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L’attuale crisi di Governo in Italia è lo specchio nostrano del mutamento politico che attraversa tutti i Paesi dell’Unione Europea e, sia pure in maniera diversa e peculiare, gli Stati Uniti d’America. Nel Vecchio Continente, con la parziale eccezione tedesca, si assiste alla tendenziale irrilevanza politica dei partiti espressione delle cosiddette «grandi famiglie politiche europee», vale a dire i raggruppamenti che improntano la loro visione politica all’ideologia liberale, a quella socialista (lato sensu intesa) ed a quella democristiana, ivi compresi quelli che ambiscono a cercare una sintesi tra queste, come, ad esempio, il Partito Democratico italiano. A pagare il prezzo più caro sono i partiti di ispirazione socialista e, più in generale, tutta la sinistra.

Il principio aristotelico «Natura abhorret a vacuo» (la natura aborrisce il vuoto) vale anche in politica. Lo spazio lasciato dai cosiddetti partiti “tradizionali” viene occupato da formazioni dette, in modo un po’ sprezzante, «populiste». Non esiste una dottrina compiuta, ma neppure un semplice insieme di principi che possano essere definiti «Populismo»; il termine «populista» è, piuttosto, l’accusa che viene genericamente rivolta a tutti coloro che non si riconoscono nelle suddette grandi famiglie politiche europee e che, più in generale, non accettano acriticamente i “Sacri Principi dell’89”, vale a dire i presupposti filosofici e filosofico-politici dell’Illuminismo.

In Italia, i due partiti che, maggiormente, si sono guadagnati l’appellativo di populisti[1] sono la Lega ed il Movimento 5 Stelle. La storia, la dottrina politica e la conseguente visione del mondo delle due formazioni sono estremamente diverse.

La Lega, erede, più ancora che nuova denominazione, della Lega Nord per l’indipendenza della Padania, affonda le sue radici sia nel federalismo risorgimentale di marca illuminista, che trova il suo ideatore in Carlo Cattaneo (1801-1869), sia nel sentimento identitario delle varie popolazioni del Nord Italia, prima fra tutte quella veneta, che trova le sue origini a partire dall’Alto Medioevo, fino a giungere ai giorni nostri, passando attraverso Antonio Rosmini (1797-1855); questo secondo filone è stato molto ben descritto nel primo editoriale della rivista «Idee per l’Europa dei popoli» dal suo direttore Andrea Rognoni. Sul piano più squisitamente politico, questo movimento nasce a tutela dell’identità culturale e degli interessi economici delle popolazioni del settentrione d’Italia, ritenute vessate da una tassazione resa particolarmente pesante dalla necessità di finanziare una politica meridionalista, il cui emblema era la Cassa per il Mezzogiorno, e da una “meridionalizzazione” delle regioni settentrionali, attraverso una forte politica di immigrazione dal Sud Italia.

In questo quadro, lo scontro interno è tra la corrente indipendentista, che punta ad una secessione vera e propria delle regioni settentrionali dall’Italia, e quella federalista, che vuole trasformare lo Stato italiano da unitario a federale. La prima corrente, certamente forte agli inizi del movimento, con la nascita della Liga Veneta, nel 1980, e della Lega Lombarda, nel 1982, perde progressivamente peso politico a tutto vantaggio della seconda. Questo processo viene accelerato da due fattori concomitanti: la firma del trattato di Maastricht (7 febbraio 1992), che segna un’ulteriore tappa, qualitativamente, oltre che quantitativamente, superiore a tutte le precedenti nel processo di creazione dell’Unione Europea, e l’alleanza con il neonato movimento di Forza Italia alle elezioni politiche del 1994.

Questi due eventi fanno sì che lo stesso leader storico del movimento, Umberto Bossi, si ponga alla testa dell’ala federalista, decretando, di fatto, la fine di ogni velleità di indipendenza, con la conseguente fuoriuscita di alcuni esponenti dal partito, che sono andati a costituire formazioni politiche divenute marginali ed irrilevanti. La tesi bossiana è che, con l’accelerazione unionista eurocratica e, soprattutto, con l’avvento della moneta unica, la battaglia non sia più contro Roma, ma contro Bruxelles; di qui le alleanze con i «partiti romani», come venivano definite dagli indipendentisti all’interno della Lega tutte le formazioni politiche non legate all’identità delle popolazioni del Nord Italia, alleanze concepite sempre in chiave anti-eurocratica. Questa politica ha determinato una graduale, ma continua espansione territoriale del partito, con un forte radicamento prima in Emilia, poi in Romagna (e fin qui, teoricamente, nessuna sorprendente novità, in quanto entrambe fanno parte della Padania), quindi in Toscana e, addirittura, nelle Marche. Il processo di “italianizzazione” della Lega è, quindi, molto più antico dell’avvento di Matteo Salvini alla Segreteria federale.

La cancellazione della specifica «del Nord» dal nome del partito rappresenta, dunque, la formale presa d’atto delle mutate condizioni politiche generali, con la conseguente necessità di difendere le spinte cosiddette «sovraniste» italiane, assieme e parallelamente alla progressiva cessione di potere dallo Stato centrale alle regioni. La necessità di sostenere Roma contro Bruxelles è dettata dalla semplice constatazione che i poteri che l’Italia abbia trasferito all’Unione Europea non è più in grado di delegarli alle Regioni.

Tutt’altra storia ha il Movimento 5 Stelle. Nasce il 4 ottobre 2009 dall’iniziativa di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio (1954-2016), fondatore (22 gennaio 2012) e Presidente della Casaleggio Associati Srl[2], inglobando il Movimento Amici di Beppe Grillo, operante dal 2005, e le Liste Civiche a Cinque Stelle, nate per le elezioni amministrative del giugno dello stesso anno.

Sul piano filosofico e politico, il partito non elabora una dottrina compiuta, ma fa riferimento ad alcuni principi morali, dogmaticamente asseriti, e ad una religione immanente ed atea, ma al tempo stesso soteriologica, dove lo strumento di salvezza viene identificato nelle comunicazioni via Web, capaci addirittura di divinizzare l’umanità collettivamente intesa[3].

Il Movimento 5 Stelle nasce, più che dall’incontro di comuni visioni politiche, dall’incontro di due approcci religiosi, quello di Gianroberto Casaleggio, che abbiamo brevemente descritto nel paragrafo precedente, ed il Modernismo esasperato, per alcuni tratti anticipatore dell’infelicemente regnante Pontefice, di Beppe Grillo, molto ben espresso nel blasfemo film di Luigi Comencini «Cercasi Gesù» (1982), interpretato, nel ruolo di protagonista, dallo stesso comico genovese. Il collante è un approccio privatistico della politica, un’esasperazione e, al tempo stesso, una sublimazione dell’economicismo illuminista dei rivoluzionari francesi; non a caso, la piattaforma informatica, cuore politico del Movimento, è chiamata Rousseau, in onore del teorico della «volontà generale», assolutamente avulsa da quella dei singoli e, persino, della maggioranza, essendo riservata alla élite dominante.

Il risultato, sul piano politico, è un movimento assolutamente accentrato, nel quale, a dispetto della proclamata democrazia diretta interna e del continuo controllo della base, nulla sfugge alla volontà dei massimi dirigenti (il garante, Beppe Grillo, ed il “proprietario”, la Casaleggio Associati Srl). La cultura assolutamente totalitaria del movimento è plasticamente espressa dal suo motto base («uno vale uno»), dove viene espressamente teorizzata la fungibilità dell’essere umano, dove i tratti personali di ciascuno divengono dottrinalmente irrilevanti. È l’applicazione politica della religione gnostica del defunto Gianroberto Casaleggio, nella quale il prezzo da pagare per la divinizzazione dell’umanità è la perdita di ogni anima personale, fino a giungere ad una intelligenza collettiva elettronicamente gestita.

Anche l’antieuropeismo (presunto) è molto particolare; non si basa sulla difesa delle identità dei popoli europei, ma sulla inadeguatezza e sui ritardi della politica eurocratica. A questo proposito, giova ricordare che Gianroberto Casaleggio si è dichiarato pubblicamente seguace di Joseph Alexandre Saint-Yves marchese d’Alveydre (1842-1909), fondatore della Sinarchia[4], la religione esoterica di cui sono seguaci i vertici dell’Unione Europea, tanto è vero che le attenuazioni sul fronte antieuropeista del cosiddetto «Contratto per il Governo del cambiamento», sottoscritto insieme alla Lega, sono venute da parte grillina.

Queste sono le formazioni politiche che, premiate dagli elettori il 4 marzo scorso, anche essendo, come giustamente riconosce Luigi Di Maio, alternative l’una all’altra, hanno deciso di sottoscrivere un programma comune di Governo, denominato «Contratto»[5], pur di evitare quel «Governo neutrale»[6], che altro non sarebbe se non una riedizione del Governo tecnico di montiana memoria. Rimane da vedere se, nella concreta pratica di governo, sempre ammesso e non concesso che questo nasca, prevarranno le spinte sovraniste ed identitarie della Lega o quelle totalitarie para-sinarchiche del Movimento 5 Stelle.

 

[1] Nel caso di Fratelli d’Italia l’accusa di populismo si alterna a quella di neofascismo, con tanto maggiore accentuazione della prima quanto più il partito si avvicina alla Lega.

[2] Per una sommaria informazione sulle entrature e sulla cultura dell’azienda proprietaria e gestore della piattaforma Rousseau, strumento centrale della cosiddetta «democrazia diretta» del Movimento, può essere utile leggere, sia pure con una certa dose di prudenza, l’articolo al seguente link: https://www.facebook.com/notes/informazione-illuminiamo-le-coscienze/la-casaleggio-associati-chi-è-e-xchè-sotiene-il-m5s/260232980716604.

[3] Istruttivo, a questo riguardo, può essere lo stesso video-base del proselitismo di tale setta religiosa, rinvenibile al seguente link:

https://www.bing.com/videos/search?q=casaleggio+gaia&qpvt=casaleggio+gaia&view=detail&mid=94BF298A9D6D195EE5ED94BF298A9D6D195EE5ED&&FORM=VRDGAR.

[4] Confronta «L’Europa in marcia verso il totalitarismo» su «Riscossa Cristiana»:

https://www.riscossacristiana.it/leuropa-in-marcia-verso-il-totalitarismo-seconda-parte-saint-yves-la-pretesa-delirante-di-forgiare-una-nuova-umanita-di-carlo-manetti/

https://www.riscossacristiana.it/leuropa-in-marcia-verso-il-totalitarismo-terza-parte-la-ue-e-saint-yves-la-coincidenza-tra-le-linee-filosofiche-dellunione-europea-e-quelle-del-padre-della-sinarchia-di-carlo-manetti/

[5] Si noti la deriva privatistica imposta al lessico politico dal Movimento 5 Stelle.

[6] espressione utilizzata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

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