L’Alpino Francesco Cazzulini, medaglia d’oro al valor militare

Home » L’Alpino Francesco Cazzulini, medaglia d’oro al valor militare

 

Francesco Cazzulini (nella foto) nacque a Ricaldone (AL) il 15 agosto 1920, figlio di Costantino, mezzadro del luogo, e di Maria Gaviglio, casalinga (1). Chiamato alle armi il 9 marzo 1940, è destinato al Battaglione Ceva del 1° Reggimento Alpini. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, prese parte alle operazioni contro la Francia sulla frontiera occidentale. Con l’inizio della campagna di Grecia, nel mese di dicembre il suo Battaglione fu mandato in Albania, dove prese parte ai combattimenti sul fronte greco-albanese. Dopo la capitolazione greca fu trattenuto ancora in servizio attivo e il 31 luglio 1942, partì con il suo Reggimento per il fronte russo, al seguito della 4^ Divisione alpina “Cuneense”. Cazzulini cadde in combattimento durante le concitate
fasi della ritirata dell’8^ Armata, in seguito allo sfondamento del fronte da parte dell’Armata Rossa (2).
Il 19 e 20 gennaio 1943 nell’ambito dell’offensiva Ostrogožsk-Rossoš‘, si svolse il più grande scontro armato, per reparti impegnati e per numero di caduti, fra le divisioni alpine in ritirata e l’Armata Rossa. In località di Nowo Postojalowka le Divisioni Julia e Cuneense, due delle tre unità che componevano il Corpo d’Armata Alpino, giunsero durante il ripiegamento dal fiume Don, dopo lo sfondamento dei sovietici nel settore tenuto dalle truppe tedesche e ungheresi. Le nostre divisioni, già duramente provate dalla fatica, dal freddo e dalla fame, si trovarono a combattere contro un nemico superiore in uomini e armi. La battaglia ebbe verso mezzogiorno del 19, quando la colonna dell’VIII Reggimento alpini della Julia si trovò sbarrata la strada da ingenti truppe sovietiche, asserragliate nella piccola località, formata da poche isbe situato sulla pista che le divisioni alpine in ritirata dovevano percorrere, su una dorsale che separa la valle del fiume
Rossosch da quella dell’Oljkowatka, prima della confluenza nel Don. Gli alpini si prodigarono in attacchi ripetuti, prima il Battaglione Gemona, appoggiato dall’artiglieria del Gruppo Conegliano, poi il Tolmezzo e il Cividale, si lanciarono in attacchi disperati, che vennero sempre respinti dai russi, che anzi passarono al contrattacco con componenti corazzate.
Nella notte i battaglioni della Julia furono raggiunti dalla colonna del 1º Reggimento alpini della Divisione Cuneense e i comandanti concordarono di procedere prima dell’alba a un nuovo attacco. L’azione fu affidata agli alpini del Battaglione Ceva, ma anche in quell’occasione, gli attaccanti furono respinti dalle artiglierie e dal contrattacco dei carri armati sovietici. Più tardi arrivarono gli altri battaglioni della Cuneense e i comandanti delle due divisioni, EMILIO BATTISTI per la Cuneense e UMBERTO RICAGNO della Julia, concordarono di procedere all’attacco delle posizioni nemiche con tutti reparti disponibili, occorreva a tutti i costi sfondare. Gli attacchi dei nostri alpini, condotti con la forza della disperazione, si protrassero per tutta la giornata, ma furono sempre respinti dai cannoni e dalle mitragliatrici russe posizionate fra le case di Nowo Postojalowka e dalle incursioni dei carri armati sovietici T-34. Durante gli scontri
caddero eroicamente il comandante del Battaglione Mondovì, maggiore MARIO TROVATO, e quello del Ceva, tenente colonnello GIUSEPPE AVENANTI, oltre a decine di ufficiali e migliaia di alpini. L’epica battaglia di Nowo Postojalowka fu l’unica combattuta sul fronte orientale esclusivamente da truppe italiane, senza il concorso, seppur minimo, di reparti o mezzi corazzati alleati, nel corso della battaglia vennero praticamente annientati i Battaglioni Alpini Saluzzo, Ceva, Borgo San Dalmazzo, Dronero e Mondovì.

Malgrado tutto, molti alpini non si arresero, come il maggiore CARLO BONIPERTI del Saluzzo che, con i suoi ultimi 150 uomini cercò di forzare il passaggio o come il capitano LINO PONZINIBIO, comandante del Mondovì, altra mirabile MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE che, seppur ferito, respinse l’ordine di resa e con i resti della sua unità resistette ancora per circa due ore.

Il 20 gennaio 1943 durante un attacco notturno lanciato dal Battaglione Ceva, contro una forte posizione nemica, Cazzulini fu ferito, e rifiutatosi di ritornare nelle retrovie continuò ad avanzare finché non cadde a terra mortalmente colpito al petto, alla spalla e al capo (3). Le sue spoglie mortali riposano in terra di Russia. Per il coraggio dimostrato conferita la MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE, alla memoria, con la motivazione: «Alpino portafucile mitragliatore, durante un attacco notturno contro munite posizioni tenute da forze preponderanti che ostacolavano l’avanzata di una nostra colonna di rottura, si lanciava risolutamente in avanti trascinando i suoi alpini col suo valoroso esempio. Ferito, persisteva, imperterrito, nell’impari cruenta lotta rifiutando recisamente di recarsi al posto di medicazione. Nuovamente colpito in più parti del corpo, continuava ad avanzare con stoica fermezza alimentando, col suo eroico contegno, l’ardore bellico dei valorosi superstiti. Prossimo all’obiettivo tenacemente conteso, si abbatteva sull’arma coronando la sua giovane esistenza con l’estremo sacrificio affrontato con fredda determinazione. Saldo combattente, degno delle gloriose tradizioni degli alpini». Nowo Postojalowka (Russia), 20 gennaio 1943 (4).

Vincenzo Gaglione

Fonte: Agenzia Tricolore – n. 30600 – 19 dicembre 2022

 

NOTE
1) Estratto per riassunti Atto di nascita. Registro Parte 1^ – n. 27 del Comune di Ricaldone (AL) in data 1°
agosto 1949. Archivio Storico Gruppo della Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia
2) Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’Oro al Valore Militare, volume secondo
(1942-1959), Tipografia Regionale, 1965, Roma, pag. 184.
3) « … quella sanguinosa, disperata battaglia che durò, pressoché ininterrotta, per più di trenta ore ed in
cui rifulse il sovrumano e sfortunato valore dei battaglioni e dei gruppi della Julia e della Cunennse, che
ne uscirono poco meno che distrutti”. … la più dura, lunga e cruenta fra le molte sostenute dagli alpini,
sia in linea sia nel corso del ripiegamento.”» Così Generale Emilio Faldella in Storia delle truppe alpine
4) Atto di morte Registro Parte 2^ – Serie C – n. 1 (Trascrizione) del Comune di Ricaldone in data 17 luglio
1943. Archivio Storico Gruppo della Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia
5) Decreto del Presidente della Repubblica dell’8 aprile 1949. Registrato alla Corte dei Conti il 15 aprile
1949, Esercito Registro 11, Foglio 173. Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Op. cit.

 

 

Facebook
WhatsApp
Twitter
LinkedIn
Stampa
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Mettiti in contatto con noi!

Hai delle domande o delle osservazioni da comunicarci?
Ti risponderemo il più rapidamente possibile!

Europa Cristiana

Direttore Carlo Manetti

Iscriviti alla nostra newsletter

Se ci comunichi il tuo indirizzo e-mail, riceverai la newsletter periodica che ti aggiorna sulla nostre attività!

Ogni settimana riceverai i nostri aggiornamenti e non di più.

Torna in alto