recensione di Cosimo Cicalese.
Il nome Michele (Mikael) è l’espressione di una frase ebraica che è composta da queste tre parti: Mi-Kha-El = Chi (è) come Dio? Che può essere definito come un urlo di battaglia in difesa dei diritti dell’Onnipotente Iddio. Nell’Antico testamento egli era il patrono del popolo eletto. Quando la Chiesa prese il posto della Legge ebraica, San Michele fu trasferito al nuovo popolo eletto, la Chiesa di Cristo. Nel Libro dell’Apocalisse il trionfo di Michele sul male è stato possibile mediante il sangue di Cristo. La battaglia di Michele diventa la proiezione all’indietro e in alto di quella di Gesù. Michele è quindi il paladino di Cristo, per questo tutti i mistici e i santi cattolici erano e sono particolarmente legati alla sua figura.
L’editrice milanese Sugarco ha appena stampato il libro “L’arcangelo Michele e i suoi devoti amici”. In questo libro, scritto da don Marcello Stanzione, angelologo di fama mondiale, vengono presentati 50 profili di santi e mistici che nei 2000 anni del Cristianesimo hanno avuto una particolare devozione a San Michele Arcangelo. Tra di essi, San Francesco d’Assisi praticava la quaresima in onore di tale arcangelo; essa inizia il 14 agosto e termina il 29 settembre. Durante tale quaresima, nel settembre del 1224 sul monte Alvernia, San Francesco ricevette le stimmate. Santa Giovanna d’Arco fu guidata e assistita da San Michele nella liberazione della Francia. San Francesco di Paola in una visione ricevette dall’Arcangelo San Michele una cartuccia, una specie di stemma, meravigliosamente colorato e circondato da raggi di luce. A luminose lettere d’oro, nel suo centro, c’era la parola Charitas in campo azzurra. Tale parola divenne il motto dei Minimi di San Francesco di Paola. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori scrisse che la devozione a San Michele e agli angeli è un segno di predestinazione e volle l’arcangelo come protettore dei Redentoristi che nella festa di Settembre rinnovano la professione religiosa.
Il papa Benedetto XVI, all’ordinazione di sei nuovi vescovi avvenuta in san Pietro il 29 settembre 2007, nella sua splendida omelia riguardo a san Michele affermò che egli “difende la causa dell’unicità di Dio”, contro l’eterna presunzione di chi ritiene che Dio sia un ostacolo alla nostra libertà e del quale bisognerebbe sbarazzarsi.
1 commento su ““L’Arcangelo Michele e i suoi devoti amici”, di Don Marcello Stanzione”
É un caso che la Folgore abbia Michele (e Gemma Galgani) come patrono?
“come folgore dal cielo”