«Famiglia cristiana», la rivista dei Paolini, ha titolato, con il massimo risalto e con un’immagine del Ministro degli Interni con le mani sul volto, la sua copertina «Vade retro Salvini», suscitando l’ovvio scalpore. Alla spiegazione giustificativa di Vittorio Feltri, secondo il quale si sarebbe trattato unicamente di un titolo gridato nel tentativo di acquisire visibilità e, quindi, nuovi lettori, il direttore del settimanale sedicente cattolico, Don Antonio Rizzolo, ha replicato che si tratta, invece, di una ponderata scelta argomentativa e contenutistica, spiegando, poi, che accusare Salvini di essere Satana, in senso chiaramente analogico, vale a dire assumere pienamente la mentalità satanica, opponendosi in maniera diretta alla volontà di Dio, era proprio la linea editoriale che si voleva esprimere, per marcare, in maniera quanto più possibile netta, la condanna etica delle azioni, delle parole e, soprattutto, dei toni del Segretario della Lega a riguardo del tema immigrazione. Ma occorre domandarsi se «Famiglia cristiana», al di là dell’uso del linguaggio, su cui torneremo, abbia ragione nei contenuti e, quindi, esista un obbligo etico di accoglienza e, conseguentemente, chiunque sia contrario alla medesima si opponga alla morale cattolica.
Innanzitutto occorre dire che non esiste nessun obbligo di giustizia che ci obblighi ad accogliere i migranti, vale a dire che essi non hanno fatto nulla per avere il diritto di pretendere da noi l’accoglienza. Detto ciò, rimane da vedere se esista un obbligo di carità all’accoglienza, obbligo che, qualora esistesse, obbligherebbe noi, ma non darebbe ai migranti alcun diritto a pretendere l’adempimento di tale dovere. I doveri di carità, infatti, non sono, a differenza di quelli di giustizia, obblighi diretti nei confronti dei destinatari, ma obblighi nei confronti di Dio, di cui le persone interessate sono unicamente beneficiari, ma, come dicevamo, privi di ogni diritto all’esecuzione.
La carità è l’amore riconoscente che l’uomo deve nutrire nei confronti di Dio; in senso stretto, non esiste un originario obbligo di carità nei confronti del prossimo, ma questo discende dall’amore verso Dio e ne è uno strumento privilegiato. «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti»[1] dice Gesù, dopo aver affermato: vi «do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». L’amore verso il prossimo, quindi, non è assoluto e totale, ma è parte dell’obbedienza dovuta Dio, che, a sua volta, è parte dell’amore verso Dio; ne consegue che la carità fraterna non può mai condurci alla disobbedienza nei confronti dell’Altissimo e neppure porsi, anche minimamente, in contrasto con l’amore dovuto all’Onnipotente.
L’amore verso il prossimo, di cui l’accoglienza dei migranti è parte, non può mai porsi in contrasto con l’affermazione della regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo su tutte le nazioni, a partire da quelle di più antica tradizione cristiana. Ecco che l’«ero forestiero e mi avete ospitato»[2] di Gesù non può significare accoglienza indiscriminata, a costo di mettere a serio rischio quel che rimane della civiltà cristiana in Europa.
L’interpretazione del passo evangelico che dà «Famiglia cristiana» è una lettura politica ed anticristiana. Questo, come tutti i comandamenti cristiani, non comporta mai un obbligo nei confronti di una generalizzata porzione di umanità, ma sempre la calda attenzione per la singola persona. Il cristiano è, quindi, chiamato ad accogliere il singolo forestiero, non a favorire bibliche migrazioni, con la conseguente prospettiva di creare in Europa una società dilaniata da conflitti culturali, religiosi ed etnici. Asservire un comandamento evangelico, distorcendolo, ad un disegno satanicamente anticristiano, come fa «Famiglia cristiana», è quanto di più blasfemo ci possa essere. Ed ha perfettamente ragione Francesca Donato, Presidente del progetto €urexit, quando ha affermato che il titolo di «Famiglia cristiana» e, a maggior ragione, le parole di rivendicazione e di orgogliosa riaffermazione del suo direttore non offendevano tanto Matteo Salvini, ma lei, in quanto cattolica, e, conseguentemente tutti i cattolici, poiché rappresentano un’offesa a Nostro Signore Gesù Cristo.
Anche lo stesso passo evangelico scelto da «Famiglia cristiana» per il suo violento attacco a Matteo Salvini e, per suo tramite, a tutti coloro che si oppongono all’immigrazionismo selvaggio dimostra, se letto nella sua integralità, come Nostro Signore riservi la Sua massima durezza nei confronti di Pietro, quando egli, lasciandosi trasportare dall’amore umano nei confronti di Gesù, perde di vista la dimensione spirituale soprannaturale per legarsi ad un terreno senso di giustizia umana: «lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»[3]. Che cosa aveva detto di così grave, da meritarsi l’ira di Dio, il Principe degli Apostoli?
Egli aveva semplicemente protestato contro la Passione che il Salvatore aveva preannunciato agli Apostoli, non riuscendo ad accettare il dolore, la sofferenza e la morte ignominiosa non solo dell’innocente, ma del Giusto per eccellenza. Implicitamente, accusava Dio di ingiustizia, poiché avrebbe punito il giusto per salvare i peccatori. Vengono, a questo proposito, alla mente le blasfeme parole dell’infelicemente regnante Pontefice a Manila, quando, di fronte alla richiesta di spiegazioni sul perché Dio abbia permesso tutto il dolore di cui era intrisa la sua vita da parte di una bambina di strada, ebbe ad affermare che nemmeno Gesù poteva comprendere la sua sofferenza prima di salire sulla Croce: «lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»[4]. Ma a Papa Francesco non riusciamo a riconoscere le attenuanti oggettive (quelle soggettive le può giudicare solo Nostro Signore) che si debbono riconoscere a Pietro prima della Pentecoste.
E la medesima durezza Nostro Signore la può volgere a tutti coloro che, come «Famiglia cristiana» ed il suo direttore, pretendono di insegnare la morale cattolica e, di fatto, ragionano secondo il politicamente corretto del momento, dimenticando la dimensione essenzialmente verticale e spirituale dell’etica portataci da Gesù Cristo. Sono coloro che hanno addirittura la pretesa di essere più buoni di Nostro Signore, attenuandone l’intransigenza dei comandi, dialogando con coloro verso i quali Egli dice: «scuotete la polvere di sotto i vostri piedi, a testimonianza per loro»[5]…
Chiunque difenda l’idea di un diritto soggettivo dei migranti ad essere accolti, indipendentemente da ogni altra considerazione, e, soprattutto, coloro che cercano di gabellare questa infamia per comando di Nostro Signore ed obbligo dell’etica cristiana si guadagna il durissimo rimprovero di Gesù a Pietro, poiché l’immigrazionismo è una dottrina anticristiana tesa alla distruzione della civiltà che 2000 anni di cristianesimo hanno prodotto e tesa al trionfo del disegno di un’umanità denazionalizzata, soggetta a forze oscure. Questo, ovviamente, senza entrare nella dimensione soggettiva della coscienza di ciascuno, dimensione di cui nulla conosciamo e nulla possiamo, dunque, dire; ma errore pubblico comporta pubblica correzione, come colpa pubblica richiede pubblico castigo: non avevamo, quindi, il diritto di tacere di fronte alle affermazioni contrarie alla dottrina di sempre della Chiesa, fatte da chi si professa cattolico, anche se, di fatto, essendo modernista, non lo è, «per la contradizion che nol consente»[6].
[1] Gv 14,15
[2] Mt 25,35
[3] Mt 16,23.
[4] Mt 16,23.
[5] MC 6,11.
[6] Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXVII, 120.
8 commenti su “Accoglienza, carità e morale cattolica”
Pane al pane, vino al vino:
“L’interpretazione del passo evangelico che dà «Famiglia cristiana» è una lettura politica ed anticristiana. Questo, come tutti i comandamenti cristiani, non comporta mai un obbligo nei confronti di una generalizzata porzione di umanità, ma sempre la calda attenzione per la singola persona. Il cristiano è, quindi, chiamato ad accogliere il singolo forestiero, non a favorire bibliche migrazioni, con la conseguente prospettiva di creare in Europa una società dilaniata da conflitti culturali, religiosi ed etnici”.
Grazie Caro Direttore, per il coraggio di dire la verità, senza ipocrisie e buonismi che provocano danni irreparabili e ingiustizie.
Che c’entra l’ “amatevi” di Gesù “come io vi ho amati” con questi forsennati? Quando Gesù si rivolgeva ai suoi apostoli, che l’amore verso di Lui dovevano domostrare nell’amore reciproco, quale quello che Lui aveva avuto per loro! E poi, se vogliamo generalizzare, e non è il caso, quell’ “amatevi” non è rivolto anche a loro, a questi energumeni? Questi ci amano??? O vogliono profittare di noi, insolentendoci per giunta? No, grazie, Cristo non ci ha chiamati ad esere cretini..
E poi che cosa ha a che fare quell’esortazione con la politica? A servire d’appoggio ad una politica che servendosi di questi energumeni, chiamati ‘poveri fratelli, vorrebbe, facendo breccia tra i cristiani, cancellare ogni residuo di tradizione e di vivere cristiano? Oh, Pappa francesco sappi che non ci facciamo certo impressionare dai tuoi appelli da lupo vestito da pastore!
Piuttosto, VADE RETRO, tu, e i tuoi energumeni! E statti in guardia, che il Giudizio è vocino, anche per le Bestie (Apocalisse) come te.
Grazie Direttore per la sua analisi razionale e soprattutto, cattolica!
Non si credette ad Oriana Fallaci quando prefigurava quella che lei chiamava Eurabia. Il tempo dell’Eurabia purtroppo è venuto e ciò che è grave è che stia avvenendo con la complicità di quella che una volta si chiamava Chiesa Cattolica. Cosa penserà San Pio V nel luogo della sua beatitudine guardando a questo sfacelo, lui che esultò per la vittoria di Lepanto prima ancora che ne fosse giunta notizia? E chi gliel’avrebbe mai detto che un suo successore si sarebbe fatto beffe della sua sollecitudine e del suo amore per la Santa Chiesa chiamandoli direttamente i maomettani?
Vade retro Salvini? No, vade retro tutto il modernismo e i suoi sciagurati seguaci.
Questo articolo chiarisce molte cose sul buonismo anti-cristiano.
In punta di dottrina.
E non si dica mai più che amare il prossimo nei modi in cui ce l’ha ordinato Gesù – cosa sacrosanta – significhi l’ “accoglienza” illimitata, razze religioni falsi bisognosi mentitori ipocriti e disonesti etc.: l’articolista l’ha spiegato benissimo.
Da diffondere il più possibile.
Neppure io ho capito perché Famiglia Cristiana se la sia presa tanto con Salvini accusandolo di servirsi del Crocifisso per portare avanti la sua politica xenofoba. Questo significa fare il processo alle intenzioni per il quale il solo Giudice competente è Dio. Poi si può essere non credenti o “parzialmente”, o “diversamente” credenti pur riconoscendosi totalmente nella civiltà cristiana quale è rappresentata dal Crocifisso. Del resto anche Oriana Fallaci, che si professava non credente, si professava anche visceralmente attaccata alla nostra bimillenaria civiltà e temeva l’avvento dell’ “Eurabia”. E aveva ragione: La Chiesa istituzionale dovrebbe ritrovare il coraggio di gridare al mondo: W Cristo Re! come i “Cristeros” messicani di 100 anni fa. Ma erano altri tempi, altre educazioni, altra Fede! Oggi la Chiesa vuole strizzare l’occhio al mondo e disprezza le povere pecore del gregge di Cristo che si sentono “senza pastore”, come me.
Gesù Cristo è il Buon Pastore (Gv.10) gli altri sono ladri e mercenari e vogliono consegnarci al lupo. Quello che sta accadendo è un assalto alla Chiesa di Cristo e quindi anche ai cristiani. Alcune volte osservo e mi dico: esistiamo ancora noi cristiani, non solo culturalmente, ma fedeli alla grazia ricevuta nel battesimo? Forse dobbiamo pregare, far penitenza e convertirci ogni giorno! Vieni Signore Gesù, metti il fuoco nel nostro cuore,
Manda una nuova Pentecoste !
Questo assalto è antico, ma recentemente si fa più subdolo. Negli anni VENTI è stata elaborata una teoria per il dominio sul popolo: agevolare la migrazione delle varie etnie e varie religioni: Questo darebbe luogo ad una nuova etnia senza radici “cristiane” e più debole e quindi facilmente dominabile.
Ma la Vergine Maria Santissima, che è intervenuta a difenderci sempre, nei momenti cruciali della nostra storia, non permetterà! Noi dobbiamo pregare.
Vorrei dire a Matteo Salvini che le grandi lotte si sono vinte sempre con l’aiuto della Vergine Maria Santissima
(Poitiers, Lepanto, Vienna Belgrado e tante altre). Che al mattino quando si alza si ricordi che ha il grande privilegio di servire Cristo Gesù Signore dell’universo e Vergine Maria Santissima. Questo pensiero sincero gli darà la forza di superare grandi contrasti. Caro Matteo in Gesù e Maria.