La messa in discussione del “diritto all’aborto” negli Stati Uniti (1)
Fraternità San Pio X – Attualità
Politico, quotidiano specializzato in notizie sulla Casa Bianca, sul Congresso degli Stati Uniti e sulla politica del governo degli Stati Uniti, ha pubblicato un progetto di decisione della Corte Suprema che sfiderebbe l’attuale giurisprudenza sull’aborto nel paese dalla bandiera a stelle e strisce.
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La messa in discussione del “diritto all’aborto” negli Stati Uniti (2)
Fraternità San Pio X – Attualità
La Corte Suprema divideva la legge sulla gravidanza in tre trimestri: nessuno Stato poteva limitare l’accesso all’aborto nel primo trimestre; nel secondo, le leggi potevano solo tutelare la salute delle donne; e per il terzo, gli Stati potevano regolamentare l’aborto come meglio credevano, a condizione che la vita della donna fosse protetta.
Tuttavia, anche dopo il 22 maggio 1973, la maggior parte degli ospedali si rifiutò di eseguire aborti. Ciò ha portato le forze “pro-choice” – pro-aborto – come i movimenti femministi o la Planned Parenthood, ad aprire cliniche in tutto il paese per eseguire aborti e fornire mezzi contraccettivi.
A quel tempo, l’aborto era coperto dal programma Medicaid, che assicurava l’accesso alle cure per i più poveri, ma nel 1976, con l’emendamento Hyde, il Congresso proibì l’uso di fondi federali per finanziare l’aborto, il che portò a un certo calo di questo crimine. La Corte Suprema ha approvato le restrizioni su Medicaid, concordando che lo Stato dovrebbe promuovere il tasso di natalità. Continua a leggere
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La messa in discussione del “diritto all’aborto” negli Stati Uniti (3)
Fraternità San Pio X – Attualità
Questo progetto di sentenza esamina la “legge Mississippi” che oppone Thomas E. Dobbs, responsabile della salute in questo stato meridionale, e una clinica per aborti, la Jackson Women’s Health Organization. Quest’ultima attacca la legge statale – che risale al 2018 – riducendo il periodo a 15 settimane di gravidanza, in nome delle sentenze Roe e Casey, che estende tale periodo a 22 o 24 settimane.
Il giudice federale osserva che per 185 anni ogni stato americano è stato libero di legiferare sulla questione. Nel 1973, dopo Roe v. Wade, “sebbene la Costituzione non menzioni l’aborto, la Corte ha ritenuto di conferire un ampio diritto ad ottenerne uno”. Continua a leggere
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Sarà abolito l’aborto negli Stati Uniti?
Tommaso Scandroglio – Corrispondenza Romana
Forse la Corte Suprema degli Stati Uniti potrà mandare in soffitta la famigerata sentenza Roe vs Wade del 1973 che legalizzò l’aborto in tutto il Paese, a cui seguì nel 1992 un’altra storica sentenza dello stesso tenore: Planned Parenthood v. Casey. Ma, come vedremo, la prudenza è doverosa per più motivi.
La Corte è stata chiamata a vagliare una decisione della 5th Circuit Court of Appeals con sede a New Orleans che riteneva incostituzionale la legge del 2018 del Mississippi la quale prevede la possibilità di vietare l’aborto dopo la 15esima settimana di gestazione. Sui media per ora sta circolando solo la prima bozza di proposta di voto della Corte per cancellare la due sentenze appena citate, a cui forse sono già seguite altre bozze. Questo documento – redatto dal giudice Samuel Alito a febbraio, ma diventato di dominio pubblico solo in questi giorni–- ha ricevuto il placet di altri quattro giudici repubblicani che siedono presso la Corte: Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett. I giudici democratici, Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan, pare che stiano elaborando una contro-bozza. Il presidente della Corte suprema John Roberts non si sa che decisione prenderà al riguardo. Continua a leggere
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Si può essere devoti e insieme cattivi? La risposta di san Francesco di Sales
Cristiana de Magistris – Corrispondenza Romana
Un giorno san Francesco di Sales, rivolgendosi al Vescovo di Belley, mons. Giampietro Camus, suo ammiratore, estimatore e figlio spirituale, cui aveva anche imposto le mani per l’ordinazione episcopale, disse queste parole: «Guardate bene di non ingannarvi, perché si può essere molto devoto e insieme molto cattivo».
«Quelli – rispose il Vescovo di Belley – non sono devoti ma ipocriti». «No – proseguì il Santo –, io parlo della vera devozione». Non sapendo come sciogliere l’enigma, mons. Camus chiese spiegazioni. «La devozione da sé e di sua natura – disse il Santo – è solo una virtù morale ed acquisita, non divina ed infusa, altrimenti sarebbe una virtù teologale, il che non è vero. […] Ora voi sapete bene che tutte le virtù morali, anche la stessa fede e la speranza, che sono virtù teologali, sono compatibili col peccato mortale, ed allora sono del tutto sfigurate e morte, perché sono prive della carità, che è la loro forma, la loro anima e la loro vita. E siccome si può avere la fede fino a trasportare le montagne senza avere la carità; si può esser vero profeta e insieme uomo malvagio, come sono stati Saul, Balaam e Caifa; si può far miracoli, come si crede ne abbia fatti Giuda, e ciò nonostante essere cattivi come lui; si può distribuire tutti i propri beni ai poveri e sopportare il martirio senza avere la carità; così molto più facilmente si potrà essere molto devoto e insieme molto cattivo, poiché la devozione è una virtù di sua natura assai meno pregevole di quelle di cui abbiamo parlato. Non vi deve dunque parere strano se vi ho detto che si può essere molto devoto e molto cattivo nello stesso tempo, poiché si può avere la fede, la misericordia, la pazienza e la costanza fino ai gradi sopraddetti, e con tutto questo essere intaccato e guasto da molti vizi capitali, come la superbia, l’invidia, l’odio, l’intemperanza e altri simili». Continua a leggere
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Nigeria cristiana lapidata: proteste contro l’arresto di due sospetti
ImolaOggi.it
A Sokoto, in Nigeria, centinaia di persone sono scese oggi in piazza per protestare contro l’arresto di due persone in seguito alla morte della studentessa cristiana lapidata dopo essere stata accusata di blasfemia. Secondo quanto riportato dalla polizia, oltre alle due persone fermate ci sarebbero altri sospetti sui quali si sta indagando. Alcuni manifestanti sono arrivati a protestare fino al palazzo di Muhammad Sa’ad Abubakar, Sultano di Sokoto e figura islamica piu’ importante in Nigeria, che aveva condannato l’omicidio chiedendo che i colpevoli fossero assicurati alla giustizia. Continua a leggere