Il 20 maggio scorso, al Salone del Libro di Torino, Francesco Giubilei (Cesena, 1° gennaio 1992) ha presentato il suo ultimo libro: Gli intellettuali di destra e l’organizzazione della cultura. A questo evento hanno partecipato anche: il critico d’arte, saggista e scrittore Luca Beatrice (Torino, 4 aprile 1961), lo scrittore e Vice-Direttore de La Verità Francesco Borgonovo (Reggio Emilia, 1° maggio 1983), lo scrittore Giordano Bruno Guerri (Monticiano, 21 dicembre 1950) e lo scrittore, nonché Vice-Presidente di Nazione Futura, Ferrante de Benedictis.
In questo piccolo ma ricco volume, Francesco Giubilei – editore di Historica e Giubilei Regnani, professore a contratto all’Università Giustino Fortunato, Presidente di Nazione Futura e, dal 2022, Consigliere del Ministro della Cultura con delega alla promozione della cultura tra i giovani – mostra un’acuta ricerca storica-culturale sulla politica italiana, principalmente di destra, ma non solo. Anche perché, come ci ricorda Giuseppe Prezzolini (Perugia, 27 gennaio 1882 – Lugano, 14 luglio 1982), fondatore della rivista fiorentina La Voce, di cui sono raffigurate diverse copie sulla quarta di copertina del libro, di destra non ne esiste una sola, ma di più. Oltra a La Voce nel libro vengono menzionate altre riviste di Firenze, come Lacerba di Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) e Ardengo Soffici (Rignano sull’Arno, 7 aprile 1879 – Vittoria Apuana, 19 agosto 1964) oppure la rivista Leonardo, fondata da Papini e Prezzolini, insieme a Giannetto (Giovanni) Costetti (Reggio Emilia, 13 luglio 1874 – Settignano, 3 settembre 1949). Tutte queste riviste sono state fondate nel secolo scorso e iniziano ad animare un dibattito culturale che si diffonderà, successivamente, in tutta Italia.
Parlando del suo libro, Francesco Giubilei ha dichiarato: «[…] Nel Dopoguerra, ci sono alcune importanti figure, alcuni importanti pensatori. Cito tra tutti Leo Longanesi, [Bagnacavallo, 30 agosto 1905 – Milano, 27 settembre 1957]. Leo Longanesi, grande editore, scopritore di talenti e ideatore della rivista “Il Borghese”, ideatore della rivista “Omnibus” che viene, tra l’altro, censurato anche durante il periodo fascista».
In pratica, il senso del libro è la presenza storica effettiva dell’organizzazione di una cultura di destra, la quale ha radici più profonde di quanto sembri. Una cultura che per poco non andava perduta a causa della censura imposta dalla sinistra e dalla non curanza degli ultimi decenni da parte della destra stessa. Il grave problema della censura propagandistica, infatti, esiste, purtroppo, ancora oggi, con il conseguente e inevitabile arrivo delle false notizie, o Fake News se preferite. Lo stesso Francesco Borgonovo, durante l’evento, ha affermato: «Il problema è ormai che chiunque dica una cosa, al di fuori di un piccolo steccato che è stato costruito, non ha diritto di cittadinanza. Come stiamo vedendo, in queste ore, che è una cosa abbominevole, (tra l’altro, Francesco [Giubilei] viene da quelle terre) con l’Emilia-Romania, in cui il problema dell’esondazione dei fiumi sono i negazionisti del cambiamento climatico. E si usa lo stesso atteggiamento utilizzato durante la pandemia; si usa lo stesso atteggiamento utilizzato nel dibattito sulla guerra; che è lo stesso atteggiamento che noi conosciamo già molto bene, perché veniva utilizzato prima, quando si parlavo di migrazione, di gender, di qualunque cosa».
Ovviamente, tutta questa censura, che punta ad una chiara contaminazione ideologica, è senza dubbio un ostacolo, meno grave di quanto sembri, per la preservazione della cultura di destra, per non parlare di quella italiana. Con il Governo Meloni, l’Italia sta cominciando, finalmente, a ridare il giusto valore alla cultura. Dopotutto, il nostro è innegabilmente un Paese unico nel suo genere, data la bellezza di cui dispone in diversi campi: quello storico, artistico, ambientale, tradizionale. Su questo argomento, interviene anche Luca Beatrice: «[…] Esiste una base culturale in Fratelli d’Italia, che parte dalla destra sociale, parte dall’esperienza sul territorio… Ci sono sempre state a destra; sempre. E tra l’altro, una destra che ha anime molto diverse: da quella cattolica a quella laica, da quella socialista a quella della destra sociale. La destra in Italia è plurale per definizione».
Probabilmente, l’intervento più diretto di tutto il Congresso è stato quello di Giordano Bruno Guerri, in riferimento proprio alla differenziazione delle correnti e delle idee di destra, in particolare riguardo alle destre liberali: «Io sono rimasto colpito, molto negativamente, da un passaggio che ti [a Francesco Giubilei] leggo. Tu qui dici che La destra è essenzialmente conservatrice. È vero… Non c’è niente da fare su questo. Però, poi dici: “Volendo delineare una prima geografia nel mondo di destra, possiamo dire che esistono: una destra conservatrice; una destra tradizionalista; una destra sociale; una destra reazionaria o controrivoluzionaria; anche una destra rivoluzionaria; una destra nazionalista; infine una destra liberale, ma non liberal”.
Come “non liberal”? Oltretutto tu, in tutto questo libro, non citi mai l’espressione “destra libertaria”».
«Non è destra» ha risposto Giubilei. «[…] Tu sei libertario […]. Quelli che censurano, quelli che impediscono di parlare, quelli che si sentono migliori degli altri sono tutti liberali liberal. Non ce n’era uno che si definisca, appunto, comunista. Sono tutti di quell’ambito lì».
La conclusione del convegno ha evidenziato il contrasto tra la lettura libertaria di Giordano Bruno Guerri e quella liberalconservatrice di Francesco Giubilei, che fonda la libertà sul reale e non il reale sulla libertà.