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11 giugno 2002: il Congresso americano dichiara che è Antonio Meucci l’inventore del telefono

Ci sono voluti quasi due secoli per affermare solennemente la verità e far sapere al mondo affinché i libri di testo lo scrivano chiaramente che ad inventare il telefono fu il fiorentino Antonio Meucci e non lo scozzese americano Alexander Graham Bell. Lo dichiarò vent’anni fa il Congresso degli Stati Uniti con la risoluzione n. 269, presentata dal deputato italoamericano Vito Fossella e approvata dai deputati per acclamazione come ulteriore segno di omaggio alla memoria dell’inventore italiano, che nacque a Firenze il 13 aprile 1808 e morì in povertà a New York il 18 ottobre 1889.

Sì, Antonio Meucci morì povero mentre Alexander Bell che si appropriò degli incartamenti di Meucci relativi alla scoperta dell’elettrofono, si arricchì e fondò la Bell Telephone Company da cui ebbe origine l’odierna AT&T (American Telephone and Telegraph). Non dimentichiamo che quando Meucci inventò l’elettrofono Alexander Bell aveva solo due anni.

La risoluzione approvata dalla Camera dei Deputati americana ricorda che già nel 1887 la Corte suprema statunitense dichiarò falso il brevetto presentato da Bell annullandolo per frode, tuttavia Meucci al tramonto della vita non si preoccupò di proseguire nell’azione legale. Nonostante la dichiarazione americana aperta ed ufficiale ci sono ancora libri di testo e pagine enciclopediche che ostinatamente attribuiscono a Bell l’invenzione dell’elettrofono come lo chiamò Meucci, uno strumento di comunicazione eccezionale e che ha migliorato la vita terrena degli uomini.

 

 

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