9 gennaio 1324: 700 anni fa moriva il viaggiatore, scrittore, ambasciatore e mercante italiano, cittadino della Repubblica di Venezia, Marco Polo.
Membro del patriziato veneziano, viaggiò con il padre Niccolò e lo zio paterno Matteo attraverso l’Asia lungo la Via della seta fino alla Cina, allora Catai, dal 1271 al 1295. Consigliere e ambasciatore alla corte del Gran Khan Kubilai, tornò a Venezia nel 1295 con una discreta fortuna che investì nell’impresa commerciale di famiglia. Prigioniero dei genovesi dal 1296 al 1299, dettò le memorie dei suoi viaggi a Rustichello da Pisa, forse suo compagno di cella, che le scrisse in lingua franco-veneta con il titolo Divisiment dou monde. Ormai ricco e famoso, sposò la patrizia Donata Badoer, dalla quale ebbe tre figlie: Fantina, Belella e Moreta. Aveva anche un’altra figlia, Agnese, nata prima del suo matrimonio con Donata e probabilmente illegittima. Morì il 9 gennaio 1324 e venne sepolto nella chiesa di San Lorenzo a Venezia.
Seppur non sia stato il primo europeo a raggiungere la Cina, fu il primo a redigere un dettagliato resoconto del viaggio, Il Milione, che fu ispirazione per generazioni di viaggiatori europei, come Cristoforo Colombo,e fornì spunti e materiali alla cartografia occidentale e al celebre mappamondo di Fra’ Mauro. Il Milione, si tratta di una vera e propria enciclopedia geografica che riunisce le conoscenze essenziali sull’Asia in Europa alla fine del XIII secolo.
Niccolò e Matteo Polo ricevuti da papa Gregorio X, immagine tratta da Le livre des Merveilles du Monde (Biblioteca Nazionale di Francia, Parigi)
Marco Polo è menzionato negli Archivi della Repubblica di Venezia come Marco Paulo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi, cioè Marco Polo della contrada di San Giovanni Grisostomo. Il titolo dell’opera Il libro di Marco Polo detto il Milione, però, era ambiguo: secondo alcuni studiosi “Il Milione” non era il soprannome del libro, bensì dello stesso Marco Polo. Infatti l’umanista del XV secolo Ramusio scrive che: «nel continuo raccontare ch’egli faceva più e più volte della grandezza del Gran Cane, dicendo l’entrata di quello essere da 10 in 15 milioni d’oro, e così di molte altre ricchezze di quei paesi riferiva tutto a milioni, lo cognominarono “messer Marco Milioni”».
Il letterato del XIX secolo Luigi Foscolo Benedetto, «persuaso che ‘Milione’ sia il nomiglio dell’autore», lo considera un’apocope del diminutivo “Emilione”. Fra Iacopo da Acqui parla di “dominus Marcus Venetus (…) qui dictus est Milionus“. «In ogni caso, il nomigliolo ricorre negli atti pubblici della Repubblica; dove invero, almeno una volta, viene impiegato anche per il padre di Marco». Non è chiaro se tutti i membri della famiglia Polo del ramo detto Milion appartenessero al patriziato veneziano, certamente lo furono i mercanti Marco “il vecchio”, i suoi fratelli e i suoi discendenti.
La corte seconda del Milion a Venezia si trova accanto alla casa di Niccolò e Matteo Polo, su cui è stato costruito poi l’attuale Teatro Malibran.
Mappa dei viaggi di Marco Polo