A 70 anni dalla morte della Regina Elena di Savoia: la nostra Storia, il suo esempio

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Edoardo Tofano, Ritratto di Elena del Montenegro, 1930

 

Sett’anni fa moriva, il 28 novembre 1952, la Regina Elena di Savoia, Rosa d’oro della Cristianità. Il 7 marzo 1937, infatti, papa Pio XII le conferì la più importante onorificenza per una donna da parte della Chiesa e lo stesso Pontefice, nel messaggio di condoglianze inviato a Re Umberto II per la morte della madre, la definì «Signora della carità benefica».

Terminata la guerra, il 9 maggio del 1946, Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto, assumendo il nome di Conte di Pollenzo e andò in esilio con Elena. La coppia reale si ritirò a Villa Jela, ad Alessandria d’Egitto, ospite di re Farouk I d’Egitto che ricambiò così l’ospitalità data a suo tempo dal Re italiano a suo padre.

Durante l’esilio i due coniugi festeggiarono il cinquantesimo anniversario di matrimonio. Elena rimase con il marito fino alla morte di quest’ultimo, avvenuta il 28 dicembre 1947. Tre anni dopo si scoprì malata di cancro e si trasferì in Francia a Montpellier, anche qui, come era stato in Italia, la popolazione ebbe modo di conoscere la «bonne Dame noire» («La buona signora in nero») che, nonostante le ormai residue possibilità economiche, continuava ad aiutare i poveri: i pescatori la conoscevano molto bene, anche perché la Regina era amante della pesca e trascorreva molto tempo con la canna. Nel novembre 1952 si sottopose ad un difficile intervento chirurgico nella clinica di Saint Cóm. Vedova, bruciata dal dolore della tragica perdita dell’amatissima figlia Mafalda (morta nel lager di Buchenwald il 28 agosto 1944), esiliata e rinnegata dalla terra a cui aveva dato tutta se stessa, Elena morì, povera e sola, assistita unicamente dalla fedelissima camerista Rosa Gallotti.

 

 il messaggio inedito della Regina d’Italia Elena che nel 1945 temeva per la sorte delle figlie Maria e Mafalda, in «Oggi», 24 agosto 2022

 

Fu sepolta, come suo desiderio, nella cappella di famiglia del suo medico curante francese a Montpellier. L’intera città si fermò per assistere e partecipare al suo funerale, al quale presero parte ben 50 mila francesi. La Municipalità di Montpellier ha intitolato il viale che porta al cimitero alla regina Elena e le ha innalzato un monumento.

Nel 1960, a ricordo del suo aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto, le fu innalzato a Messina un grande monumento in marmo bianco di Carrara, che la riproduce vestita da crocerossina, opera dello scultore Antonio Berti. Oggi la Regina riposa insieme al consorte Vittorio Emanuele III. Per la sua vicinanza ai malati e per la sua grandissima umanità, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, il Ministero italiano delle Comunicazioni ha emesso un francobollo commemorativo con la sua effigie, associando la sua figura alla lotta contro il cancro.

La sovrana di origine montenegrina che si spese completamente in aiuto e soccorso per la sua nuova patria, dopo 65 anni, riposa dal tardo pomeriggio del 15 dicembre 2017 al Santuario Regina Montis Regalis di Vicoforte, vicino a Mondovì, nel cuneese. Le sue spoglie sono state collocate nella cappella di San Bernardo, conosciuta anche come «mausoleo del Duca», in quanto vi è sepolto il duca Carlo Emanuele I di Savoia (1562-1630), il quale commissionò l’edificazione dell’imponente Basilica, che possiede il primato di avere la cupola ellittica più grande del mondo.

Oggi la Regina Elena, parte integrante della Storia italiana e testimone indiscussa di valori immortali, viene ricordata solo in alcuni ambiti ristretti poiché l’Italia non si è ancora pacificata con il suo passato, omettendo e dunque negando, per mera imposizione culturale di stampo politico, alle nuove generazioni la conoscenza realistica di decenni di storia del Novecento che nella tragedia di due guerre mondiali ha comunque primeggiato in esempi di grande dignità, spiritualità e valore come dimostrò la Regina Elena, della quale Cristina Siccardi, grazie anche alla documentazione storiografica raccolta, alle testimonianze dirette, alla generosa collaborazione dell’Associazione Internazionale Regina Elena, ne ha descritto l’alto profilo nel 1996, una biografia che mette a nudo la freschezza di una donna eccezionale e che continua ad essere in commercio in tutte le librerie, virtuali e non, riscuotendo immutato interesse fra i lettori, come dimostrano le loro recensioni.

 

 

 

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