I martiri elisabettiani nell’Isola di Wight

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L’Isola inglese di Wight, purtroppo nota solo per i suoi Festival di musica rock, fu teatro il 25 aprile 1586 del martirio dei sacerdoti Robert Anderton e William Marsden, condannati a morte sotto la regina Elisabetta I. La nascita al Cielo di questi martiri si colloca nel pieno del suo regno, che si colloca tra il 1558 ed il 1603. Elisabetta I, che era figlia di quell’Enrico VIII che fu padre dello scisma anglicano, non avrebbe potuto imporre da subito con la forza la sua Chiesa artificiale in quanto avrebbe rischiato di perdere il trono. Nella sua prudenza iniziò dunque in punta di piedi e si disse di lei che fu tollerante. Secondo alcuni libri di testo non propriamente attendibili, addirittura la regina avrebbe concesso la libertà religiosa. In realtà, lungi da lei e da tutti i sovrani del tempo un’idea del genere.

Fu sostanzialmente un gioco di astuzia, quello di Elisabetta I, poiché il governo rifiutò sempre la parte dell’aggressore e negò sempre l’evidenza: in Inghilterra, continuò a sostenere William Cecil–Lord Burghley strenuamente, nessuno era mai stato perseguitato per motivi religiosi ma esclusivamente per dissidenza politica, ovvero per alto tradimento. Il dato che tutti i cattolici fossero traditori era dato per scontato e sottolineato il meno possibile. In tutto ciò, il governo prendeva tempo: indirizzata con pazienza, la gente si sarebbe a poco a poco allineata ad un sistema che, in fondo, richiedeva una mera presenza formale alla liturgia domenicale.

I cattolici inglesi, dal loro canto, impiegarono qualche tempo per capire precisamente come comportarsi: nei primi anni alcuni sacerdoti sostennero addirittura che i fedeli potessero senza problemi presentarsi al servizio religioso di stato purché poi presenziassero anche alla Messa cattolica. Persino Roma non brillò per rapidità nel pronunciarsi in proposito, essendo la situazione particolarmente confusa. Il Papa proibì ufficialmente di frequentare il servizio anglicano nel 1566, ribadendo il giudizio del Santo Uffizio di due anni prima. Finalmente i due schieramenti si delinearono allora come radicalmente incompatibili.

Il rifiuto di partecipare alle funzioni di stato divenne dunque per il governo un fenomeno preoccupante. Cecil e compagni, però, erano ottimisti, in quanto con il passare degli anni il papismo si sarebbe per forza di cose affievolito, soprattutto per via della naturale estinzione degli anziani sacerdoti cattolici. Avendo il governo impedito nuove ordinazioni, la fede cattolica si sarebbe semplicemente estinta ed il popolo non avrebbe potuto fare a meno di confluire nella Chiesa di Stato. Non solo l’età dei sacerdoti giocava a sfavore del cattolicesimo, ma anche il martirio di numerosi di essi.

Robert Anderton era nato nel 1560 nell’Isola di Man e compì i suoi studi nel Brasenose College di Oxford, presso il quali risultava essere iscritto nel 1578. Divenuto cattolico mentre era in viaggio in Europa,  entrò nel 1580 nel seminario inglese di Reims in Francia, una realtà nata per sopperire all’impossibilità di formare nuovi sacerdoti in patria. In seminario lasciò un ottimo ricordo della sua dottrina ed ebbe modo di stringere amicizia con William Marsden, nativo di Goosenargh, nel Lancashire.

Ordinato sacerdote nel 1584, Robert Anderton venne successivamente inviato in Inghilterra insieme al suo amico, ma a causa di una violenta tempesta i due dovettero approdare sull’isola di Wight. Qui vennero immediatamente arrestati in quanto sacerdoti cattolici. Subito finirono a processo e non negarono il loro stato clericale, tentando però di difendersi affermando che non era loro intento infrangere la legge che vietava l’ingresso ai sacerdoti sul suolo inglese, ma solo per cause di forza maggiore erano stati costretti a tale soluzione di ripiego. Le ragioni da loro addotte non vennero però ritenute soddisfacenti ed i due vennero allora condannati alla pena capitale. Condotti a Londra, subirono nuovi interrogatori ed ulteriori torture. Davanti ai giudici londinesi, i due sacerdoti riconobbero Elisabetta quale loro regina, ma ribadirono che il Papa fosse il capo indiscusso della Chiesa , rifiutando quindi di prestare il giuramento di supremazia.

Al tribunale non restò che confermare dunque la sentenza di morte: fu eseguita il 25 aprile 1586 nell’isola di Wight, quasi nello stesso punto dove erano sbarcati in balia della tempesta. Impiccati e squartati, Robert Anderton e William Marsden si conformarono così ancora di più a Cristo, sommo ed eterno Sacerdote, al quale avevano consacrato la loro vita. La fermezza e la serenità che dimostrarono dinnanzi alla morte, costituirono un esempio edificante per i cattolici presenti alla loro esecuzione, suscitando al tempo stesso lo stupore da parte di color che avevano voluto giustiziarli in odio alla fede cattolica.

In onore ed a ricordo dei due martiri, uno sconosciuto sacerdote inglese loro contemporaneo, sotto lo pseudonimo  di Mr. Malton compose un poemetto recentemente riportato alla luce e pubblicato da T.B.Trappes Lomax nel 1951. Papa Pio XI il 15 dicembre 1929 proclamò “Beati” Robert Anderton e William Marsden, insieme a numerosi altri martiri loro connazionali. Con la pubblicazione dell’ultima edizione del Martyrologium Romanum ad opera di Giovanni Paolo II, i loro nomi sono stati ricordati nel dies natalis, 25 aprile. «Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle prove e io preparo per voi un regno perché mangiate e beviate alla mia mensa» (Lc 22, 28-30), dice il Signore, con buona pace della regina Elisabett.

 

 

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