Accadde oggi in Europa

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25 aprile, Festa di San Marco, 1912: 110 anni fa veniva inaugurato a Venezia il nuovo campanile della Basilica di San Marco, crollato il 14 luglio 1902, 120 anni fa.

Basilica e Campanile di Venezia si ergono nella piazza San Marco di Venezia dal XII secolo ad oggi, ma con molti rimaneggiamenti e ristrutturazioni dovuti a calamità naturali, in particolare fulmini, e dolose, come gli incendi. Precario si è manifestato l’equilibrio del Campanile a partire dal 1776, anno in cui venne dotato di un parafulmine, che, catturando le molteplici scariche elettriche, nel corso dei secoli hanno danneggiato la struttura complessiva dello svettante Campanile. Nella primavera del 1902, iniziarono a palesarsi i primi preoccupanti segni di cedimento, avvisaglie che accrebbero fino alla decisione da parte del prefetto di Venezia, la sera del 13 luglio, di sgomberare piazza San Marco, poco prima che si svolgesse un concerto del 18° Reggimento Fanteria.

La mattina del 14 Luglio, alle ore 9:47 /  9:52 (le fonti sono discordanti) il Campanile crollò interamente, creando un cumulo di macerie. Il disastro architettonico non causò nessuna vittima e nessun ferimento, inoltre, La Basilica di San Marco, proprio di fronte al Campanile, non venne minimante danneggiata dal collasso, principalmente a causa delle colonne che si trovano di fronte al colosso alto 98,6 metri. La chiesa fu salvata miracolosamente dalla «Pietra del Bando», una colonna larga e bassa che evitò che le colonne retrostanti venissero colpite dalle macerie. I giornali dell’epoca, infatti, titolarono le cronache di quel 14 luglio con toni di fede, ancora forte nel sentire dell’Italia di allora:

La «Gazzetta di Venezia» parlò dell’intervento di una «forza divina», «Il Gazzettino» di «un vero miracolo». (Fonte: Il campanile di San Marco, il crollo e la ricostruzione, 14 luglio 1902 – 25 aprile 1912, Venezia, 1982, p. 43).

Il Campanile venne ricostruito tale e quale a prima, ma con accorgimenti strutturali diversi. Filippo Grimani, sindaco della città, il 25 Aprile del 1903, in occasione della posa della prima pietra, pronunciò più volte la celebre frase: «Com’era, dov’era», che divenne anche il motto per un’emissione filatelica stampata nel 1913, anno del completamento dei lavori.

Nel crollo del 1902, si salvò soltanto la campana maggiore, erede della famosa «Marangona». Le campane spezzatesi durante il crollo del campanile furono invece rifuse, riutilizzando i cocci delle vecchie 4 campane per fondere le nuove, quest’ultime furono donate da papa san Pio X. Il nuovo concerto, realizzato dai fonditori Barigozzi di Milano nel 1909 e in una fonderia costruita appositamente sull’isola di Sant’Elena, è composto di cinque campane, i cui nomi sono legati alle occasioni in cui venivano anticamente utilizzate:

Marangona o Carpentiera o Campanon (prima), nota La2, fusa da Domenico Canciani nel 1819/20, diametro di 180 cm; peso di 36,25 quintali. È la campana maggiore e l’unica ad essersi salvata dal crollo del precedente campanile nel 1902; i suoi rintocchi annunciavano l’inizio e la fine dell’orario di lavoro dei marangoni (da cui la campana prende il nome), cioè dei carpentieri dell’Arsenale (e questo suono tradizionale è rimasto in parte tutt’oggi con la distesa della Nona a mezzogiorno, che oltre ad annunciare l’Angelus ricorda la fine dell’orario di lavoro; e alle 14:00, con la distesa delle 2 campane minori, ad annunciare l’inizio del lavoro pomeridiano, appunto). La Marangona suonava inoltre per le sedute del Maggior Consiglio.

Nona o Mezzana (seconda), nota Si2 calante, fusa dai Fratelli Barigozzi di Milano nel 1909, diametro di 156 cm; peso di 25,56 quintali. Ha sempre suonato a mezzogiorno e a mezzanotte, orario in cui si potevano spedire le ultime lettere a Rialto.

Trottiera o Quarantìa (terza), nota Do♯3 calante, fusa dai Fratelli Barigozzi di Milano nel 1909, diametro di 138,5 cm; peso di 18,07 quintali. Suonava per dare il secondo segnale ai nobili che dovevano partecipare alle riunioni del Maggior Consiglio.

Pregadi o Mezza Terza (quarta), Re3 calante, fusa dai Fratelli Barigozzi di Milano nel 1909; diametro di 129 cm; peso di 13,66 quintali. Suonava per le riunioni del Senato, i cui membri erano detti Pregadi; per tutte le funzioni religiose e alle prime luci dell’alba.

Renghiera o Maleficio (quinta), nota Mi3 calante, fusa dai Fratelli Barigozzi di Milano nel 1909, diametro di 116 cm; peso di 10,11 quintali. È la minore delle campane e annunciava le esecuzioni capitali che avvenivano tra le colonne di San Marco e San Todaro.

Il plenum, cioè il suono a distesa di tutte le campane contemporaneamente, avviene solo per le maggiori solennità dell’anno liturgico e per la festa di San Marco (25 aprile).

Nel 1932 lungo la canna del campanile è stato installato un ascensore che permette ai visitatori di ammirare il paesaggio di Venezia dall’alto, raggiungendo la cella campanaria in 30 secondi.

 

 

 

 

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