Le Langhe cuneesi, ormai da anni, hanno fatto da apripista per la scoperta della magnifica terra piemontese imbevuta di Storia nazionale ed europea, di architettura e arte, di residenze sabaude e aristocratiche, di natura rigogliosa, di frutti saporiti, di vigneti fra i migliori al mondo, di cucina ed enologia di prim’ordine. Il Monferrato astigiano e alessandrino ha sonnecchiato di più… ma, finalmente, pare risvegliarsi dal suo lungo torpore, affetto da una inerme e oziosa ritrosia nel far conoscere i suoi segreti e le sue ricchezze. Così quest’anno ha partecipato al grande evento culturale ed enograstronomico «Golosaria tra i castelli del Monferrato 2023», mettendosi in vetrina – non par vero! – all’interno del circuito della promozione turistica nazionale e internazionale.
Il Monferrato in festa ha posto l’accento sul castello di Casale, Villa Morneto a Vignale Monferrato e oltre 30 paesi fra le lussureggianti colline più belle del mondo.
La 17° edizione della manifestazione che si è tenuta sabato 6 e domenica 7 maggio ha avuto per tema «Alla Scoperta delle Origini» per celebrare il «2023 Anno del Turismo di Ritorno», rivolto agli oltre 70 milioni di connazionali di 2ª, 3ª e 4ª generazione che vivono all’estero. Ed in questo contesto che il Monferrato, nei secoli passati, ha registrato grandi flussi migratori verso Argentina, Stati Uniti, Francia e Australia. Il Castello di Casale Monferrato, come da tradizione, con le sue corti, le sale affrescate e i poderosi bastioni, ha ospitato magnifici produttori, accanto alle cucine di strada e ai birrifici artigianali.
Villa Morneto a Vignale Monferrato ha ospitato Barbera&Champagne, fra assaggi di bollicine italiane e francesi e il grande Rosso di queste terre, la Barbera.
Numerosi paesi e comunità hanno accolto il tema di quest’anno per allestire mostre, eventi, rappresentazioni teatrali su una memoria storica che è doveroso trasmettere alle nuove generazioni. Per esempio, Rosignano Monferrato ha messo in scena «Racconti di Migranti», spettacolo itinerante con momenti musicali e teatrali tra le vie del borgo. Villamiroglio ha, invece, dedicato uno spazio alla storia del missionario Don Giovanni Balzola, che per oltre 30 anni, a cavallo fra il 1800 e il 1900, dedicò la sua vita fra le popolazioni indigene della foresta amazzonica.
Conzano ha suggellato con una mostra e un convegno i «Conzanesi d’Australia» il suo trentennale di gemellaggio con la città sorella australiana Ingham. Mentre l’Associazione Marchesi del Monferrato ha dato vita ad un convegno di stampo storico sui flussi migratori del Monferrato. Poi le rievocazioni medievali a Casorzo Monferrato, l’allestimento della mostra sulla «Civiltà Contadina» a Vignale Monferrato, dove è stato anche conferito il Premio «Amica e Amico del Grignolino». Al Castello di Gabiano il focus si è concentrato sul Giardino a Labirinto, mentre quello del Castello di Piea sui bulbi, in particolare il «Narciso Incantato».
Inoltre, hanno aperto i battenti con eventi dedicati alcune delle più prestigiose tenute del territorio, come: Tenuta Montemagno, Distilleria Mazzetti d’Altavilla, Wine Relais Hic et Nunc di Vignale Monferrato, Cantine Bava di Cocconato, Tenuta Il Capitolo di Quarto d’Asti, Cantine Bonzano del Castello di Uviglie, Villa Guazzo Candiani di Olivola…
I borghi monferrini hanno anche organizzato numerose le passeggiate naturalistiche fra sentieri, colline e vigneti. Fra le località coinvolte, per un festival di gusto, arte, natura e cultura tra le colline del Monferrato, segnaliamo Castell’Alfero, dove sabato 6 si è inaugurata alle 10 del mattino la mostra «Emigrazione dei piemontesi nel mondo tra fine ‘800 e i primi anni del dopoguerra» nel Salone Rosso del magnifico castello. La mostra sarà aperta al pubblico il sabato, ore 10/13, e la domenica, ore 10/12.30 e ore 15/18.
Per l’occasione domenica 7 è stata aperta la chiesa romanica Madonna della Neve dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle ore 15 alle ore 18. Una passeggiata mattutina ha permesso di arrivare da Piazza Castello fino al Roseto della Sorpresa in località Serraperno, ed è stato visitato il giardino botanico riconosciuto dalla Regione Piemonte, che raccoglie una collezione d’eccellenza: 500 rose antiche e moderne. Si è anche tenuta una visita guidata al Castello dei Conti Amico (piano nobile) e al museo etnografico «’L Ciar».
A Castell’Alfero, il tema del «Turismo delle origini» che guida l’edizione 2013 di «Golosaria tra i castelli del Monferrato» è stato lo spunto per una ricerca di documentazione storica: in meno di tre mesi, la ricerca è diventata una mostra con più di 80 documenti, fra foto, certificati di matrimonio, lettere e passaporti. La mostra, intitolata “Emigrazione dei piemontesi nel mondo tra fine ‘800 e i primi anni del dopoguerra” sarà allestita presso il Salone Rosso del Castello con orari di apertura sabato 6 maggio dalle ore 10 alle ore 13, domenica 7 maggio dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle ore 15 alle ore 18.
A sollecitare e a coordinare l’individuazione e la raccolta del materiale documentario è stato il Comune di Castell’Alfero. A partecipare alla ricerca, aprendo cassetti e scrigni, sono stati tutti gli abitanti del paese che hanno avuto parenti emigrati e anche quelli della sua frazione, Callianetto, località famosa come patria natale di Gianduia. Fra i documenti esposti in mostra, quelli della famiglia di Don Luigi Fiora, nato a New York il 9 giugno 1914, figlio di una coppia di emigrati di Castell’Alfero, Giuseppe, cameriere e cuoco a New York del tenore Tamagno, e Maria Negro. Tornato in Italia a sette anni, Luigi Fiora divenne sacerdote salesiano, assumendo via via incarichi sempre più importanti nella Chiesa: fu per sei anni Ispettore, per 12 anni consigliere generale e per 14 anni Procuratore generale e Postulatore per le Cause dei Santi. Morì a Torino il 24 aprile 2006.
Ma le storie narrate nella mostra di Castell’Alfero raccontano anche molte altre vicende emblematiche, commoventi o curiose. Come quella del matrimonio congiunto delle sorelle Martinetto, celebrato a New York il 15 maggio 1918 nella chiesa Our Lady of Pompeii.
Le sorelle Martinetto: da sinistra Rosa (sposata Gerolamo Armani di Borgotaro), Eufrosina Albina (sposata Giuseppe Secondo Cerosaletti di Castell’Alfero) e Giuseppina (sposata Didimo Pellegrini di Pieve di Camaiore)
Le sorelle Martinetto (il cui stranòm era Ciuchèt) erano cinque e si trasferirono negli Stati Uniti nei primi anni del ‘900: Giuseppina nel 1906; Eufrosina Albina nel 1908; Rosa Dorotea, dopo alcune stagioni di lavoro, definitivamente nel 1908. Altre sorelle Martinetto, figlie di Giovanni Battista e Teresa Genevro, emigrarono anche loro negli Stati Uniti, dove si sposarono.
«Il turismo delle origini» avrà sicuramente un proseguo grazie a questa mostra che solleciterà molti castellalferesi ad aprire i propri cassetti e i propri album fotografici per recuperare la storia della propria famiglia perché diventi storia della propria terra e della propria appartenenza identitaria.