Barbara Ferabecoli ci parla del suo pellegrinaggio a Gerusalemme sul Santo Sepolcro, una terra di perenne sacralità e ostilità

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«Europa Cristiana» augura una serena e Santa Pasqua 2023 a tutti i suoi lettori attraverso le parole e le immagini che la nostra preziosa collaboratrice Barbara Ferabecoli ci ha inviato dalla Terra Santa

 

Gerusalemme, ingresso al Santo Sepolcro

 

La visita alla Basilica del Santo Sepolcro in Terra Santa è un’esperienza unica nella vita di un cristiano.

Al potere evocativo dei racconti dei luoghi della crocifissione, sepoltura, resurrezione di Cristo si aggiunge infatti l’esperienza sensoriale legata agli odori, alla luce, alla morfologia di quella terra fuori dal tempo, graziata e martoriata dai conflitti.

All’interno del quartiere cristiano della città vecchia di Gerusalemme si ha la percezione di trovarsi in un luogo sacro quasi ovunque, tanto che tra l’esterno e l’interno della Basilica avviene un’osmosi: i pellegrini sono sparsi in ogni dove e il vociare, il rumore, le suppliche, le preghiere e i canti si intrecciano e si accavallano; sono la voce di quella moltitudine variopinta venuta nel cuore della Cristianità alla ricerca delle radici della propria fede.

La Basilica non è una chiesa come le altre, è il luogo dove all’interno sorgono diverse cappelle per quanti sono i luoghi cruciali della Passione di Cristo in essa venerati, e non è neanche custodita da un’unica confessione religiosa, i Frati Francescani dell’Ordine dei Frati Minori che sono i Custodi del Santo Sepolcro da ottocento anni per conto della Chiesa Cattolica condividono la proprietà della Basilica con la Chiesa greco-ortodossa e la chiesa Armena Apostolica, per questo, esattamente come variegato è il mondo dei pellegrini che la gremisce in tutte le ore del giorno, altrettanto lo è l’aspetto delle diverse cappelle, infatti non c’è un unico stile, né un indirizzo artistico o architettonico, ognuna è lo specchio di quello che quella comunità di cristiani sa esprimere per manifestare al meglio la gloria a Dio.

L’effetto generale è sorprendente e forse un po’ straniante. Al punto tale che si può perdere l’orientamento e persino la percezione di trovarsi all’interno di un unico luogo. Camminando ci si imbatte o in un pavimento di marmo o in una scala o in un mosaico che segnano il confine (strettamente osservato) del territorio del Santo Sepolcro diviso tra le varie confessioni.

Dalla metà del XIX secolo un decreto ottomano, conosciuto in occidente come Status Quo, disciplina spazi, orari e tempi delle funzioni, in quell’equilibrio congelato che è lo specchio di un dissidio mal celato e sempre attuale.

 

Pietra dell’unzione

 

Ancora oggi la vita della Basilica, così come per tutta la sua storia bimillenaria, è percorsa da un intreccio di ostilità, difficili negoziazioni, rapporti interreligiosi complicati, e la sua bizzarra architettura (o insieme di architetture) è il risultato dello stato di cose presente e del suo passato tormentato, teatro di continue distruzioni e ricostruzioni causate, oltre che dalle guerre di conquista, anche da incendi e terremoti.

Per questo la visita alla Basilica del Santo Sepolcro si differenzia da qualsiasi altra esperienza religiosa e, proprio per la sua straordinarietà, dovrebbe essere vissuta con la preparazione necessaria per non uscirne frastornati e forse un po’ confusi.

In nessun altro luogo si è tanto vicini al Sacro e tanto vicini alle ostilità del mondo.

Il pellegrino di oggi come migliaia di pellegrini nella storia può ancora sentirsi uno fra tanti, umile e devoto, in visita ai luoghi più santi per pregarvi in silenzio nell’aria polverosa di quella strana e suggestiva penombra.

Solo con questo stato d’animo si può percepire la forte emozione di trovarsi proprio dove tutto è accaduto e ci si può estraniare dai rumori e dai suoni che ruotano nel caleidoscopio tutt’ intorno per riportare le cose nel giusto equilibrio in cui Cristo è al centro e ogni dissidio iniquo diventa spreco degli uomini contaminati dal peccato originale.

La miseria dell’uomo si esprime persino nei luoghi più santi e proprio per questo contrasto sembra ancora più assurda.

 

 

 

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