storie non sono sovrapponibili, pur avendo qualche suggestivo elemento di comparazione. Lascio che siano i nostri lettori (appunto venticinque) a trarre le loro conclusioni, a vedere e capire quali siano i paralleli… Di fatto quando successe tutta la vicenda in Israele con questa misteriosa unzione regale così anticipata a riguardo di Davide, nessuno pensava alla santa Chiesa di Dio e ai Papi futuri, quindi qui si può facilmente essere tacciati di fanta-politica o fanta-teologia. Non c’è problema, si fa per ragionare… Ma se non altro è comunque curiosa questa vicenda, questo non lo si può negare. Nella normalità si nomina un re quando quello precedente muore, non si crea un altro sovrano di nascosto mentre ve n’è uno regnante. Eppure questo è quanto successo nella storia sacra del popolo d’Israele.

Che cosa vuole insegnarci Dio attraverso questa vicenda? Di quanto vediamo essere successo in questi ultimi anni nella Chiesa, abbiamo un precedente biblico? Come detto, non si possono trarre facili conclusioni, ma se abbiamo una testa sulle spalle, possiamo usarla per ragionare e cercare di capire il senso di questa contemporaneità avvenuta negli ultimi anni dei due re.

Ai posteri l’ardua sentenza, direbbe Manzoni. Io non faccio altro che rilevare un fatto successo nel passato, che però, chissà, può anche darci qualche lume nel presente.

 

 

Facebook
WhatsApp
Twitter
LinkedIn
Stampa
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Mettiti in contatto con noi!

Hai delle domande o delle osservazioni da comunicarci?
Ti risponderemo il più rapidamente possibile!

Europa Cristiana

Direttore Carlo Manetti

Iscriviti alla nostra newsletter

Se ci comunichi il tuo indirizzo e-mail, riceverai la newsletter periodica che ti aggiorna sulla nostre attività!

Ogni settimana riceverai i nostri aggiornamenti e non di più.

Torna in alto