10 febbraio 2019: «Giorno del Ricordo»
Oggi, in Italia, viene celebrata la memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle drammatiche vicende del confine orientale negli anni a cavallo del secondo dopoguerra. Istituito per legge nel 2004, il 10 febbraio rappresenta un momento solenne in cui vengono ricordati migliaia e migliaia di infoibati e circa 250 mila profughi giuliani, dalmati e fiumani che furono costretti a lasciare le loro case dopo la firma dei Trattati di Parigi, il 10 febbraio 1947, che assegnarono alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro e la maggior parte della Venezia Giulia.
Recita l’Art. 1 della Legge 92/2004:
La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del Ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
«I bimbi morti nelle foibe e i bimbi di Auschwitz sono uguali. Non esistono martiri di serie A e vittime serie B», ha dichiarato oggi stesso il vicepremier Matteo Salvini a Basovizza (Trieste). «Non esiste un però per Auschwitz e un però a Basovizza. Sono criminali gli uni e sono criminali gli altri». «Non ci sono martiri di serie A e martiri di serie B, ci sono vittime della follia criminale dell’uomo a volte si dimentica di essere uomo». «Oggi mi porto a casa qualcosa: verità, giustizia amore e libertà». «Farò tutto quello che sarà in mio potere da vicepresidente del Consiglio perché su tutti i banchi di tutte le scuole italiane la storia non si fermi, perché non ci siano stragi dimenticate. Per questo faccio affidamento su insegnanti su donne su uomini educatori liberi che portino in classe il passato affinché il futuro non riproponga mai orrori simili». «Questa è terra sacra, questa è terra di sudore e di dolore, di onore e di memoria senza però».
Matteo Salvini nel «Giorno del Ricordo», Basovizza (Trieste) 9 febbraio 2019