17 marzo 1801: papa Pio VII pubblica la lettera apostolica Catholicae fidei con la quale fonda nuovamente la Compagnia di Gesù sciolta da Papa Clemente XIV nel 1773
Sotto la pressione dei sovrani borbonici, con breve Dominus ac Redemptor del 21 luglio 1773 papa Clemente XIV soppresse la Compagnia, che all’epoca contava circa 23.000 membri in 42 province: i vescovi locali erano nominati delegati apostolici per eseguire la soppressione delle case situate nella loro diocesi.
La soppressione dei gesuiti a Roma fu eseguita il 16 agosto successivo e il preposito generale Lorenzo Ricci fu incarcerato in Castel Sant’Angelo, dove morì il 24 novembre 1775.
Subito dopo la soppressione furono effettuati numerosi tentativi di ripristinare l’ordine: la carmelitana Teresa di Sant’Agostino, figlia di Luigi XV, cercò di ottenere dal papa l’autorizzazione per gli ex gesuiti a organizzarsi in fraternità di preti secolari, ma Clemente XIV non accolse favorevolmente il progetto.
Nel 1793 la Santa Sede approvò segretamente i gesuiti della Russia Bianca e il 17 marzo 1801, con il breve Catholicae fidei di papa Pio VII, il riconoscimento divenne pubblico; nel 1803 fu approvata l’attività dei gesuiti in Inghilterra e il 30 luglio 1804, con il breve Per alias, papa Pio VII ristabilì la Compagnia a Napoli e in Sicilia (dove l’ordine era stato reintrodotto a opera di Giuseppe Pignatelli).
Con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum del 30 luglio 1814 Pio VII ripristinò la Compagnia di Gesù in tutto il mondo.