Il disagio che costringe i catto-leghisti ad una difficile scelta

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Negli ultimi anni, nonostante l’opposizione della Gerarchia, molti cattolici non-di-Sinistra hanno votato Lega, perché si sono riconosciuti in alcune posizioni di Matteo Salvini e in alcuni modi di amministrare a livello locale. In tempi più recenti, però, vari esponenti di questo partito hanno manifestato posizioni allineate con l’ideologia dominante e con il Potere, posizioni per loro assolutamente inaccettabili, in quanto contrastano con la Ragione, la Fede e la Dottrina Sociale della Chiesa. Come risultato di tale contraddizione, in molti (elettori ed eletti), che, in qualche modo, si erano fidati della Lega, oggi si sentono traditi. Che, poi, ci siano persone, che si definiscono seguaci di Santa Madre Chiesa ed  hanno un rapporto non conflittuale con il mondo e con l’ideologia dominante e mutevole, progressisti che promuovono il dialogo con il mondo, spinto fino ad accettare alcuni suoi aspetti degenerati, tutto questo esula dall’argomento del presente articolo: qui si prendono in considerazione i cattolici identitari, quelli vogliono mantenere la continuità con la Chiesa-di-sempre e che si pongono il problema: esiste un partito che ci rappresenti, senza inganni, almeno parzialmente?

Il partito «Lega Nord», nato il 4 dicembre 1989, dal 14 dicembre 2017 è affiancato da un partito parallelo, la «Lega per Salvini Premier», con le strutture in comune, mentre è parzialmente diverso il programma politico. La Lega Nord «ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana»[1]; la Lega per Salvini Premier «ha per finalità la pacifica trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali […] promuove e sostiene la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo»[2].

Come si può constatare, nel caso della Lega Nord non compaiono riferimenti a ideali religiosi, filosofici, morali, politici, sociali, economici, viene espressa la volontà di curare solamente la sovranità dell’Italia settentrionale, rendendola indipendente dal resto del Paese. Nel caso della Lega per Salvini Premier la carta d’identità del partito è più caratterizzata: il fulcro si sposta dalla Padania all’Italia, che si vuole federale; c’è un accenno al sovranismo, proiettato nella dimensione europea, libertà e sovranità appartengono ai popoli (sottinteso: non alle élites di ogni genere). Il secondo partito è stato fondato con la chiara intenzione di raccogliere consensi in tutta Italia e non solo nel territorio d’origine (la “Padania”); e così è stato: ha incontrato un consistente favore pure al Centro e al Sud.

La Lega è nata come forma di protesta contro il malgoverno centralista, si è consolidata a scapito dei partiti storici (che erano in crisi di identità a causa della caduta del comunismo), ancor più si è avvantaggiata dell’operazione politico-giudiziaria detta mani pulite, che ha falcidiato i partiti storici ad eccezione di quello comunista (incluse le sue successive trasformazioni). Pur mancando una carta fondativa, un congresso fondativo che abbia definito in modo sistematico gli ideali politici, nella storia del partito si possono rilevare alcune linee costanti che sono sopravvissute al tempo e alle trasformazioni. Proviamo ad elencarle: federalismo, che in passato ha oscillato verso il secessionismo; valorizzazione dell’impresa privata, senza una scelta ideologica fra il liberismo e il keynesismo; rifiuto dell’ugualitarismo di sinistra; contrasto all’immigrazione irregolare e allo ius soli; riconoscimento delle tradizioni locali contro il centralismo unificatore, sia nazionale che europeista, con conseguente sostegno ad un’Europa dei popoli; euroscetticismo nei confronti della moneta unica e della nomenklatura europeista, cioè di quelle élites che dominano le Istituzioni dell’Unione Europea; populismo e sovranismo, prima a livello della Padania, poi a livello dell’Italia (e di ogni nazione), in contrapposizione ai Poteri sovranazionali; sostegno alla famiglia naturale contro le ideologie omosessualiste e genderiste; contrasto alle varie proposte di legalizzare le cosiddette droghe leggere; sottolineatura del pericolo islamico.

Un’altra costante, nella Lega, è il forte ruolo del «capo», l’unione dei leghisti intorno alla guida carismatica, prima Bossi e poi Salvini; si può dire che, in molti casi, la linea del partito coincida con la volontà del leader, come dimostra l’attuale denominazione, «Lega per Salvini premier», dove nome del leader è incluso in quello del partito, rendendo impensabile quest’ultimo senza Salvini. La Volontà del leader, come si è potuto constatare più volte, si è mossa con disinvoltura da una posizione all’altra, soprattutto a livello tattico. La memoria di internet non perdona. Dobbiamo pensare che Bossi e Salvini si siano impegnati in una faticosa maturazione e in una avventurosa ricerca della giusta via per affermare i valori propri e del movimento oppure dobbiamo sospettare che i leader abbiano fatto un uso abbondante di pragmatismo ed opportunismo nella scelta dei fini e dei mezzi? Forse entrambe le cose, in una costante linea di progressiva moderazione delle istanze iniziali, a mano a mano che i consensi crescevano e che aumentava il radicamento.

Un partito abbastanza liquido, dunque, perché al suo interno ha sempre contenuto anime diverse e perché sono confluite via via persone provenienti da tradizioni politiche eterogenee. E questo per due motivi: innanzi tutto perché la Lega è potuta apparire come un contenitore pronto ad accogliere idee e persone diverse, purché non troppo contrastanti con il nocciolo della sua tradizione politica; e poi perché quando un partito è in ascesa o, comunque, ben consolidato, è inevitabilmente preso d’assalto dagli opportunisti, in cerca di soddisfare interessi personali.

Non è nostro intento analizzare le varie correnti interne alla Lega e neppure ripercorrere tutte le posizioni politiche ufficiali, il nostro obiettivo è limitato al rapporto fra la Lega, i cattolici e i loro principi non negoziabili. Riassumendo al massimo, si deve ricordare l’ostilità dei primi tempi, quando la Lega si è presentata vagamente pagana, celtica, precristiana, o quando si è presentata come protestante/nordica in contrapposizione a Roma, facendo coincidere rozzamente la Roma/ladrona, capitale della Repubblica Italiana, e la Roma/cattolica, sede del Papato.

In una seconda fase, la Lega ha assunto un atteggiamento più conciliante, valorizzando alcune aree nelle quali poteva incontrarsi con i cattolici conservatori e tradizionalisti: buon senso contro l’ideologia dominante del politicamente corretto; valorizzazione della Tradizione, sia religiosa (cattolicesimo) sia culturale, italiana e regionale; salvaguardia dell’identità italiana contro la globalizzazione e la conseguente riduzione dell’uomo a «consumatore anonimo individuale»; difesa della famiglia naturale, promozione della Vita e contrasto all’ideologia Gender; difesa del popolo dallo strapotere delle élites e, in particolare, dell’Unione Europea, del capitalismo finanziario e dei Poteri Forti sovranazionali; sovranismo, che vuole anche riportare in Italia la sovranità politica e monetaria svenduta all’Unione Europea; lotta all’immigrazione selvaggia ed al business, ipocritamente buonista, dell’accoglienza; difesa dei confini nazionali e diritto di ciascuno Stato a regolare i flussi migratori; affermazione del valore della Giustizia e dell’ordine pubblico contro la cultura lassista verso i criminali; denuncia della corruzione e della politicizzazione della Magistratura.

Come si può constatare i punti d’incontro con i cattolici sono molteplici e questo spiega come la Lega, negli ultimi anni, sia stata vista, come una diga per arginare le ideologie di sinistra.

Nonostante l’aperta opposizione – talvolta spinta fino all’isterismo – della Gerarchia italiana, da decenni orientata a Sinistra, nonostante gli strali dello stesso Bergoglio, la Lega ha rafforzato la sua immagine di partito di riferimento per i cattolici, grazie anche ad alcuni gesti di Matteo Salvini. Il leader, infatti, in più occasioni, ha innalzato la mano con il Vangelo e il Rosario, attirandosi insulti e derisione dal mondo laico e da quello catto-progressista, per non parlare delle condanne da parte della stessa Gerarchia. Gesti che sono stati accompagnati da parole molto devote: «Per il popolo italiano la protezione del Cuore Immacolato di Maria la chiedo finché campo» (Parlamento italiano, 20 agosto 2019); «ci affidiamo ai sei Patroni di questa Europa […] e io personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita al Cuore Immacolato di Maria» (Piazza Duomo Milano, 18 maggio 2019). Recentemente, il 31 maggio, dopo un lungo periodo nel quale erano mancate le effusioni cattoliche, Salvini ha visitato il Santuario di Fatima e ha ripreso i suoi discorsi sulla Consacrazione al Cuore Immacolato. Tale tripudio cattolico è, però, smorzato dallo stesso Salvini con l’esibizione pubblica di varie amanti.

Quando poi, con una rapida capriola, Salvini è entrato nel Governo Draghi, massima espressione di quei Poteri Forti che la Lega si era vantata di combattere, i cattolici tutti-di-un-pezzo sono rimasti sbalorditi. Con maldestro equilibrismo, per non perdere troppi consensi, si dissocia a parole dalle decisioni governative più assurde e antipopolari, ma, nei fatti, continua ad appoggiare un Governo che pare abbia come fine la consegna dell’Italia nelle mani dei Poteri Forti. Dov’è dunque finita la Lega che combatteva contro le élites, sovranazionali e italiane? La dirigenza leghista si è fatta tentare dal Potere e, una volta capito come ci si debba uniformare per entrare nella stanza dei bottoni, si è normalizzata? In questi ultimi anni di normalizzazioni ne abbiamo viste più di una: Alleanza Nazionale (ricordate Gianfranco Fini e il suo slogan: solo i cretini non cambiano mai idea?), Cinque Stelle… partiti che, senza entrare nel merito delle idee, hanno trasformato radicalmente la loro identità e sono divenuti ingranaggi del Sistema.

Il presidente veneto Luca Zaia, che, però, è uno degli esponenti più rigidamente liberali del partito, è giunto a dire: «Dobbiamo esserne consapevoli. Sapere che le vaccinazioni stabiliranno un nuovo ordine mondiale. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà: meglio cercare di attrezzarci» (Corriere della sera, 14 aprile 2021). Zaia ci fa capire che esistono Poteri Forti ai quali non si può resistere («piaccia o non piaccia»); dobbiamo piegarci alla “realtà”, ovvero alla Dittatura mondiale. Vengono i brividi.

Sappiamo che esistono spiegazioni più benevole per giustificare l’ingresso della Lega al Governo: sarebbe stato disastroso lasciare il Governo nelle mani della sola Sinistra… era l’unico modo per limitare i danni… si devono gestire i soldi che l’Europa fornisce per la ricostruzione… Insomma, sarebbe stata un’intelligente mossa politica, perché sono i risultati che contano! E allora guardiamoli, questi risultati! A distanza di alcuni mesi da quando Draghi si è insediato, possiamo constatare in qualche caso l’influsso benefico della Lega sulla linea di Governo?

Qualche esempio. Quali risultati ha dato l’intelligente mossa politica nel contrastare la linea ideologica del lockdown sempre e comunque? È stata ribaltata la politica che ordina agli italiani di imprigionarsi in casa, mentre i porti si aprono senza restrizioni all’invasione degli immigrati irregolari? È sempre difficile capire quanto sarebbe avvenuto anche con la Lega all’opposizione e quanto, invece, è frutto della sua presenza al Governo. Ma certo, soprattutto sul versante immigrazione i risultati non appaiono entusiasmanti.

Su un altro tema non negoziabile come la Vita e la Famiglia, si riscontra poca convinzione: Salvini ha inviato un messaggio alla «Marcia per la Vita» (22 aprile), ha promesso una legge in favore della Famiglia, si è congratulato con i Centri di Aiuto alla Vita (CAV), ma non di più.

Il peggio, però, lo abbiamo visto nella battaglia sul DDL Zan, la legge peggiore di tutta la storia della Repubblica Italiana, perché, con la minaccia della galera, vuol costringere tutti a dichiarare il Falso su cosa sia l’identità sessuale dell’essere umano e, di conseguenza, su cosa sia la famiglia. Non tutti hanno capito o vogliono capire che esso, se approvato, porrà, di fatto, il Cristianesimo fuori legge: i cristiani diverranno tutti implicitamente colpevoli. Alla persecuzione e al martirio sfuggiranno, però, i cattolici aggiornati, quelli cioè che tacciono per complicità con il mondo oppure per pavidità; ne abbiamo innumerevoli esempi nel clero; e come non citare il cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana? Secondo l’eminentissimo il testo della legge Zan «andrebbe più corretto che affossato […] la legge potrebbe essere fatta meglio»: è già una buona legge, occorre solo qualche ritocco! Insomma, il cardinale crede, con infinita ingenuità, oppure finge di credere che essa voglia punire le discriminazioni verso le persone che si identificano come LGBT. E invece non è così, come si è compreso anche dalla recente copertina del settimanale «L’Espresso», portavoce dell’élite radical chic, quella che si degna, bontà sua, di indicare alle masse la via del Progresso: la copertina mostra una mamma transgender, cioè una femmina che è stata operata per apparire maschio, ma che ha conservato l’apparato riproduttivo e che quindi può ancora rimanere incinta, un maschio incinto. In altre parole, vogliono azzerare e cancellare le proprietà naturali che caratterizzano e differenziano i due (e solo due!) sessi, vogliono ri-creare il creato, vogliono disfare l’opera di Dio e rifarla in un altro modo, secondo i gusti variabili di lorsignori.

Tutto questo è una ribellione, una sfida della creatura al suo Creatore e non c’entra nulla con la difesa dalle discriminazioni. Di fronte ad una proposta di legge così disastrosa e dirompente, un cattolico vorrebbe vedere un partito compatto e deciso a impedire qualsiasi approvazione della legge, anche solamente parziale e riveduta. E invece… non si contano gli esponenti della Lega che si sono dichiarati più o meno favorevoli al DDL Zan; lista capitanata dal solito Zaia; del resto, chi si inginocchia davanti ai Poteri Forti, non può mancare di mostrarsi prono a una legge da loro promossa! Invece di opporsi frontalmente al DDL, la Lega e Forza Italia hanno pensato ad una “furbata”, puntare al male minore e presentare una nuova proposta di legge, che, però, non tocca la sostanza del DDL della Sinistra, il motivo per cui la legge è ingiusta, ossia il riconoscimento della relazione omosessuale come un bene. In altre parole, i leghisti paiono condividere i fondamenti errati del DDL, paiono aver assorbito l’ideologia dominante, il relativismo politicamente corretto; limitare alcuni effetti collaterali sulla libertà d’espressione a loro pare più che sufficiente.

I deboli paletti che credono di porre alla Dittatura del relativismo, cadranno presto; la Storia insegna che la Rivoluzione non può essere fermata dai riformatori moderati che ne condividono i princìpi: per fermare la Rivoluzione è indispensabile una Controrivoluzione. All’interno della Lega ci sono persone che comprendono questi temi nella loro profondità, ma la linea del partito non è affidata alla loro intelligenza. E come si possono adeguare i cattolici e le persone che fanno un retto uso della Ragione?

Molti cattolici (elettori ed eletti) della Lega si sentono traditi, almeno rispetto alla storia recente del partito, a come la Lega si è proposta negli ultimi anni. E, dunque, la Lega dei ribaltoni, dei compromessi, delle mezze misure è ancora la casa meno peggiore per i cattolici?

La strategia imposta al partito da Salvini, così confusa e oscillante, alla lunga pagherà in termini di consenso e di voti?

Quello che è accaduto recentemente in Spagna dovrebbe far riflettere. Il 4 maggio si è votato per la Presidenza e l’Assemblea della Comunità di Madrid e l’esito è stato sorprendente: tracollo delle Sinistre più ideologizzate, trionfo di un Centro-Destra (PP) ben distinto dalle ideologie dominanti, più che conferma di una Destra (Vox) di totale opposizione alla Sinistra, scomparsa dei moderati (Ciudadanos) che schifavano la Destra. Il moderatismo che timidamente si distingue dalla Sinistra e dal Sistema (che oggi praticamente coincide con l’élite della Sinistra progressista), alla lunga finisce per dispiacere a tutti. Il coraggio di andare contro l’ideologia dominante, contro i Poteri Forti, contro i Mass Media alla lunga premia. I politici italiani dovrebbe meditare e imparare. «Chi ha orecchi per intendere intenda!»[3].

Alla fine di questa lunga riflessione sul disagio dei cattolici nella Lega si può arrivare ad una conclusione?

Intanto ci sembra che un partito serio debba avere, sui temi fondamentali (come quelli che abbiamo elencato), una posizione senza equivoci. Nella Lega attualmente non è così ed urge, dunque, un dibattito interno: qual è l’identità della Lega? E a chi spetta definire l’identità del partito?

In particolar modo si deve chiarire se il partito riconosca la Legge Naturale. Il ruolo dei cattolici nel partito è unicamente quello di portare voti, senza poi avere un minimo peso nelle decisioni importanti? Non devono farsi prendere in giro: se la Lega vuole il loro voto, se lo deve meritare, altrimenti… ognuno per la sua strada.

A dire tutta la verità non si può nascondere che la separazione delle strade pare già avviata da alcuni mesi, in sordina, perché non si tratta di grossi nomi; si potrebbero elencare, infatti, alcune espulsioni piuttosto sospette, al di là delle motivazioni ufficiali; non sarebbe, forse, azzardato supporre che i politici espulsi dal partito siano stati cacciati per aver espresso “idee un po’ troppo cattoliche”. Non è un mistero che, nei quadri dirigenti della Lega, siano presenti soggetti piuttosto laicisti e imbevuti dell’ideologia dominante cattofobica, soggetti che, se possono emarginare un cattolico o addirittura estrometterlo, agiscono con zelo e compiaciuta soddisfazione.

Ci sentiamo allora di concludere con un appello ai politici eletti nelle file della Lega: coordinatevi ed alzate la voce; dovete pretendere che il partito faccia chiarezza al suo interno e che stabilisca gli obiettivi politici e i mezzi per raggiungerli. Se la dirigenza ascolterà, allora si potrà verificare se la presenza dei cattolici nel partito avrà ancora un senso. Se, invece, dal chiarimento risulterà che la linea del partito è quella di Zaia ovvero la totale e incondizionata sottomissione ai Poteri Forti, allora nella Lega non ci sarà posto per i cattolici.

Se, al contrario, la Lega vorrà seguire, almeno alla lontana, l’esempio di quei pochi parlamentari nel mondo che, con lucidità e coraggio, contestano apertamente i Poteri Forti e i loro servi, si propongono di ricostruire la Civiltà Occidentale e Cristiana che è il bersaglio principale dell’élite mondialista, allora la Lega sarà la casa naturale dei cattolici; altrimenti…

 

 

[1] Statuto della Lega Nord per l’indipendenza della Padania, art.1.

[2] Statuto della Lega Nord per Salvini premier, art.1.

[3] Mc 4,9.

 

 

 

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